Il ragazzo della S. George Street

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Derek tracannò un altro bicchierino serrando gli occhi. Trovò piacevole la sensazione del calore dell'alcool che gli invase il petto. Il bicchiere tintinnò quando lo poggiò sul banco. Con un sospiro poggiò un gomito sul banco e si resse la testa tra le mani.

In quegli ultimi tempi il lavoro lo aveva profondamente stressato, e mentre i suoi amici preferivano restare a casa a guardare un film, lui preferiva sfogarsi uscendo e magari trovando qualche bella ragazza (o qualche bel ragazzo), chi lo sa.
La testa gli scoppiava a causa del volume della musica troppo alto e dopo aver pagato si alzò dal suo sgabello,con fare disgustato, e accalcandosi tra la gente cercò una via di fuga.
Arrivato all'uscita,con un sospiro di sollievo spalancò il portone,ed una folata di aria gelida lo investì. Si sentì subito meglio e un piccolo sorriso gli si formò sulle labbra. Chiuse gli occhi inspirando l'aria gelida e si poggiò contro il muro.
Il telefono squillò e gli venne un colpo.
"Cora"
<< Cora. >> disse sbloccando lo schermo e portando l'apparecchio tra la spalla e l'orecchio, poi si incamminò verso la sua macchina. Si accorse di averla lasciata aperta e si battè una mano sulla fronte.
<< Derek ma che fine hai fatto? >>
<< Sono andato a fare un giro, questa sera andrò a dormire nell'appartamento. Preferisco rimanere solo per un po'. >>
<< Ah... >>
<< ... >>
<< Va bene. Io vado altrimenti mi perdo il film. >>
<< Ciao Cora. >> rispose accennando un piccolo sorriso e bloccando il telefono, per poi riporlo nella tasca posteriore dei jeans.
Chiuse la portiera dell'auto e la mise in moto, un po' brillo.

Era improvvisamente calata la nebbia sulla S.George Street, e non si riusciva a scorgere la strada. Louis socchiuse gli occhi nel tentativo di veder qualcosa ma non ottenne grandi risultati. Sentiva le palpebre pesanti, ma cercò di non perdere il controllo.
Fino a quando non si materializzò una figura umana a pochi metri da lui.
"Levati di mezzo!" pensò arrabbiato.
La figura voltò appena il capo verso di lui, senza però muoversi da lì. Derek frenò bruscamente a pochi centimetri dal ragazzo, che si limitò a portarsi le mani sugli occhi.
Derek scese istintivamente dall'auto urlando contro il ragazzo.
<< MA SEI FUORI?! STAVO PER AMMAZZARTI! CHE CAZZO CI FAI AL CENTRO DELLA STRADA?! >>
Il ragazzo però non rispondeva, di tanto in tanto sussultava. Il ragazzo si accorse che l'altro piangeva. Gli venne un tuffo al cuore. Gli aveva addirittura urlato contro. Gli si avvicinò con sguardo compassionevole e gli poggiò le mani sulle spalle.
<< Ehi, mi... mi dispiace per averti detto quelle cose. Solo...dovresti stare attento. Ma che ti è successo? >>
Gli scostò le mani dal viso e il ragazzo tirò su col naso, mostrandogli i suoi grandi occhi. Gli sollevò il mento con due dita e gli sorrise.
<< Mi sono perso. E ho provato a chiedere aiuto. Ma...ma nessuno mi ha calcolato. Nessuno mi vede. >> rispose tra i singhiozzi.
<< Ehi tranquillo. Posso aiutarti io. >> gli rispose sorridendo e gli scostò il ciuffo dagli occhi, scoprendo il viso rigato dalle lacrime.
<< Io sono Derek. >>
<<St-Stiles.>>
<< Mi dispiace per quello che è successo, se vuoi posso darti un passaggio a casa, basta che smetti di piangere. I ragazzi così belli non devono piangere.>> quelle parole vennero fuori d'istinto, non ebbe il tempo di rifletterci su. Derek boccheggiò e guardò altrove, mentre Stiles si asciugava le lacrime con il dorso della mano.
<<Io non sono un bel ragazzo, ma fa nulla.>> Derek avrebbe tanto voluto ribattere, ma non ne aveva il coraggio, così per rompere il ghiaccio lo interruppe.
<< Per farmi perdonare ti porto in un bel posto. >> disse premuroso, aprendo la portiera dell'auto dalla parte del passeggero per farlo accomodare. In risposta, Stiles sorrise ed abbassò lo sguardo.
<< Oh... non devi tranquillo. >>
<< Ma io non devo, voglio.>> Stiles rise e si strinse nella giacca di pelle nera. La risata cristallina riecheggiò nelle sue orecchie e Derek ebbe un tuffo al cuore.
<< Cosa prendi? >>
<< Davvero Derek, non ce n'è bisogno. >> farfugliò.
<< Dai. >> Stiles sbuffò e si portò una mano sulla fronte esasperato.
<< Va bene prendo un Bloody Mary. E non replicare. >> lo indicò con un dito, e Derek soddisfatto incrociò le braccia con un sorriso.
Stiles aspirò dalla cannuccia e guardò Derek di sottecchi. Era proprio un bel ragazzo. Ed era anche gentile. Forse troppo.
<< Tu? >>
<<Eh? >>
<< Non prendi nulla? >>
<< No, ho già bevuto. >> rispose facendo spallucce. << Ah... >> Stiles poggiò la mano sulla sua e Derek la trovò incredibilmente fredda.

<< Ti ringrazio Derek... però hai esagerato... >>
<< Ma no,volevo solo farmi perdonare per quello che è successo. >> rispose mantenendo lo sguardo fisso sulla strada. La nebbia era quasi scomparsa e finalmente era riuscito a capire dove stesse andando.
Era comunque rimasto stupito. Non era il tipico comportamento di Derek.
<< Stiles, dove abiti? >>
<< In Baker Street,la prima casa sulla sinistra. >> sorrise sornione e si levò la giacca, poggiandola sul sedile.
<< Capito. >> alzò il pollice in segno di approvazione. Non abitava lontano da casa sua. Bastava svoltare l'angolo e andare fino in fondo.
<< Non lontano da casa mia. >> aggiunse sorridente.
Dopo pochi minuti di silenzio agghiacciante, Derek accostò accanto alla casa del ragazzo.
<< Grazie mille Derek. >> Gli schioccò un bacio sulla guancia e gli fece l'occhiolino. Derek arrossì e quando Stiles si avvicinò al portone di casa, ripartì portandosi una mano sulla guancia, dove percepiva ancora la freddezza del tocco delle sue labbra.

Il mattino seguente Derek uscì dalla sua camera sbadigliando e stiracchiò le braccia. Dopo una veloce colazione decise di uscire a fare un giro in centro, nella speranza di incontrare Stiles. Infilò velocemente il cappotto ed un berretto per coprirsi dal freddo, e per evitare un malanno. Quando entrò in macchina si accorse che il ragazzo la sera prima aveva dimenticato la giacca ed esultante pensò bene di portargliela a casa. Chissà, magari sarebbero usciti in centro, e avrebbe imparato a conoscere meglio quel ragazzo timido e misterioso, che in un batter d'occhio lo aveva conquistato. Avrebbe certamente voluto assaporare almeno una volta le sue labbra, non aveva pensato ad altro durante la serata, ma sarebbe stato un passo troppo avventato.
Arrivò in pochi minuti sotto casa del ragazzo e scese velocemente dalla macchina con in mano il suo cappotto . Suonò il campanello altamente euforico e si torturò le mani aspettando che qualcuno andasse ad aprire. Dopo poco arrivò un signore sulla cinquantina, dai capelli grigi ed i segni del tempo che gli marcavano il viso quando lo guardò corrucciando le sopracciglia.
<< Salve, desidera? >> disse sistemandosi gli occhiali sulla punta del naso. Derek scrutò nell'ingresso della casa,dove al muro erano affisse foto di uno Stiles così giovane, così pulito.
<< Cerco Stiles, è in casa? >>
L'anziano sussultò e lo guardò spalancando gli occhi. << Stiles? >>
<< Sì, Stiles, ieri ha dimenticato la giacca nella mia macchina e quando me ne son... >>
L'anziano lo interruppe aggrottando le sopracciglia.
<< Ma Stiles, mio...mio figlio..è-è morto dieci anni fa in un incidente stradale sulla S.George Street.>>

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