Portare il gesso a metà maggio, con la temperatura che andava salendo, non era il massimo della felicità. Continuavo a rigirarmi nel letto, cercando invano una posizione comoda ma sembrava un'impresa insormontabile. Quindi mi alzai innervosita, stanca e arrabbiata; raggiunsi la cucina per prendere un bicchiere d'acqua e, sul divano, ci trovai mio padre. Mi avvicinai a lui in punta di piedi, pronta per fargli uno scherzo o per farmi coccolare, come facevo quando ero piccola.
«Richard, quante volte devo dirti di non addormentarti davanti al televisore?» tentai di imitare la voce di mia madre e, sebbene mio padre sussultò sentendo il suo nome, mi sorrise e si stropicciò gli occhi.
«Devi perfezionarti.» commentò allora, facendomi segno di sedermi accanto a lui.
Mi accocolai tra le sue braccia, come facevo quando ero piccola, e chiusi gli occhi quando prese ad accarezzarmi il capo. Adoravo mio padre e amavo ancora di più il rapporto che c'era fra noi: non si impicciava mai nella mia vita sentimentale, si sentiva fiero di avere una figlia dagli ottimi voti ed era felice perché, secondo lui, il destino mi stava riservando cose meravigliose per il mio futuro.
«Papà, mi racconti come tu e la mamma vi siete conosciuti?» domandai, circondandolo con le mie braccia.
«Perché vuoi sentire questa storia?» chiese lui a sua volta, senza smettere di accarezzarmi il capo.
Io mi strinsi nelle spalle, avevo voglia di riascoltare quella storia romantica, quella che se ne avessi scritto un libro sarebbe diventato uno dei romanzi d'amore più belli di sempre, o almeno a parer mio. Un motivo, in realtà, c'era: volevo solo capire come fosse conoscere la persona giusta, quella con cui si potrebbe costruire qualcosa di concreto e solito. Avevo spesso pensato, anzi era un mio chiodo fisso, che l'amore tra due persone dovesse durare in eterno, e se poi fosse saltata fuori qualche crepa, la si aggiustava insieme.
Senza che me ne accorgessi, mio padre stava già raccontando la storia di come aveva conosciuto la mamma. Tutto era cominciato in una giornata di pioggia all'areoporto, mio padre aveva appena addocchiato un taxi libero sul quale poter salire e tornare a casa dopo un intero semestre al college. Quindi aveva chiamato la macchina con un fischio, avanzando di qualche passo sotto la pioggia per avvicinarsi all'auto gialla. Aveva aperto la portiera e, deducendo che l'autista non sarebbe sceso neanche a pregarlo, si affrettò a mettersi la valigia nel bagagliaio. Era poi tornato alla portiera ed era salito sul taxi, accorgendosi solo dopo di chi avesse accanto.
«Credo di esserci arrivato per primo, signorina...?» aveva detto, zuppo dalla testa ai piedi.
«Nancy, solo Nancy.» aveva risposto lei con garbo, girandosi a guardarlo, «E poi penso che un gentiluomo come lei possa lasciare il posto ad una donna. Prenderà il prossimo.»
«Cosa?!» aveva esclamato lui, senza badare al tassista che si stava innervosendo davanti a quella discussione.
«Mi ha sentito bene, signor...?» aveva domandato lei, incrociando le braccia al seno.
«Richard Harris.» era stata la sua risposta, molto sgarbata a quanto ricordava mio padre nel raccontarlo.
A quel punto il tassista si era arrabbiato e aveva attirato l'attenzione di entrarmbi i miei genitori, costringendoli a prendere una decisione: o entrambi sul taxi - il che gli avrebbe fatto guadagnare molto, secondo papà - o scendevano tutti e due e si trovavano un'altra macchia. Così mio padre, con uno sbuffo, aveva dato la sua via al tassista e mia madre si era meravigliata: doveva recarsi da degli amici proprio nella via accanto.
I giorni delle vacanze, quindi, li avevano passati spesso insieme. Era la prima volta che mia madre metteva il naso fuori dal suo piccolo paese per le festività e, mio padre, si era guadagnato la sua simpatia facendole visitare la sua città. Un mese dopo si erano già follemente innamorati l'una dell'altro, sebbene fosse relativamente misero quel lasso di tempo in cui erano stati insieme. Però nessuno dei due aveva fatto la prima mossa, lasciando che quei sentimenti li divorassero dal dentro.
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Qualcosa di nuovo (#Wattys2016) || COMPLETATA ✅
RomanceDAL PROLOGO «e l'ultima coppia è formata da Samuel Miller e Keyla Harris.» Mi girai immediatamente perché sapevo che lui era in una delle ultime file. I suoi occhi neri incrociarono le mie iridi verdi e le sue labbra si innarcarono in un sorriso...