Legame

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Contest: Sfida MIDEZ: c'è una drabble per te

Personaggi: Fedez e Mika

Parola: Legame

Parole: 1245


Le nebulose si addensavano in un agglomerato di polvere interstellare, illuminando lo spazio scuro. Le stelle, a migliaia di chilometri di distanza, brillavano luminose e Federico lasciò che il fumo di sigaretta si disperdesse in una nube spenta e priva di odore nella spazio profondo.
Le vele erano immobili, i motori spenti: la Eutopia riposava stanca a ridosso di un isolato asteroide e il Capitano Federico poteva finalmente assaporare l'immenso e profondo spazio. A pochi parsec di distanza dal silenzioso veliero c'era il pianeta dove, finalmente, avrebbero trovato il riposo.
Federico non era il classico Capitano di una nave pirata: ancora troppo giovane, spuntato dal nulla e con una voglia incredibile di conquistare. Ben presto la sua Eutopia divenne una delle nave più veloci e temute nelle Galassie e nei Mondi e la fama di giovane conquistatore, affamato di cultura e nuovi tesori si diffuse a macchia d'olio fra i porti e i pirati dello spazio attirando su di sé sguardi curiosi e attenzioni non ben volute, ma a lui poco importava.
Erano lui, la nave, la sua ciurma e solo la stanchezza di lunghi viaggi intergalattici, di mondi sconosciuti e di tesori sembrava ora pesargli sulle spalle come un macigno.

Gettò il mozzicone nel vuoto e, passandosi una mano sul volto stanco, decise che il momento per osservare le galassie era terminato.
I passi erano silenziosi e solitari sul pontile e il Capitano della Eutopia si lasciò andare ad un lungo sospiro:
la mano si bloccò sulla maniglia della propria cabina quando, con la coda dell'occhio, il Capitano Federico vide un'ombra strisciare alle sue spalle e poi ..

Una cima legata al ponte.

Il Capitano Federico si avvicinò , le dita strette attorno alla spada e, lentamente, si sporse in avanti guardando giù dal ponte: una scialuppa spaziale.
Il cuore prese a battergli velocemente, si voltò di scatto: non c'era nessuno, ma qualcuno doveva esserci.
Improvvisamente una vecchia ferita sembrò bruciargli nuovamente.
La spada sguainata, lo sguardo attento e il respiro bloccato nella gola.

"Io direi di posare quella spada."

Quella voce.

Federico non riuscì a non ghignare, mentre la punta brillante e liscia di una spada gli sfiorava il collo.

"Posso almeno girarmi?"
"You can."

E quel dannato accento inglese.

Il Capitano Federico si voltò, la spada tesa e gli occhi infiammati da una strana emozione.
Lo sguardo di Federico scivolò lungo il corpo esile, sulle gambe sottili, sulle dita affusolate ben strette attorno all'elsa della spada e su quei ricci morbidi che sfioravano il volto del Capitano Holbrook.

"Che ci fai qui?"

Il Capitano piegò appena il capo sorridendo e Federico sentì una fitta allo stomaco.
Le punte delle spade fremevano l'una contro l'altra.

"Nothing."

"Non ti vedo da tre anni, Capitan Giraffa."

Il riccio sorrise ancora di più al nomignolo, ma non disse nulla: si fissarono in silenzio, non stancandosi.

"Sono venuto per conquistare la tua nave."
Un ghigno si allargò sul volto di Federico.

"È la stessa cosa che hai detto la prima volta che ci siamo incontrati. Eppure..", disse allargando le braccia per poi ritornare immediatamente in posizione di attacco "La Eutopia è ancora mia e io sono ancora il Capitano. Credo proprio che conquistare non rientri tra le tue abilità, Michael."

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