Tirai fuori dalla tasca la mia istantanea, pronto a scattare la foto di quel meraviglioso paesaggio. Un click e tutto era fatto.
Dopo qualche minuto usci' la fotografia stampata ed ancora umida per via dei colori appena impressi. La sventolai prendendola con due dita, lasciando intanto lo sguardo vagare tra i turisti e le persone locali, tutti uniti e supefatti dalla bellezza di tale vista. E come biasimarli?
Sin da piccolo ho sempre pensato che un nuovo gioprno significa una nuova avventura, ed una nuova avventura significa conoscere la vita attraverso tutte le sue sfaccettature. Ed ora che ero li' la mia idea non cambiava minimamente. Anzi, decisi di fare una mini pazzia. Un imprevisto, o colpo del destino, chiamatelo come volete insomma.
«E' stato un piacere averti qui, anche se solo per pochi giorni», disse Stan abbracciandomi e dandomi una pacca sulle spalle. «Piacere mio!», risposi con un sorriso. Le valigie di nuovo in mano, una nuova avventura, o meglio, un nuovo capitolo della mia avventura pronto a scriversi.
Arrivai in aeroporto verso il tardo pomeriggio, visto che tra il fare i bagagli e preparare i documenti avevo perso pure l'occasione.
Mi indirizzai verso le casse, luogo insolito per i turisti visto che la maggior parte delle volte i biglietti li si hanno in mano gia' un mese prima di partire. «Salve, mi servirebbe un biglietto per Cracovia» spiegai velocemente alla commessa di turno. Lei annui' puntando gli occhi verso il monitor, quasi come le avessi detto di trovarmi un biglietto per la luna. Passarono quasi cinque mionuti prima che la senti' parlare di nuovo. «Ne ho trovato uno solo...ma sara' un viaggetto piuttosto lungo.»
«Come scusi?»
«Bhe', sei arrivato piuttosto in ritardo. L'ultimo aereo diretto per Cracovia e' partito a mezzogiorno, ed il prossimo sara' tra una settimana. Pero' questo che ho trovato ti fara' visitare un'altra citta' dell'Europa Orientale, oltre Cracovia, ovviamente. L'offerta e' un volo per Tallin, due giorni ed una notte la' e la notte del secondo giorno avrai il prossimo volo per la destinazione finale», spiego' Chai-Lin, da quel che diceva la tessera attaccata al suo collo.
Accettai, tanto che male ci sarebbe stato vedere un altro posto, anche se fuori dal programma. Che poi non era neanche piu' un programma, bensi' istinto. Pagai con la carta di credito, visto che la maggior parte dei soldi l'avevo la'.
Ragazzi, se volete un consiglio, mettete il piu' possibile per vivere un'avventura a pieno.
Stampo' il biglietto, tracciando con un pennarello verde il gate d'imbarco, l'orario e il posto. «Buon viaggio» termino' con un sorriso, come solo le persone amichevoli sanno fare.
Dopo ave fatto check-in, controlli e tutto il resto mi ritrovai sedutosullo sgabello alto di un bar a mangiare due sandwich al tacchino e sorseggiare un bicchiere di the' al limone. Tra poco avrebbero imbarcato, ma presi tutto il tempo necessario per finire quell'ottimo pranzo/cena, tanto chissa' quanto sara' la fila di persone al momento dell'inizio dell'imbarco.
E come non detto, ecccola la' l'enorme coda di tusisti pronti ad imbarcarsi su un aereo intercontinentale da 300 posti. Persone da tutto il globo impazienti di prendere ormai il loro posto sulla poltrona comoda, magari giusto giusto quella vicina all'oblo', mangiare cibo gratuito non-stop e dormire ascoltando canzoni appena uscite sul mercato mondiale ma gia' presenti nelle playlist dei mini-schermi posti sul restro di ogni poggiatesta, di modo che il passeggiero dietro possa gustarsi un bel volo in compagnia di Beyonce'.
«Signore e signori, vi preghiamo di rimanere seduti. Stiamo iniziando il proceso d'atterraggio nell'aeroporto della capitale Estone Tallin. Tenete le cinture allacciate e i tavolini chiusi, mantenendo il sedile in posizione eretta. Inoltre, per motivi di sicurezza, vi avvisiamo che i sistema multimediali verranno spenti da questo momento fino alla fine del viaggio. Grazie», annuncio' l'hostess a tutti i passeggeri, facendomi quasi balzare in aria per via delle cuffie che avevo dimenticato nelle orecchie prima di addormentarmi. Certo che per fare questi avvisi aveva proprio una voce orrenda.
Avevo dormito per la gran parte del viaggio, se non dire per tutto. Chiusi gli occhi non appena finito il pasto che le hostess avevano gentilmente distribuito a noi passeggeri, e li riapri' chissa' quante ore dopo ormai a destinazione.
Il cielo estone mi diede il benvenuto con una lieve pioggerella tipica primaverile. Ah si, partire a maggio verso l'Europa del Nord significa rimanere zuppi se non congelati, ma fortunatamente mi ando' bene ricevedo una buona dose della prima opzione.
Uscendo dall'aeroporto presi un taxi visto lo sfinimento di un viaggio da un punto all'altro della Terra, per non parlare del fuso orario che mi aveva lasciato scombussolato per tutto il giorno, fino a sera. Di nuovo sera, gia'. Credo che sia una cosa a cui ci si deve abituare quella di partire col cielo buio ed arrivare dopo ore interminabili passate tra aereo e taxi alla stessa ora dello stesso giorno in hotel. Partito verso le otto di sera da Hong Kong, arrivato alle otto di sera dello stesso giorno in hotel a Tallin.
Mi coricai mezzo morto sul letto senza neanche essermi tolto i vestiti, e caddi in uno dei sogni piu' sereni e tranquilli della mia intera esistenza.
«Bhe', perche' non vieni?»
«Perche' non e' cio' che voglio, almeno ora.»
«Non farai in tempo, sai?»
«In tempo per cosa?»
«Per tutto. Per me. Per te. Per tutti.»
«Non capisco.»
«Come sempre, troppo stupido ed irriverente per capire cio' che succede attorno a lui. Certe volte mi chiedo perche' perdo tempo dietro te. Poi mi ricordo improvvisamente il motivo.»
«Come scusa? E quale sarebbe?»
«Ti sto dietro per dare un senso alla tua patetica vita. Senza di me non saresti niente.»
Mi svegliai di colpo. Sudore. Sudore era cio' che sentivo su tutta la mia fronte, sul petto, sui palmi delle mani. Respiravo affannosamente. Era successo di nuovo, e non avrebbe smesso per ancora molto. Almeno cio' era quello che credevo. Un tormento, un tormento per tutto cio' che e' successo, che e' stato fatto. Che ho fatto.
Girai la testa, ritrovando un cielo scuro senza nuvole dietro la tendina semi-trasparente della stanza. La sveglia sul comodino segnava le 5:37. Feci un ragionamento veloce, constatando che sarebbe stato meglio andare a dormire.
Cosi' mi ricoricai a pancia in su, ritrovandomi di nuovo avvolto nelle braccia di Morfeo.
**Spazio autore**
Salve salvino, eccoci qua con un nuovo capitolo. Ho pensato di aggiungere un briciolo di suspense prematura. Che cosa sara' mai successo? A chi appartenevano le voci del sogno? A cosa si riferivano?
Lo scoprirete piu' avanti nella storia, passo per passo.
Per ora e' tutto....Alla prossima!
~Fra'.
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This Big World ~ Il mondo che c'e' in te
FanfictionAvete mai avuto quella sensazione di essere alla ricerca di qualcosa, senza sapere di cosa esattamente? Io si. Era da anni che non riuscivo a trovare il mio posto nel mondo. Ricordo che una notte ero talmente sommerso da questo pensiero da non riusc...