Riunione (parte 2)

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“Non so se è un bene o un male, ma comincia a piacermi girare in questo modo sugli alberi. L'unica pecca ...” il rumore di un albero abbattuto nelle vicinanze si fa strada nel silenzio della mattinata “... e ti pareva” pensò Matth riuscendo a non cadere in basso. Anche se si trovava lì da una settimana non si era ancora abituato a tutti quegli alberi che cadevano e il rumore che procuravano. Si sentì comunque fortunato nella sfortuna di trovarsi su uno di quelli che dovrebbero reggere meglio il peso degli animali, ma il tonfo non era comunque di buon auspicio soprattutto perché era mattina e per i due ragazzi mancanti all'appello. Non volle pensare alle condizioni in cui si potrebbero trovare se non fosse in grado di escogitare un modo per andarsene dall'isola in poco tparte)

Beh non era un dispiacere restare lontani per un po' dalla tecnologia, di cui si accorse di essere troppo dipendente, ricordò il motivo per cui preferiva l'azione alla scrivania che gli avevano assegnato (tra l'altro quasi sempre vuota, non di fogli naturalmente, o impolverata). Odia dover essere dipendente dal computer e da quella spia che dovrebbe indicare la presenza o meno di problemi nelle varie città mondiali. Problemi è solo questo che quelle odiose macchine sanno trovare.
Si trovò in poco tempo a voler tirar pugni e calci ad un albero o correre lontano per togliersi la tensione che fino a quel momento continuava a crescergli a dismisura. Credette di star diventando pazzo a forza di pensare troppo a qualsiasi cosa. Nemmeno in posto 'tranquillo' riusciva s trovare un po' di pace.

Il verso di uno di quegli animali, proveniente da sotto i suoi piedi, lo risvegliò dai suoi pensieri, giusto per cambiare di poco argomento su cui accanirsi.

« E tu che vuoi? Eh, non mi prenderai stupido coso! » “che tra l'altro so che animale sei ma sono dettagli” si rimproverò da solo.
Riprese la sua camminata cercando di seminare nel verde degli alberi il suo compagno sul terreno. Si ritrovò di nuovo a pensare da chi/cosa dovesse andare: la radio o i ragazzi. Sapendo che qualcun altro non è molto in grado di rimanere in equilibrio sui tronchi messi alla bel e meglio come collegamento tra gli alberi, scelse la seconda. Alla prima ci avrebbe pensato in un secondo momento.

“Ma vuoi cambiare obbiettivo!? Lo vuoi capire che da qui non scendo bestiaccia della mal'ora!”

** Saru prov **

Non so come ho fatto, ma almeno la colazione c'è … più o meno. Non è esattamente ciò che cercavo, ma non mi sembra il caso di provare ad andare a pescare qualcosa al fiume qui 'vicino' che, tra l'altro, non so neppure che tipo di pesce ci sia. Se fosse quello preistorico col cavolo che cerco di prenderlo, ho già avuto abbastanza rotture con quelli terreni che mi bastano e avanzano fino alla fine della mia permanenza qui. Se solo avessi più colpi non starei qui ad aspettare … e se qualcun altro fosse messo meglio.

Quasi quasi preferisco vedere una certa persona tutti i giorni che star qui con quegli affari che gironzolano e non si sa mai dove sono. Mi gira ancora la testa di tanto in tanto per quella botta e da fastidio, in più l'odore strano che si sente qui e la poca luce che riesce ad entrare dalla 'porta' non aiuta un granché e contando che stanotte non è che abbia realmente dormito, rispetto a qualcun altro qui presente che non sta ancora dando cenni di risveglio, è logico che sia stralunato. Beh almeno qualcuno non sembra che abbia avuto problemi con il braccio.

Ritiro quel che ho pensato prima, vado a farmi un giro al fiume e se prendo qualcosa meglio che mangiare barrette a caso, un'altra volta. Mi alzo cercando di mettere Fey in una posizione comoda ma, prima che esca, ha già cambiato posizione. Che nervi! La prossima volta lo lascio cadere che faccio prima.

Prendo l'arma, che tra l'altro avevo tenuto in mano per tutto il tempo, e scosto quella che in teoria sarebbe una porta ed esco. La luce iniziale, diversa da quella all'interno, mi acceca e questo è male, se non vedo non ho la possibilità di difendermi. Rimango fermo finché gli occhi non si abituano alla luce, mi sento abbastanza fortunato (per modo di dire) a quanto pare non c'è nessuno che abbia così tanta fame da provare ad aggredirmi.

Inazuma eleven: L'isola del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora