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Si avvicina sempre di più, sento il suo respiro vicino al mio collo.
Il tramonto è così bello è tutto così bello! Il ragazzo mi sfiora le labbra e....

Le urla di mia madre interrompono il mio sogno.

«Scarlett tra meno di mezz'ora devi stare in aeroporto, ci manca solo che perdi il volo SBRIGATI!» Urla uscendo dalla mia stanza, riusciró mai a finire un sogno?

Oggi è il grande giorno, andró a Los Angeles per l'università e non posso essere più contenta, ma dovrò condividere la casa con il figlio dei colleghi dei miei genitori per non stare da sola e poi come me, viene all'università.

Mi alzo controvoglia dal letto e vado diretta al bagno, dopo aver fatto i soliti bisogni mattutini ed essermi lavata, prendo un paio di skinny chiari, un top crop bianco e le mie adorate converse alte.
Indosso il tutto e cerco velocemente di truccarmi per rendere la mia faccia decente.
Prima di scendere mi guardo un'ultima volta allo specchio e cazzo, sono terribile, ma purtroppo non è una scusa per non uscire di casa quindi prendo le valigie che ho preparato ieri sera e scendo le scale in fretta cercando di fare attenzione a non cadere con queste valigie piene di vestiti.

«BUONGIORNO FAMIGLIA» annuncio entrando in cucina.
«Buongiorno tesoro, fai colazione?» Chiede mio padre con il suo solito tono di voce dolce e tranquillo.
«Non ho molta fame, sarà l'ansia!» Dico scrollando le spalle, pensandoci mi mancheranno e mi mancherà la città in cui sono cresciuta, Boston.
«Siamo così fieri di te, anche se eravamo contrari a mandarti. Ormai hai 19 anni e sei responsabile di te stessa, e devi avere sempre la testa sulle spalle.» dice mia madre per poi concludere il discorso raccomandosi.
Dopo averla salutata esco di casa seguita da mio padre che mi accompagnerà fino all'aeroporto, mi giro a guardare un'ultima volta questo posto ed entro in macchina senza pensarci troppo.

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«Avvisiamo i gentili passeggeri che l'aereo sta per atterrare all'aeroporto di Los Angeles, allacciare le cinture di sicurezza» a svegliarmi è la voce metallica che ci avvisa dell'arrivo, guardo fuori dal finestrino e WOW!
È bellissima.

Prima per poco non perdevo l'aereo, papà ha versato qualche lacrima e ha fatto piangere anche me così entrambi ci siamo trovati a piangere nel bel mezzo dell'aeroporto, una scena abbastanza commovente devo dire ma l'ho rassicurato subito dicendogli che lui e la mamma sono i benvenuti.

Metto da parte i miei pensieri e scendo dall'aereo ormai atterrato.
Se non sbaglio mamma mi aveva detto che Nash, se ricordo bene si chiama così il figlio dei loro colleghi, sarebbe passato a prendermi per evitare che io mi perdessi e forse non avevano tutti i torti.
Esco dall'aeroporto e mi guardo intorno, con tutte quelle persone non lo riesco a vedere, ma dopo essermi fatta spazio tra la gente vedo in lontananza un ragazzo moro con in mano un cartello in cui c'era il mio nome scritto con un pennarello nero.
Spero soltanto sia lui.
«Nash?» chiedo preparandomi alla figura di merda in caso avessi sbagliato nome o addirittura persona, non oso immaginare.
«In carne ed ossa» sorrido a questa affermazione mentre comincio a riprendere fiato, per una volta nella vita la fortuna è stata dalla mia parte.
È molto carino, è parecchio alto, ha dei capelli leggermente lunghi castano scuro e dio mio che occhi, sono azzurri e ammetto che sono stupendi.

«Piacere Scarlett» mi presento, ma credo che questo già lo sapesse «Bene scarlett, andiamo a casa così ti faccio conoscere i ragazzi!» aggiunge entusiasta mentre lo seguo ed entriamo in macchina.
«Ragazzi?!»non pensavo ci fossero altre persone, ma in un piccolo appartamento mi chiedo quante persone riescono ad entrarci...
«Tutti i miei amici nonchè anche tuoi futuri coinquilini cara Scarlett» ASPETTA COSA? Dovró condividere l'appartamento con dei ragazzi, oddio.
Sarà un casino, lo so già.

Complicated || Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora