GIRLS LIKE YOU

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Il braccio magro di Zayn scorre agilmente sulle spalle dritte di Leila.
Harry avrebbe voglia di strapparglielo via a morsi.
Fuori  dal cinema la strada è ricca di luci, nel parco davanti alle loro teste  centinaia di persone camminano lente tra le bancarelle artigianali e le  giostre per i più giovani, festeggiando con orgoglio l'arrivo  dell'estate.
"Devo dire che non mi è piaciuto così  tanto come pensavo – sente Leila mormorare, pensierosa come quando non  capisce qualcosa – Insomma, tanto di cappello per Robert De Niro, però  mi aspettavo decisamente di più dalla trama, ecco"
Zayn ride contro la sua tempia e Harry è a tanto così dall'alzare gli occhi al cielo: è davvero necessario essere sempre così appiccicati?
"Non puoi dire una cosa del genere, babe – dio, quanto lo odia – Nessuno può criticare Taxi Driver in questo modo. Non si fa e basta, capito? Giusto, Jo?"
La  sua migliore amica ha gli occhi spalancati, li sbatte un paio di volte e  si morde il labbro titubante.
"Ognuno ha le proprie idee, Zayn –  ribatte, in modo pacato – Se a Leila non è piaciuto il film, è giusto  che lo dica. Ce ne sono di migliori"
Zayn  la guarda stralunato e mentre Leila gli dà un buffetto sulla guancia e  poi un bacio, Harry cerca di ricordare il motivo per cui continui a  partecipare a quelle stupide serate a quattro.
Sorprendentemente, non ne trova neanche uno.
Beh, uno sì, forse. Leila.
Leila è il suo motivo.
Così come Leila è la sua  più grande e spaventosa domanda, come molte delle sue risposte.
Lo  fa per lei, perché è la sua migliore amica e sfortunatamente anche la  ragazza per cui ogni giorno perde la testa. È innamorato di lei da così  tanto tempo che ormai ci ha fatto l'abitudine, come una costante, un  dolore incessante che con gli anni sembra affievolirsi.
La ama alla mattina, quando fanno colazione e si dividono la solita fetta di cheesecake  ai mirtilli. La ama quando insieme varcano la soglia del liceo e si  sentono grandi, quando al pomeriggio girano tutti i negozi del centro  per un'unica maglietta, quella che alla fine è così cara da non essere  più poi così tanto bella. La ama alla sera, con il buio che fa  brillare i suoi occhi azzurri e i sacchetti del ristorante cinese  lasciati in giro per la cucina. E la ama anche qui, anche adesso, anche  mentre la guarda stringersi forte tra le braccia del suo ragazzo.
Forse,  si dice, continua a venire a queste stupide serate perché nonostante  tutto ci spera ancora.
Spera che un giorno Leila capisca e che  soprattutto ricambi.
Più semplicemente, però, continua a venire perché anche se fa male, è comunque meglio di niente.
Jo poi non è così pessima. Non parla praticamente mai, certo, ma è gentile  e soprattutto sembra essere in imbarazzo quasi quanto lui.
"Che dite, facciamo un giro?" propone Leila, indicando il parco.
Harry  e Jo fanno un passo indietro.
"Io devo proprio andare – dice lei – Le  mie sorelle sono a casa da sole e vorrei tornare a casa prima che si  spaventino troppo"
Leila  annuisce comprensiva e Harry pensa che sia la ragazza più bella che  abbia mai visto.
"Anche io vado – mormora poi – Domani mattina vorrei  svegliarmi presto per aiutare mia madre in casa"
"D'accordo  allora, ci vediamo. Grazie per la magnifica serata"
Leila sorride a entrambi, abbraccia il suo migliore amico con foga e bacia una guancia  di Jo.
"Ci si vede in giro, amico" è quello che gli dice Zayn, con una pacca sulla spalla.
Harry  sorride teso e inspira.
Lo vede lasciare un bacio sulla fronte di Jo e  si domanda come diavolo faccia un cazzone come lui ad avere una  fidanzata così meravigliosa e una migliore amica tanto buona da  sopportarlo.
Assurdo, non può essere.
Lasciano  la coppia alla propria solitudine, insieme e imbarazzati camminano  verso i quartieri residenziali che circondano il centro.
Nessuno  dei due parla: Harry tiene la fronte aggrottata puntata verso l'asfalto  nero e cerca in tutti i modi di togliersi dalla mente l'idea di Leila e  Zayn che fanno sesso.
Perché lo fanno, certo che lo fanno, ma vederlo proiettato nel proprio cervello non è la stessa cosa di saperlo e basta.
Deve smetterla, smetterla di farsi così male, di credere che ci sia posto anche per lui, che qualcosa possa cambiar-
"Ti è piaciuto il film?"
Scuote la testa e sbatte gli occhi, i suoi muscoli si irrigidiscono per la sorpresa.
Jo tiene le mani infilate nella felpa nera e larghissima che indossa e  cammina lenta, incrociando le caviglie passo per passo, la bocca  arricciata in un'espressione piena di pensieri.
La sua voce è diversa dai mormorii con cui è solita rispondere durante quelle serate. È più potente, più definita.
"Beh-"
"Perché,  vedi – lo interrompe, guarda fissa davanti a sé la strada sempre più  vuota – Io ho una teoria su Taxi Driver. Come qualcosa che riguarda le  stelle, i pianeti, il Sole. Questa teoria afferma che in nessun  universo, nemmeno in quelli ipoteticamente esistenti e paralleli, esiste  una persona che può aspettarsi di più dalla trama. Non esiste, non può essere. Qualcosa è andato storto, tipo 'Houston, abbiamo un problema', capito?"
Harry si blocca in mezzo alla strada buia, la testa riccia improvvisamente  pesante.
Jo ci mette qualche secondo a capire di averlo lasciato  indietro e, quando si volta a guardarlo, il suo volto è strano, i suoi  occhi sono pieni di un qualcosa che in cinque serate passate insieme lui non è mai stato capace di cogliere.
Ha lo sguardo vivo, acceso, che brucia forte.
"Cosa?" si ritrova ad esclamare.
Jo  scuote il capo biondo platino e alza le pupille al cielo nero,  ricominciando a camminare. Quando lui la raggiunge, continua a parlare.
"Come può non piacerle Taxi Driver?"
"Beh, tu hai detto che ognuno ha i pro-"
"Taxi Driver non  è un gusto, Harry – è la prima volta che lo chiama per nome. È un suono  quasi ruggente – Non è come quando da Tesco non sai se comprare la  pizza con la doppia mozzarella o quella con i pepperoni. È come la pizza  e basta. Anzi no, come Tesco. Come il cibo. Non può non piacerti il cibo e quando non ti piace, è perché sei malato"
"Stai dicendo che Leila è malata?" le domanda lui, ancora più confuso di qualche secondo fa.
Jo saltella sul posto come una bambina e sbuffa talmente forte che i suoi  capelli si alzano per qualche secondo sopra ai suoi occhi bruni. Se li  sposta dietro alle orecchie quindi, e Harry per la prima volta nota le  sue mani: bianche, paffute e piccole, diverse da quelle di Leila.
"No – gli risponde con enfasi – Sto dicendo che...beh, sì. Forse è malata, ecco"
Quel commento gli fa storcere il naso. Harry si volta a guardarla e "Non è malata – esclama, un po' seccato – Lei è..."
Bellissima, sensuale, dolce, affascinante, Leila.
I  suoi pensieri silenziosi devono fare un gran baccano, perché Jo scuote  la testa per l'ennesima volta e "Dio mio, Harry – mormora, con un  sorriso storto – Perché non glielo dici e basta?"
"Dirle cosa?"
"Che sei innamorato di lei, ovvio. E che queste serate fanno schifo, anche"
Le  sue guance prendono fuoco, la sua schiena si irrigidisce  involontariamente e i piedi gli si impiantano contro l'asfalto, come  incollati su quella strada residenziale.
"Cosa? – balbetta, in preda al panico – Come? Perché dici così? Che cosa sai? Chi te l'ha detto?"
Anche Jo si è fermata, adesso. Il suo sguardo è lo stesso di prima, il suo  sorriso è piccolo e divertito.
"È piuttosto ovvia la cosa, ma non ti  preoccupare. Leila dice che è carino il fat-"
"Aspetta, cosa?"
Le  Converse si muovono da sole, la raggiungono in una falcata e tutto  sembra iniziare a girare vertiginosamente. Le sue mani tremano, le sue  dita raggiungono il braccio sottile della ragazza prima ancora che la  sua mente possa realizzarlo.
Jo fissa quella presa un po' burbera con sorpresa, si scansa con una  spallata e si aggiusta la felpa scivolata dalla spalla.
Risponde: "Zayn  ha detto che per Leila è una cosa davvero carina il fatto che tu sia  innamorato di lei"
Il  gelo inizia dai polmoni, colpisce lo stomaco e la gola fino a  raggiungere gambe e cervello.
Respira forte, Harry, così forte che quasi  riesce ad assaporare distintamente ogni più misero odore di quella  schifosa serata.
Gli si congelano le ossa, gli occhi diventano lucidi  come le stelle sopra quella strada.
Non dice nulla per un po', e Jo è come se scomparisse insieme a tutto il resto.
L'attimo  dopo sono di nuovo fermi tra le macchine parcheggiate e le case che  dormono, lei non sorride più e la sua espressione è tesa: sembra che  soffra insieme a lui.
"Tu non lo sapevi?" gli chiede.
Harry  la lascia andare all'improvviso, si passa le mani sudate tra i riccioli  che Leila adora.
"Se sapevo di essere innamorato di lei? Certo –  esclama – Se sapevo che lei lo sapesse? No, cazzo. No. Dio, che...che schifo"
Le dà le spalle, tira su con il naso e si sente stupido. Come è successo? Com'è possibile?
"Non  è colpa tua, Harry – la voce di Jo è quasi dolce, fastidiosa – Le cose  vanno bene per alcuni, male per altri. Insomma, lei è ancora con te, no?  Forse non come vorresti tu ma è comunque lì"
È  così. Il fatto che il loro rapporto sia rimasto invariato nonostante  Leila sia a conoscenza di quell'amore così grande per Harry è sia una  rassicurazione che una conferma: non cambierà mai nulla, quindi. 
Rimarranno amici, migliori amici e basta.






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