«Luke, perché tu e Michael non andate a trovare un posticino per pranzare? Noi vi raggiungeremo più tardi» mi chiede la mamma con il suo solito tono materno.
Lo sapevo che non avrei potuto evitarlo.
Annuisco, e mi incammino verso il posto che preferivo quando ero piccolo. Michael ci era venuto una volta con me quando eravamo piccoli, ma non è mai stato un appassionato di natura. Anche quando eravamo inseparabili, non voleva mai unirsi alle nostre avventure da trekking, si sarebbe annoiato. Adesso, però, ripensandoci, mi dico che avrei dovuto portarlo con me comunque.
Trovo il tavolino da picnic nella piccola area appartata tra alberi della foresta rossa. È bellissimo e non posso fare a meno di ammirarlo prima di sedermi sulla panca di legno.
«Wow» sento Michael sussurrare.
Non dico niente, mi volto e appoggio sul tavolo il cibo che la mamma mi ha dato per pranzare. Ci sono dei panini e delle patatine. Noto che ha messo un'etichetta ai sacchetti in cui sono contenuti, e non so se mettermi a ridere o a piangere perché lei si ricorda il panino preferito di Michael mentre sbaglia ancora il mio.
Porgo a Michael il suo panino, lui lo prende dalle mie mani prima di aprirlo e gettarsi subito sul cibo.
«Tua mamma ricorda davvero il mio panino preferito?» mi chiede Michael, sbalordito che qualcuno potesse ricordare qualcosa di così insignificante come il suo panino preferito.
Be', non è niente di così complicato da ricordare: pane bianco, maionese e mostarda solo su un lato, quattro fette di prosciutto di tacchino, lattuga, pomodori, e pancetta. Non è niente di pazzesco ricordare un panino di questo genere.
Prendo un po' della mia insalata di tonno, facendo una smorfia di disgusto. La mia preferita è l'insalata di pollo, un piatto così semplice ma allo stesso tempo facilmente dimenticabile da mia mamma, soprattutto ora che è troppo impegnata a pensare al ritorno di Michael. So perfettamente che lei vuole che accada qualcosa tra di noi, ma per me non sarà così.
«Lei è brava a ricordare le cose» faccio spallucce.
«Allora perché stai mangiando l'insalata di tonno?» ridacchia Michael sfacciatamente. «Tutti sanno che odi il tonno. Scommetto che anche il Presidente lo sa, da quando te ne lamentavi sempre ogni santo giorno a scuola quando lo servivano alla mensa.»
«Chi vorrebbe servire questa disgustosa merda a dei bambini?» Mi strozzo quasi al ricordo. E di fronte a me c'è un'insalata di tonno che non aspetta altro di essere gettata tra gli alberi.
«Non è così male. Sei soltanto esagerato, Lukey.» Lui ride, prendendo un po' del suo cibo.
Lo guardo addentare un morso dopo l'altro, finché non si accorge che lo sto fissando. Alza un sopracciglio e mi tende l'altra metà del panino non mangiato. È così invogliante. Inizio a sentirmi un po' male al ricordo di noi che facevamo lo stesso anni fa quando pensavamo che non significasse niente, ma ora significa molto di più.
Scrollo la testa e continuo a mangiare la mia scatola di schifezza, evitando di incrociare i suoi occhi.
«Luke, forza, n-»
Il mio telefono inizia a squillare ad alto volume, interrompendo Michael.
«È Ashton!» strillo, saltando su dalla panchina per rispondere al mio fidanzato.
Do un'occhiata veloce a Michael, giusto per vedere le sue spalle abbassarsi visibilmente e mormorare qualche inaudibile parola prima di continuare a mangiare.«Ashy!» esclamo, ridacchiando contro il cellulare. È passato qualche giorno dall'ultima volta che ho parlato con Ashton al telefono e non vedo l'ora di sentire tutto sui concerti che hanno tenuto di recente.
«Come te la passi, piccolo?»
«Tutto bene. Sono alla foresta di Muir con la mia famiglia e Michael oggi...» spiego, appoggiandomi contro un albero.
«Michael?» chiede lui, sembrando un po' confuso.
«Sì, mia mamma lo ha invitato. Sai com'è lei.»
«Be', penso che sia fantastico. Hai bisogno di altri amici oltre a Calum. E voi due vi conoscete da molti anni, quindi è molto bello per te, Luke.»
«Sembri mia mamma ora» sbuffo. Do un'altra sbirciatina verso Michael e noto che lui mi sta guardando, ma non in modo sospetto, piuttosto sembra incuriosito dal fatto che il suo nome sia stato menzionato in una conversazione con il mio fidanzato.
«Scusa» mormora Ashton. La sua voce suona smorzata attraverso il telefono.
«Allora?» dico, cambiando argomento. «Come stanno andando i concerti, tesoro?»
Ashton ridacchia. Confuso dalla sua risata, mi allarmo subito e sento un'altra voce in sottofondo e sospiri soffocati. «Ehi, ti dovrò chiamare un'altra volta, Luke.»
«Cosa, perché...»
«Ciao.»
Mi acciglio, spostando il cellulare dall'orecchio. La voce nella mia testa mi dice che era soltanto un altro membro della band. Il sentimento straziante, del mio istinto, inizia a prendere il sopravvento su di me prima di accasciarmi ai piedi dell'albero e piegarmi su me stesso.
Michael accorre da me in men che non si dica. Si accovaccia al mio fianco, preoccupato.
«Cosa c'è che non va? Stai bene? Cosa ha detto Ashton?»
«Non ha detto niente. Ma la voce che ho sentito in sottofondo è stata sufficiente per me per capire. Penso che lui mi stia tradendo, e mentre era al telefono con me» urlo.
Delle lacrime di rabbia verso Ashton iniziano a scorrere libere e copiose sul mio viso.
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Hola, people!!! Come state?
Sono andata di nuovo a fare una passeggiata fino al cancello (dove prende meglio la connessione lol) per aggiornare anche questa storia! 😁
ORA INIZIANO I MIEI CAPITOLI PREFERITI ED INIZIA IL DRAMMA CHE PORTA IL NOME DI ASHTON!! 😝 Ashton starà davvero tradendo Luke? Cosa succederà ora?
Non vedo l'ora di farvelo sapere nei capitoli successivi 😍
Se il capitolo vi è piaciuto, fatemelo sapere con un voto ed un commento, come sempre!
Adios, people! A presto! ❤️
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Luke and the Boy Next Door | Muke (Italian Translation)
FanficLuke Hemmings é sempre stato il vicino di casa di Michael Clifford, da quando lui può ricordare. Giocavano insieme all'aperto sotto il sole cocente della California, chiacchieravano fino a tarda notte affacciati alle loro finestre che erano esattame...