Io non accetto

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Tu, tu che ti fai credente di una religione

in cui non credi ne per cuore ne per mente

sappi che stai divenendo prigioniero

di forse di sempre la peggior prigione.

Si chiama mondo, il tuo di mondo

quello meno di una pozzanghera profondo

quello che hai creato per scappare

da una società piena di maschere.

Hai fabbricato la tua per poter respirare

ma ricorda che non siamo a carnevale,

che ci saranno sempre chiacchiere

e che la carta scompare con il temporale

per il tuo vero volto mostrare

perché qui non ogni scherzo vale.


E tu, tu che ti fai portatore di un'appariscente tolleranza,

che credi saper dire cosa è l'amore,

quando non hai mai conosciuto nessun dolore,

vai in giro per le strade parlando solo di sesso

o dei bassi valori in cui riponi la tua speranza.

Ti credi arrivato, alla moda, forse sei il progresso?

Ma vai a studiare, a farti una cultura

perché io giuro su tutto me stesso

che ti rinchiudo dentro quelle mura

del tuo cuore ch'è solo regresso

ad un pregiudizio che ti viene fuori troppo spesso,

ma da ora ad un'epoca futura

inginocchiato per respirare chiederai permesso.


E tu, tu che mostri la tua rara moralità

mi fai venir voglia di esser tuo allievo

per imparare quella tua magica arte,

per avere anche io quel gran sollievo

di manovrare e truccare come fai te le carte.

Vai e mostra un po' di vitalità,

credere in qualcosa non costa così tanto,

ma certo non puoi aver davvero pensato

di lasciarti annegare nel tuo sudicio pianto

ancora prima di avere seriamente cominciato.

Fatti una vita e lascia in pace l'amico,

costruisci i tuoi sogni e non demolire quelli altrui

perché io mi dichiaro tuo nemico e ti dico

che così domani dirai soltanto "io fui".


Mi sento solo tappa, momento.

Non riesco proprio ad afferrare

quel percorso, forse troppo grande.

Ma io ci provo, io ci tento

Ma io ci provo, io lo alzo il mento

anche se con le lacrime sul viso

sorrido dell'altrui sorriso

mentre sprofondo in questo mare

che più di acqua mi pare di domande.


Mi sento come un enzima

che compie sempre il suo lavoro

senza pausa, senza tregua, senza riposo

per far avvenire una reazione

di cui lui stesso non sarà mai prodotto,

perché lui non sarà mai sulla cima,

perché lui non sarà mai come i reagenti, come loro,

perché lui un giorno sarà esploso,

perché lui è strumento, non creazione,

perché lui non sarà mai ossidato, ma solo ridotto.


Dunque io, io non pensiate sia immune

perché queste atrocità esistono

e sono di un luogo comune.

Ma io combatto, ancor cammino

perché le mie gambe resistono

perché io lo faccio il mio destino.

A voi che sprecate ogni vostro secondo

non per essere ma per apparire,

a voi che nella vostra vita sapete solo dormire,

a voi che ostentate un cuore immondo,

io dico che qui nessuno è perfetto,

ma no, io voi proprio non vi accetto.

Piccoli passi (o l'Eco del Diluvio) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora