JAMIE.
«Oggi andiamo a fare snowboard!» esclama Harry sorridente, entrando in salotto e sedendosi sul divano accanto a me.
«È fuori questione» borbotto stringendomi alla coperta calda.
«Per quale ragione?» mi domanda confuso.
«Non mi piacciono le piste innevate, tutto qui» mormoro osservando lo scoppiettio del fuoco nella stufa.
«È perché a sette anni ha rischiato di spaccarsi una gamba» interviene Niall, facendo il suo ingresso.
«Davvero?» chiede Harry incredulo.
«Sì, sono caduta dagli scii e ho messo giù male la gamba destra» spiego afferrando una tazza piena di cioccolata calda e portandola alle labbra.
«Beh, se non vuoi andare, resta qui a fare compagnia a me» commenta Louis, che se n'era stato appollaiato sulla porta, ascoltando la conversazione.
«Tu non ci vai?» gli chiedo puntando lo sguardo su quelle iridi azzurre.
«No, sono tutto indolenzito, penso che mi stia salendo la febbre» si lamenta con una smorfia.
«Per me va bene» commento sorridendo.
«Se vuoi resto anche io, devo solo dire agli altri che ho un problema, o qualcosa del genere» borbotta Niall alla mia sinistra, passandosi una mano dietro alla nuca.
«Guarda che non la mangio mica!» interviene Louis alzando le mani in aria.
Niall sembra dubbioso, ma il mio sguardo sorridente, basta a convincerlo.
«Okay, allora. Finché non è Harry va bene» ride il biondo alzandosi in piedi.
«Ehi!» esclama offeso il riccio.
«Smettetela e andatevi a cambiare» interviene Zayn, che indossa già la tuta da scii.
«Sbrigatevi!» esclama Liam, anch'esso vestito come il moro.
Niall e Harry corrono verso le loro camere, mentre io rido silenziosamente insieme a Louis.
«Sei sicura di non voler venire?» si accerta Liam, con voce paterna.
Sto per rispondere, quando la voce di Louis si intromette.
«Ma qua siete tutti convinti che la voglia stuprare o qualcosa del genere?» sbuffa scuotendo la testa.
Liam gli manda un'occhiataccia e mi rivolge uno sguardo interrogativo. Mi limito a sorridere e annuire, mentre rido leggermente.
«Va bene allora, andiamo» fa il suo ingresso l'unico e solo Harry Styles.
«Ci vediamo dopo, Lou» lo saluta con una pacca sulla spalla.
«A dopo, principessa» si rivolge a me, facendomi un'occhiolino.
«Sì, sì, bravo, ma ora sbrigati» si intromette Niall, spingendolo verso la porta.
«Ciao, Jay» torna indietro il biondo, lasciandomi un dolce bacio sulla guancia.
Quando tutti escono dalla stanza, mi lascio cadere a peso morto sul divano, avvolgendomi nella coperta calda.
«Allora, che si fa?» mi raggiunge Louis, sedendosi accanto a me.
«Non lo so... facciamo un gioco da tavolo?» propongo guardandolo di sottecchi.
Non so perché, ma me l'aspettavo diverso, più basso, forse. Magari ci speravo un po', così almeno non avrei fatto la parte del nano da giardino.
«Certo, perché no» dice sorridendo.
«Sei più alto di quello che mi aspettavo, sai?» gli dico ridendo.
Lui sorride e assume un'espressione orgogliosa.
«Mi piacerebbe vantarmene, ma non avrebbe senso farlo con un puffo» mi prende in giro scherzosamente.
Io metto su un finto broncio e gli schiaffeggio leggermente la guancia. Lui si porta la mano sul punto "ferito" e imita un'espressione addolorata.
«Però prima posso chiederti una cosa?» domando dopo qualche secondo.
«Certo»
«A volte non è difficile essere così famosi, intendo, con tutti i paparazzi e le limitazioni che ne comportano? Okay, forse è una domanda stupida» finisco per borbottare, grattandomi la nuca imbarazzata.
«Non è una domanda stupida, solo che mi sorprende che tu non l'abbia mai chiesto a Niall» commenta curioso.
«È perché lui non lo considero "una celebrità» comincio, virgolettando le ultime parole con le dita.
«Continuo a vederlo come il bambino che ho conosciuto a Mullingar, e non come una star mondiale» gli spiego cercando di fargli capire il concetto.
«Beh, in effetti lo è, nel senso che non avere privacy è davvero estenuante a volte, ma tutto questo viene sempre ripagato» risponde alla mia domanda precedente.
«Da cosa?» chiedo curiosa.
«Dalle mie directioner, tu non puoi capire cosa voglia dire vedere tutte queste persone che ci sostengono sempre, nel bene e nel male, senza di loro non saremmo niente, mi piacerebbe che tutte loro sapessero quanto in realtà valgono per me e quanto sono importanti. Ho paura di deluderle sempre, vorrei solo che sapessero che, anche se un giorno avrò dei figli, o una moglie, o una fidanzata, loro resteranno sempre nel mio cuore»
Il suo discorso mi ha colpito davvero tanto, non pensavo che le sue fans contassero così tanto per lui.
Gli sorrido soddisfatta e mi alzo dal divano alla ricerca di un gioco da tavolo.
«Secondo te dove potrebbero esserci dei giochi?» gli chiedo guardandomi intorno.
«James, il tipo che ci ha affittato la baita, ha detto che nella soffitta dovrebbero essercene alcuni» riflette, dirigendosi verso le scale.
Io lo seguo in silenzio, mentre percorriamo la scalinata in legno.
«Ma qui non ci sono le camere?» chiedo osservando il corridoio.
«Sì, infatti dobbiamo trovare altre scale in teoria...» borbotta iniziando ad aprire tutte le porte.
«Qui non c'è niente» sbuffa arrendendosi.
«Ho avuto un'idea!» esclamo io, scendendo dalle scale di corsa.
«Giochiamo a post it! Io e le mie sorelle ci giocavamo sempre» dico, cercando nei cassetti della cucina scotch, carta e penna.
«Cos'è?» chiede confuso.
«In pratica, dobbiamo scrivere su un foglietto un oggetto, e poi attaccarlo sulla fronte dell'altro senza mostrarglielo. Vince chi indovina che oggetto è» gli spiego, prendendo l'occorrente e portandolo sul divano.
«Sì! Mi piace come idea» accorda lui, sedendosi di fronte a me.
Mi piego leggermente e scrivo "Tavolo" ordinatamente sul foglietto, prima di fissarlo con lo scotch sulla fronte di Louis.
«Hai fatto?» gli chiedo mentre posiziona il suo foglietto sulla mia testa.
«Sì, cominciamo!» esclama entusiasta.***
«Sono una particella subatomica?» chiedo sull'orlo dell'esasperazione.
«Non so neanche cosa sia! Che domande mi fai?» esclama nel mio stesso stato.
«Ti prego, possiamo smetterla?» lo imploro massaggiandomi le tempie.
«Non finché non ho indovinato!» risponde lui cercando di mantenere la calma.
«Mi puoi mangiare?» mi chiede speranzoso.
«No» rispondo arresa.
«Le iniziali si usano per indicare un componente della tavola periodica?»
«Ma che diamine stai dicendo? Sei umana?»
«Okay, okay, allora... mi usi per lavoro?» riprovo cercando di concentrarmi.
«No» borbotta lui quasi sul punto di piangere.
«Posso essere spremuto?»
«Ti pare che se non ti posso mangiare, puoi essere spremuto?!» urlo tirandomi i capelli.
«Ma che diamine...» dice una voce alle nostre spalle, con un tono confuso.
«Ma che state facendo?» chiede Niall con una faccia stranita.
«Shht, stiamo giocando a post it» taglia corto Louis, facendomi cenno di continuare.
«Posso essere usato a scopo medicinale?» provo con voce stanca.
«No! Ma che domanda è?» esclama lui alzandosi in piedi.
«Di certo è meglio che "posso essere spremuto?"» urlo a mia volta, scimmiottando la sua voce.
«È una domanda intellingente!»
«Solo gli agrumi possono essere spremuti! E tu non puoi essere mangiato!»
«Ma da quanto state giocando?» chiede scioccato Zayn, mentre torniamo a sederci.
«Da quanto siete usciti?» chiedo massaggiandomi nuovamente le tempie.
«Direi da due ore e mezza» si intromette Liam, guardando il suo orologio da polso.
«Allora da due ore e venticinque minuti» borbotto infastidita.
«Ho le gambe?»
«Sì! Sì! Sì! Louis hai le gambe!» scatto alzandomi in piedi eccitata.
«Sono una persona!» esclama anche lui, imitandomi.
Chiudo gli occhi per un attimo, prima di scoppiare.
«No! Diamine! Non sei una persona! Non puoi essere spremuto o mangiato, non si usa in spiaggia, nè per fare il bagno! Sei soltanto un comune tavolo! Un tavolo!» strillo fuori di me, strappandogli il bigliettino dalla fronte e saltandoci sopra furiosamente.
«E tu sei una banana! Cristo santo! Sei una banana! Non una particella subatomica, nè un contenuto della tavola periodica! Una banana!» urla, di rimando, furiosamente, aiutandomi a strappare in tanti piccoli pezzettini i due foglietti.
«Ehm... okay, noi andiamo...» mormora Liam, ma io sono troppo impegnata a fare coriandoli per prestarci attenzione.
Non giocheremo mai più a questo gioco.
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Best Friend Niall Horan
أدب الهواة"Sei Superman?" "Non posso essere Superman, ma per te sarò un super uomo" "Tu non la tratti più come una migliore amica" "No, io la tratto come la ragazza di cui sono innamorato"