Primo Round

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#1

Ester non riusciva a capire. Secondo l'elegante orologio posto in camera sua, erano le undici e trenta minuti di mattina, eppure lei era a letto. Nessuno si era degnato di svegliarla ad un orario decente. La luce del sole entrava prepotente nella sua stanza, senza che le pesanti tende di broccato verde la ostacolassero. Per aggiungere un altro elemento estraneo alla sua abitudine, aveva un mal di testa epocale. Qualsiasi movimento aumentava la sua agonia. L'ultima cosa di cui si ricordava, era lei che correva contro sua sorella, giù per la grande scalinata della sua villa, e quest'ultima che le intimava di sbrigarsi, sorridendo. Tutto ciò era inconcepibile!! Di solito, alle nove del mattino, arrivava una cameriera a svegliarla e quasi mai la stanza era illuminata, le tende erano sempre chiuse. Inoltre era raro che lei corresse... Era sempre molto elegante nel portamento e nei movimenti, motivo di vanto per i suoi genitori. Non riusciva a capacitarsi di come tutto ciò fosse stato possibile. Voleva chiedere spiegazioni a qualcuno ma, data la sua forte emicrania, anche il solo pensiero di suonare il campanello per chiamare la sua cameriera, la faceva star male. Decise così di alzarsi dal letto. Con molta calma riuscì a mettersi seduta, e con altrettanta calma poté alzarsi in piedi. Naturalmente aveva addosso soltanto la sua veste da notte. Si disse che poteva uscire di camera anche in quel modo. Si sarebbe diretta velocemente nello studio di suo padre, che si trovava a due passi dalla sua stanza, sul suo stesso piano, e dopo aver capito come si erano svolte le vicende e perché, sarebbe tornata a cambiarsi. Ormai aveva capito, dai pochi ricordi che aveva e dal mal di testa, che era caduta dalle scale. Giunta alla sua meta, bussò alla porta e aspettò che suo padre le dicesse di entrare. Non sentì alcuna voce. Ripeté ancora l' operazione e ancora niente. Decise di provare ad aprire da sola, e con suo stupore, si accorse che la stanza non era chiusa a chiave. Entrata, notò sorpresa che di suo padre non c'era nemmeno l'ombra. L'ambiente era buio, le imponenti finestre, che davano sul parco della villa, chiuse e il tutto era reso ancora più tetro dalle pareti ricoperte interamente da libri. Ad un certo punto, uno dei pesanti tomi, appoggiato su una mensola, cadde e dal buco rimasto spuntò una testolina. Ad Ester per poco non cedettero le gambe. Che creatura era quella?? Aveva la faccia si e no grande quanto la sua mano, mentre il corpo era sottile e di fattura umana. Aveva le braccia e le gambe simili a quelle di un normale uomo, ma il viso era più simile a quello di un vecchietto, pieno di rughe e pelle in eccesso. La sua carnagione aveva un colore grigiognolo e le orecchie erano molto grandi. Una cosa che colpì la giovane fu il colore degli occhi. Erano grandi e tondi, e di un colore strano, giallo vicino alla pupilla e color malva intorno. Qualunque cosa fosse sembrava più spaventata di lei, infatti si mise immediatamente ad urlare. Aveva una voce stridula, ed Ester, pur di fargli smettere quella tortura per la sua povera testa, cercò in tutti i modi di tranquillizzarlo:"Per favore, non urli" disse "La mia testa sta scoppiando, non ho intenzione di farle del male". La creatura, evidentemente, aveva capito che era innocua, perché smise si urlare. Ester, molto soddisfatta del suo risultato, era decisa a scoprire che razza di animale era quello che aveva davanti:"Mi scusi, ehm... Signore... Cosa ci fa lei qui? E che cosa è?" Lui rispose:"Oh stia tranquilla, dolce signorina, me ne andrò subito. Sono Robert, il mio amico Alfred mi sta aspettando qua fuori" e indicó la finestra. Ester non era per niente soddisfatta, e per di più quel coso, Robert, non aveva risposto a nessuna delle sue domande. Indispettita, ritentò:"Signor Robert, con tutto il rispetto, lei non ha risposto a nessuna delle mie domande, e la cosa non mi è piaciuta!" e continuando il suo discorso:"Vada subito via da casa mia. Non so nemmeno io perché non l'ho ancora cacciata". In effetti se lo stava chiedendo. Perché mai era stata calma? Perché stava parlando "amabilmente" con quel qualcosa, che si era per di più introdotto in casa sua? Non ebbe tempo di darsi una risposta, perché l'essere, con lo sguardo di chi la sa lunga e non si stupisce più di niente , le rispose:"Me ne andrò subito. Scusi per la maleducazione, non avrei voluto mancarle di rispetto, ma davvero non so dove ho la testa in questo periodo. Sono qui perché avevo bisogno di un posto in cui sostare. Come avrà notato non sono propriamente un uomo... Ecco, io  sarei un elfo". Ester avrebbe voluto ridergli in faccia... Aveva capito che non era una persona "normale", ma sentirselo dire così, con quella nonchalance... Sarebbe andata in fondo a quella storia, non poteva svegliarsi e trovare un elfo in casa sua senza capire cosa stesse succedendo, inoltre sembrava che nella casa ci fossero solo loro, non aveva visto nessuno che appartenesse alla sua famiglia o alla servitù. Si rivolse ancora una volta a Robert:"Prima che se ne vada deve mostrarmi il suo amico, se è una brava persona di certo la conosco". Non aveva idea di quello che le si sarebbe parato davanti. Infatti, dopo che l'elfo le ebbe dato le istruzioni per poterle mostrare Alfred, andò alla finestra e l'aprì, così come le era stato comunicato. All' inizio non vide niente, si stava già preparando ad urlare contro il povero elfo, quando le piombò davanti un gigantesco pesce volante. Per poco non sveniva!! Cominciò seriamente a pensare di essere pazza. Tutto ciò non poteva essere vero! Lei stava evidentemente male, e anche tanto. Robert la affiancò. Aveva un'espressione compiaciuta sul volto, come se si volesse vantare del suo amico. Oppure era soltanto molto soddisfatto dell'effetto che aveva fatto su Ester. Non perse tempo e disse:" Lui è Alfred, signorina... A proposito qual'è il suo nome?" La ragazza, ancora intontita e praticamente sotto shock, rispose balbettando:" E-Ester...". Si accorse, cercando di riprendersi e darsi un certo contegno, che Alfred la stava fissando. Si voltò verso il piccolo essere vicino a lei e gli chiese:" Ma questo coso parla?" Certo, stava chiedendo ad un elfo di nome Robert se il suo amico, un pesce che vola, sapesse parlare. Tutto molto normale!! Ma prima che Robert potesse aprire bocca, il pesce preso in causa ribatté:" Certo, signorina, che cosa credeva?", e continuando leggermente stizzito:" Pfh... Questi giovani d'oggi, non sono più molto educati..." Ester lo guardò sgranando gli occhi. Dopo l'elfo, si doveva ritrovare a parlare anche con un pesce volante... La botta in testa doveva essere stata davvero tanto forte!! Robert cercò di porre fine all' imbarazzante  silenzio che si stava creando:" Senta Ester, noi dovremmo andare, non è vero Alfred?" Il pesce asserì, e continuò:" Perché non viene a fare un giro con noi?". Ester rimase ancora una volta basita. Le era stato chiesto se avesse voluto fare un giro su un pesce volante... Ci stava ancora pensando, quando Alfred perdendo la pazienza sbottò:"Ohh al diavolo..." E con queste parole, si sporse all'interno della stanza, fece salire in groppa Rob, e, con un colpo di coda, si caricò addosso una spaventata Ester. Quest'ultima, in un primo momento si mise ad urlare, poi, vedendo che era alquanto inutile, cominciò a litigare con il suo mezzo di trasporto:" Mi faccia scendere immediatamente, e poi dovrei essere io quella maleducata?!" Alfred controbatté:" Certo! Io le ho solo fatto un favore, le sto facendo fare un bel giretto, mi pare!" Ma prima di poter replicare, Ester cominciò a sentire delle voci. Stavano chiamando il suo nome, e sembrava che le persone che parlavano stessero anche piangendo, oppure fossero molto tristi. "Le sentite anche voi queste voci?" domandò preoccupata ai due "compagni". E vedendo le loro facce interrogative, intuì di no. Intanto le voci stavano diventando sempre più insistenti, e cominciava ad avere di nuovo mal di testa. Ad un tratto sentì un dolore intenso alle tempie e la vista le si oscurò. L'ultima cosa che vide furono Robert che le sorrideva e Alfred che proseguiva il suo viaggio in aria.

Con fatica, Ester riuscì a aprire gli occhi. Quello che vide la stupì. Era in camera sua, sotto le coperte, e non stava volando su un pesce. Resasi conto di questo, si accorse che al suo capezzale c'era tutta la sua famiglia. I suoi genitori e i suoi fratelli e sorelle stavano a guardarla con uno sguardo di felicità mista a meraviglia, come se non si aspettassero di vederla svegliarsi. Ester non capiva. Che cosa era successo? Lei si ricordava di un certo Alfred, un pesce che l'aveva costretta a volare su di lui, e di un Robert, un elfo che aveva incontrato nella libreria del padre. Non fece in tempo a chiedere spiegazione di alcun tipo, che sua madre si mise a parlare, quasi urlare:" Oh cara, finalmente ti sei svegliata, dopo quella brutta caduta sei rimasta a dormire per due giorni!!". Quindi era vero che si era fatta male cadendo dalle scale. Le venne un'idea, ma voleva esserne sicura:" Avete visto niente di strano durante questo tempo?" domandò, insicura. Suo padre le rispose:" Certo che no, che cosa intendi dire?" E allora Ester capì. Il suo era stato tutto un sogno. Rise, perché per un momento aveva seriamente pensato di essere pazza. La sua famiglia la guardò stranita, ma lei, non preoccupandosene, disse:" No niente, tranquilli. Ho solo trovato i nomi per i nuovi cuccioli di cane".

Fine

Bene, questo è quello che mi è venuto in mente per il primo round... Niente di spettacolarmente bello, ma credo comunque di aver creato qualcosa di carino. Credo. Grazie per l'attenzione.

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