Dalla parte giusta

L'uccisione della colomba

Non avevo la minima intenzione di controbattere: ero pietrificato, i miei occhi erano spalancati come la porta di una chiesa il giorno di Natale, le mie mani tremavano, sentivo che qualsiasi cosa avessi detto in quel preciso istante avrebbe cambiato la mia vita. Avrei voluto congelare quell'istante per avere una vita per pensare alla risposta giusta, ma purtroppo il limite umano non mi concedeva questo potere.
"Allora, Mr. Kingstone qual è la verità?"
La verità era che avevo appena combinato una catastrofe e le vie d'uscita erano la morte o la fuga, che al momento mi risultavano più che impossibili o quantomeno improbabili. Era come se tutti gli errori della mia vita mi avessero portato lì, nel posto sbagliato al momento sbagliato con la consapevolezza di aver commesso uno sbaglio magistrale.
"La verità,Mr. Jonhson, non la conosco nemmeno io, siamo solo dei naufraghi che cercano di trovare terra prima di un'inesorabile fine."
"La faccia finita con le metafore. Dove ha nascosto il manoscritto?"
"Qui,nelle sue mani,nelle mie mani,da nessuna parte, chi può saperlo?"
"Lei non capisce, quel manoscritto è importante, ha idea di come possa mutare il mondo con o senza quel libro?"
A quel punto capii che io non lavoravo per il cattivo, io ero il cattivo e nulla avrebbe potuto cambiare la mia situazione. Oramai ero davanti a un vicolo cieco, non sarei potuto andare avanti senza vendere la mia anima, lo guardai e capii. Quell'uomo sarebbe stato il mio primo omicidio.
Fu breve. Riuscii a prendere la mira con abbastanza velocità e cura da sparargli una pallottola in mezzo agli occhi. Ammirai il mio capolavoro compiuto, il risultato di una vita maledetta e pensare che si trattava esclusivamente di un cadavere accasciato sul pavimento con una pozza di sangue che veniva lentamente assorbita dalla moquette. Uscii dall'edificio ed entrai nell'auto, estrassi un pacco sul quale si distingueva la scritta " La voce della verità: il canto della colomba". All'ora avevo solo 25 anni.