"I just called
to say
I love you."Dylan's Pov
La porta viene aperta, lasciando spazio al volto sorpreso della mia fidanzata.
Rimaniamo in silenzio a fissarci.
Decido di abbozzare un sorriso, e ciò fa sì che lei mi salti addosso riempiendo il mio cuore di sensi di colpa."Dio,Dio,quanto mi sei mancato!"
Ammette, ricoprendo il mio viso di umidi baci.
Avvolgo le braccia attorno alla sua vita un po' allargata dalla gravidanza."Anche tu...Mi sei mancata."
E mi ritrovo a rivolgerle un breve, ma falso sorriso.
Non è che non mi sia mancata, semplicemente le parole mi hanno lasciato l'amaro in bocca.
Sono senza dubbio i sensi di colpa, assolutamente. Nient'altro se non sensi di colpa.
Devo solo riuscire a convincere me stesso.Mi inginocchio davanti al suo pancione. Cavolo, mi sembra così assurdo che dentro ci sia mio figlio.
"Hey...piccolino. Ti è mancato il tuo papà? Sì?"
Ancora la sensazione di colpevolezza mi pervade e penetra nelle mie ossa.
Chissà cosa penserebbe di me, se mio figlio fosse cosciente del pezzo di merda che è suo padre.Se c'è una cosa che prometto, è di non lasciare che mio figlio faccia il mio stesso errore.
Sono una merda vivente. La mia famiglia è così bella, ed io mi sono lasciato sopraffare da un ritorno di fiamma.
Cazzo, e io che credevo di essere un uomo.
Ora prendo più consapevolezza che ciò che mi attanagliava a Sam erano solo ricordi. Da quando me ne sono andato da Londra, senza avvertire nessuno della mia partenza, la mia mente ha messo da parte ogni pensiero riguardante lei.
Niente più Sam, Samantha o le sue calde lenzuola. Niente, se non temporaneo sfogo personale.Mi rendo conto che era solo qualcosa di passeggero. Sono stato così deplorevole, per aver negato di amare la madre di mio figlio. È ovvio che la amo, altrimenti non avrei fatto un figlio con lei.
No?Non intendevo ferire Sam. Ho sbagliato tutto, come ho fatto molti anni prima.
Non credo che tra noi si potrà mai più stabilire qualsiasi altro tipo di rapporto.Tessa mi prende la mano, e mi porta dietro l'ingresso di una stanza che non credevo di aver mai visto.
In fondo, questa è casa sua. Non credo ancora di conoscerne tutti gli spazi."Chiudi gli occhi..." Ridacchia.
Poggio con una sarcastica riluttanza le mani sugli occhi e le faccio cenno di continuare.
"Prendi la mia mano..."
Sento il rumore dell'apertura della porta. Dopodiché, capisco di essere entrato in una stanza."Posso aprirli?" Cerco di sbirciare.
"Nooo!" Un urlo confuso da risate fa sì che riporti le mie mani sopra gli occhi.
"Okay, calma, calma!"All'improvviso lei mi affianca.
La melodia di un carillon si fa spazio nelle mie orecchie, e dopo poco riconosco di quale carillon si tratti.Flashback
"Dylan!Dylan!Dove vai?!" Urla tra le risate, mentre mi rincorre.
"Sam!Muoviti!Voglio fare su quelle stramaledettissime montagne russe!"
"Un attimo! Siamo appena arrivati!"
In poco tempo mi raggiunge.
"Andia-"
"Aspetta..."Apre la sua borsa a tracolla. Quella da cui non si separa mai, regalatale da Diane quando aveva appena 12 anni.
Ne tira fuori una scatola di medie dimensioni.
Ridacchio per la confezione un po' pacchiana.
"Hey, stronzo! Ci ho messo tutto il mio impegno per confezionarlo!"
"Non ne dubito, non ne dubito."
Dico con un piccolo ghigno.Lei alza gli occhi al cielo e mi porge il piccolo pacco.
La guardo incuriosito, e lei mi fa cenno di scartarlo.
Con molta attenzione, ne tiro fuori un giocattolo.
La base è rotonda e di legno. Sopra di essa vi è una giostra.
Vi sono tanti piccoli personaggi.
Un gatto giocoliere, una scimmia in equilibrio su una mano, un'anatra dalla faccia buffa..."Gira la manovella..."
Trovo la famigerata manovella e faccio come detto.
La giostra comincia a girare e una melodia orecchiabile riempie le mie orecchie.
Credo che la ricorderò per tutta la vita."Ti piace? L'ho fatta costruire da mio padre.
I personaggi rappresentano ognuno un aspetto delle nostre personalità, anche quelli negativi. Se noti, dietro c'è un serpente che ti rappresenta..." Ridacchia.Ero assolutamente senza parole. Era qualcosa che non avevo mai ricevuto da nessuno. Qualcosa di così originale, piccolo e significativo.
"So che ami i carillon...E quindi...Buon compleanno, Dylan..."
Le rivolgo un timido sorrido e la abbraccio stretta forte al mio petto.
"Sei fantastica. Assolutamente, innegabilmente meravigliosa."
"Bleah, mi sta salendo il diabete..."
E tra risate e giostre, concludiamo la serata del mio quattordicesimo compleanno.
Flashback
La melodia finisce, e così anche il flusso di ricordi si arresta.
"L'ho trovato sistemando il tuo armadio...Ho pensato sarebbe stato perfetto nella camera di nostro figlio!"
Distolgo lo sguardo dal muro.
E niente, quando mi volto, non trovo Sam. Nessuna traccia del suo sguardo tenero, ma malizioso, nessuna traccia dei suoi moltissimi capelli rossi.
Niente. Tutto parte del passato."Dylan...va....va tutto bene?"
E davanti a questa donna, altrettanto meravigliosa, non riesco a non fare un paragone tra lei e Sam. La mia Sam. Quella che conosco soltanto io."Sì...Solo...Mi ero perso tra i ricordi."
Mi rivolge un sorriso consapevole e intenerito.
"Hai...Hai avuto una bellissima idea, davvero..."L'attiro contro il mio petto e le lascio un bacio casto sulle labbra.
Lei sbadiglia, mi congeda con la buonanotte e mi lascia solo, a sistemare i miei bagagli.
O, forse, i miei pensieri.Non cambia granché la mia posizione. Sto ancora sullo sgabello della stanza di mio figlio, con la testa rivolta verso il basso e le mani tra i miei capelli. A pensare al gran casino che è la mia vita. E non posso fare a meno di sentirmi in colpa. Nei confronti di Tessa, per non avere un uomo che la ami come merita, per mio figlio, che avrà come padre una persona assolutamente spregevole, per Sam, e, infine, per me stesso, incapace di saper ammettere a me, a lei, a tutti, che no, non era assolutamente semplicemente sesso.
Non mi sono nemmeno scusato. Sono così merdoso, così pieno di me, orgoglioso, da aver tagliato fuori dalla mia vita due delle donne più importanti della mia vita.
Diane e Samantha.
Cazzo, D aveva ragione. Quella ragazza ha sempre ragione. Io sono sempre ad alimentare il mio ego, non preoccupandomi dei pensieri altrui. Sono un moccioso. Un viscido, lurido moccioso.E con la totale perdita di lucidità, decido di scriverle perché questa distanza da lei mi sta disarmando e uccidendo totalmente.
Io: Hey,come va?
"Hey, come va?" Ma che ho in mente? Come dovrebbe andare? Una merda, come sempre.
La sua risposta non è immediata. Ma che mi aspettavo? Non è ciò che le ho detto di fare? Non le ho esplicitamente ordinato di starmi lontana? Che pretendo?
Eppure, la sua risposta arriva. E non è ciò che mi aspettavo.
Samantha: Dylan...Sono incinta.
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Faraway,so close. || H.S
FanfictionNon so come mi ritrovai in quella situazione. Una situazione nella quale sarei potuta essere in pericolo. Ma in realtà amare qualcuno non è un pericolo. É solo un sentimento. Un sentimento che però talvolta porta alla distruzione. L'amore non è semp...