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Non sento passare le ore di lezione fino al suono della campanella di fine giornata. Non ho la più pallida idea di che argomenti siano stati trattati durante l'ora di storia e di scienze, perché la mia mente vagava appestata dalle parole di Jess. 'Ti ho sempre vista come una buona amica', 'non volevo farti soffrire', tutte le sue parole rimbombano nella mia testa come martellate.

Decido di fare un giro nella biblioteca della scuola per liberare la mente e scendo rapidamente le scale per arrivare nel seminterrato dove è stata allestita quest'ultima.

Mentre vago tra i libri sento una voce familiare chiamare qualcuno è quando mi giro trovo il ragazzo che ho urtato per sbaglio oggi a scuola.
Osservo il ragazzo scrupolosamente.
È alto, credo tra il metro e ottanta e il metro e novanta. Ha un fisico marmoreo, e sulle sue braccia sono visibili i muscoli. Il viso squadrato è incorniciato dai capelli castani. Sulla mascella ha piccolo livido rosso-violaceo. Gli occhi nocciola e un sorriso quasi perfetto puntati nella mia direzione mi svegliano e mi fanno capire che sta parlando con me.
"Ti era caduta questa oggi" mi dice porgendomi la mia macchina fotografica.
"Oh grazie mille" dico e la curiosità divampa dentro di me "cosa ti sei fatto alla faccia?" gli chiedo indicando la mascella malmessa.
"Sei corsa via piangendo da Colman, e mi sembrava adatto un gesto da cavaliere" dice ridendo.
Cioè. Questo tizio sconosciuto a cui sono andata addosso mi ha vista correre via piangendo, ha fatto a botte con Jess per difendermi e me lo dice in questo modo tranquillo? Sono basita, ma anche un po' lusingata.
"Beh, grazie ma non dovevi farti del male, non mi conosci neanche. Ora scusami ma la mia routine del giorno prevede che io preda l'autobus tra due minuti, quindi ciao." dico sorridendo e poi scappo nella direzione opposta.
"Comunque io sono Noah" lo sento gridare in lontananza e dopo poco si aggiunge un "Shhh non si urla in biblioteca!" di Chelsea, la secchiona, e non posso fare a meno di mettermi a ridere.

"NON SO COME IO ABBIA FATTO AD INNAMORARMI DI TE, FAI SCHIFO" sento urlare e capisco al volo chi sono gli interlocutori.
"SEI SOLO UNA BAMBINA VIZIATA, MANDY" dice Shawn con la faccia rossa di rabbia.
Non li avevo mai visti litigare, e, soprattutto, non in questo modo così accanito.
"È FINITA ROSEGROW, E PER SEMPRE!" grida Mandy in lacrime di rabbia.
"OH MI HAI TOLTO LE PAROLE DI BOCCA" sbotta Shawn.
Tento di andarmene dal luogo del litigio per evitare di esserne investita ma Shawn mi raggiunge e mette un braccio attorno alle mie spalle. È ancora paonazzo ma ha il viso rilassato.
"Qualcuno mi deve raccontare qualcosa?" mi chiede amichevolmente.
"Potrei farti la stessa domanda" rispondo con un sorrisino.
"Oh non badare a quell'oca, era ora di chiudere la nostra storia" la sua voce è sicura "mi ha detto di smettere di esserti amico perché a Grace questa cosa non andava bene, ma è pazza?" sembra alterarsi un po', ma riprende subito la calma.
"Avete chiuso per colpa mia..." dico sconsolata. Era l'unica cosa che non volevo che succedesse. Non mi ero mai intromessa, per evitare di farli litigare, ma a quanto pare non è bastato.
"Non provare a dire una cosa del genere. È colpa di quella stupida della Jackson e di Mandy che la ascolta. Ora dimmi cosa è successo." Amo il suo tono comprensivo.
"Beh, ho aspettato tutto l'intervallo dove mi aveva dato appuntamento, ma mi ha dato buca. Rientrando a scuola l'ho visto baciarsi con Janette Griston, la sorella di Adam, e, per chiudere in bellezza, il bacio era per non farmi stare male il giorno del mio compleanno." Vomito le parole con un'amarezza tale da farle sembrare avvelenate. Alla fine del discorso tiro un lungo e liberatorio sospiro, e mi dirigo verso l'autobus.
"Non ti farò prendere l'autobus da sola Meg. È ora di parlare un po' a proposito delle tue stupide routine." mi rimprovera come se fosse mio padre.
"Non sono stupide. Sono un ottimo metodo per avere una vita ordinata e ottimale" ribatto.
"Ordinata, ottimale e noiosa vorrai dire" dice ridendo "sali in macchina nanetta" mi ordina provocandomi.
Salto in macchina e in poco tempo siamo davanti alla caffetteria.
"Mi puoi portare a casa? Oggi non mi va il caffè..."
"Allora è grave... nessun problema piccoletta" dice e rimette in moto l'auto.
Voglio andare a casa e averla tutta per me. Alice è all'asilo, Sofia dalle amiche, Federico a Yale (infatti poco frequentemente ci viene a trovare in settimana e resta spesso al campus) e mamma è ancora al lavoro.

Quando arriviamo davanti al mio palazzo Shawn parcheggia l'auto è scende anche lui.
"Cosa credi di fare?" chiedo confusa.
"Credi veramente che lascerò la mia mgliore amica sola a deprimersi tutto il giorno?" dice imitando perfettamente la voce e lo stile di un personaggio di una serie TV che guardiamo insieme.
Me lo sarei dovuta aspettare... infondo parliamo di Shawn.
Passiamo il pomeriggio sdraiati sul mio letto a mangiare marshmallows e a guardare le foto appiccicate al mio muro.
Verso le 18:00 arriva mia sorella Sofia, che prima di entrare nella mia stanza urla "ditemi quando vi siete rivestiti!"
Quella scema fa sempre la stessa battuta, e il problema è che Shawn sta a gioco "Aspetta, non trovo i miei boxer!" Grida e si mettono entrambi a ridere.
Il rapporto tra Shawn e Sofia è invidiabile ma non posso dire lo stesso di lui e Federico. Federico pensa che un giorno Shawn mi farà soffrire e questo lo tende a farlo diventare iperprotettivo nei miei confronti. È una cosa tenera ma a volte è pressante.
Dopo mezz'ora dall'arrivo di Sofia, Shawn esce di casa e torna a casa sua, sopra la caffetteria. Vive da un anno con i nonni Al e Francine da quando sua madre Susan si è trasferita a Manhattan per lavoro. Secondo quello che mi ha raccontato, suo padre è scappato quando Susan gli ha detto di aspettare Shawn. Dopo essere salito in macchina e fatto partire il motore abbassa il finestrino e io mi avvicino alla macchina.
"Riguardo al tuo chiuderti in te stessa, vedi di cominciare a dimenticartelo." dice con tono di rimprovero "domani mattina ci vediamo in caffetteria, ti porto io. E devi esserti impegnata per il pomeriggio. E NON DA SOLA" mi dice, dopodiché parte alla massima velocità.
Sorrido per tutto quello che mi ha detto, corro in camera mia, mi butto sul letto e inzio a scorrere i nomi in rubrica.

N/A:
Ehi gente
Non sono morta
Eccomi quaa
Sono particolarmente felice ma non ve ne frega, quindi ciaao
Love You all
Leti🌸

Routine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora