24/7 - The Neighbourhood

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«I know what it means to you anytime
All day, every week, for you
I'll be there to listen and believe in you
It's the same thing that I really need from you»


Capitolo 5

Quella notte non riuscì a dormire. Mi rigiravo più volte tra le lenzuola del letto senza però trovare una posizione comoda tale da potermi provocare sonnolenza.

Sapevo però che non si trattava di questo.

Sapevo che il mio non riuscire a dormire fosse dovuto ad altro.

Sensi di colpa.

E la cosa non mi rilassò per nulla, anzi se possibile mi rese ancora più nervosa.

Sbuffai un paio di volte prima di prendere a fissare il soffitto senza pensare a nulla in particolare.

Era da ben tre giorni che evitavo sia Tom che Nate. Ero letteralmente mangiata viva dai rimorsi.

Subito dopo essersene andati, quel giorno, mi ero nascosta letteralmente sotto le coperte, a pensare, riflettere sul da farsi. Volevo chiarire al più presto, era la cosa più giusta da fare.

Ma la mia codardia mi aveva portato ad ignorarli del tutto, senza una spiegazione. Ero ancora arrabbiata con Nate per il suo comportamento inopportuno, ma Tom non c'entrava assolutamente nulla in tutto quello.

La verità era che i miei pensieri erano confusi anche verso lui.

Il mio ritorno, la sua vicinanza, le nostre vecchie abitudini mi avevano acceso qualcosa dentro, fatto rivivere vecchie emozioni e scoprirne nuove nascoste da qualche parte dentro di me.

Eppure ciò non cambiava il fatto che nessuno dei due si meritava un trattamento del genere.

Ma io, da stupida bambina quale ero, li avevo trattati quasi come se fossero loro il problema quando invece ero io che sentivo la necessità di prendermi una pausa da tutto e tutti, di pensare alla situazione in cui mi ritrovavo, di capire perchè Nate fosse cambiato così tanto in mia assenza, cosa fosse successo, perchè arrivava addirittura a pensare che io e Tom ci frequentassimo alle sue spalle. Ero sopraffatta da tutte quelle nuove sensazioni e pensieri, avevo bisogno di una pausa.

E così avevo fatto.

Nonostante tutto Tom aveva chiamato più volte in quei giorni, e potevo capire la sua preoccupazione. In fondo lui non aveva fatto niente di male, perchè diavolo lo stavo evitando?

Nate, d'altra parte, aveva lanciato delle dure accuse nei miei confronti e numerose insinuazioni velate. Insomma, aveva esplicitamente detto che Tom fosse il mio amante e che la nostra relazione fosse tutta una messinscena.

Non molto carino da parte sua.

Avevo semplicemente bisogno di stare un po' con me stessa. Solo io e me stessa, così come ero stata in quelle settimane a New York.

Ma era evidente che la situazione fosse piuttosto differente.

Mentre nel mio viaggio studio dovevo fare i conti con me stessa e il mio pennello costantemente nelle mani a viaggiare per le città e dipingere tutte le più piccole sfaccettature che si perdevano nell'aria e nel vento, lì ero semplicemente rinchiusa in una stanza ad affogare nei miei sensi di colpa con l'orribile paura di affrontare i miei concreti problemi.

Una codarda, ecco cos'ero.

Ma non poteva continuare così ancora per molto. Decisi che avrei dovuto risolvere quella situazione al più presto e chiarire con entrambi. Non potevo troncare due dei miei rapporti più importanti per una stupida sfuriata.

Lay Your Heart On Me [A Tom Hiddleston Fanfiction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora