Il vecchio mi guardò, stava a qualche tavolo di distanza dal mio e pur essendo di schiena potevo sentire il suo sguardo toccarmela, quasi come un richiamo, quasi come se sapesse che da lì a poco mi sarei girata. Non resistetti alla voglia di guardarlo a mia volta. Non era la prima volta che lo vedevo al bar, lo stesso signore che da settimane sedeva lo stesso tavolo, alla stessa ora, ordinando le stesse cose. Non gli prestai mai troppa attenzione e non so perché quel giorno qualcosa mi incuriosiva. Decisi quindi di assecondare quella mia folle idea e mi avvicinai. Non appena mi poggiai sulla sedia un piccolo sorriso gli toccò le labbra screpolate.
"Mi domandavo" iniziò a dire sorseggiando la sua birra "quando saresti venuta da me."
Le mie mani presero a tremare leggermente senza che io me ne accorgessi. Ero sbalordita dalla sua affermazione, mi stava aspettando? Aspettava proprio me? Perché mai avrebbe dovuto? Non lo conoscevo neanche. Timidamente alzai la testa e lo fissai per qualche secondo, a prima vista sembrava avesse una settantina d'anni e nonostante questo potetti affermare che fosse ancora un bell'uomo. Portava i suoi ricci capelli bianchi fin sopra le spalle ed il viso incorniciato dai suoi occhi grigi. Aveva le mani intrecciate davanti a sé ed una fede nuziale sull'anulare. Finalmente presi coraggio e gli parlai.
"Come mai ordina sempre per due? Sembra sempre che lei stia aspettando una persona che in realtà non arriva mai."
Mi sentii subito a disagio, credevo di essere stata impertinente e maleducata nei suoi confronti. Notò il mio cambiamento di postura e si affrettò subito a rassicurarmi.
"Non tremare, aspettavo da sempre te. Assomigli tanto alla mia bellissima moglie. Con la stessa curiosità della vita negli occhi ma la paura di affrontare il mondo da sola."
Era strabiliante come fosse riuscito a capirmi semplicemente osservandomi. Ma quando rispose fui ancora più sorpresa. Sembrava che sapesse esattamente quello che stavo pensando.
"Non esserne tanto sorpresa ragazzina. È facile capirti, i tuoi occhi rivelano molto più di quanto tu non faccia con la bocca."
Pensai alle sue parole e a come io assomigliassi alla moglie tanto che la domanda mi prese alla sprovvista e mi trovai a parlarci prima di capire cosa stessi facendo.
"Perché non è con sua moglie ora? Lei dov'è?"
Il sorriso non svanì così come i suoi occhi non lasciarono trasparire nessun messaggio, cenno o emozione. Sarebbe stato un ottimo giocatore di poker.
"Facciamo che ti racconto una storia, ogni giorno ci troviamo qui, seduti al mio tavolino e ti racconto piccoli frammenti che toccherà poi a te mettere insieme per arrivarne alla conclusione."
Mostrai un debole sorriso mentre accettai la sua proposta.
Chiusi per un attimo gli occhi e tutta la confusione del locale svanì, si potevano sentire solo i tintinnii dell'orologio a cucù che si preparava a spostare le sue lancette sulle 4. Poi una mano prese la mia e di scatto quel silenzio da me creatosi svanì.