Era un giorno come tutti gli altri Nell'ospedale St. Lucy Marie, un giorno grigio, freddo e piovoso, ma d'altronde siamo a Londra, E Louis Tomlinson, un ragazzo ricoverato in quel buco di ospedale, è seduto sul suo letto, sotto le coperte, a contare le goccioline di pioggia schiantarsi contro la finestra di quell'inferno.
Louis è un ragazzino, originario di Doncaster, di 20 anni. Si è trasferito a Londra insieme alla sua famiglia quando aveva 5 anni, e poi li è sempre rimasto. Ha vissuto una infanzia perfetta, e una adolescenza da film. Fra amici, ragazze, soldi e divertimento la vita di Louis era una meraviglia, fino a quando, due estati fa, uno strano dolore colpì il ragazzo alla pancia, e di giorno in giorno cresceva, portandolo alla fine nel reparto malati terminali del St. Lucy Marie, a passare i suoi ultimi giorni di gloria, come diceva lui, per scherzare sul fatto che nella sua vita non aveva concluso nulla.
Anzi, la sua vita stessa si stava concludendo, per colpa di un essere spietato che al giorno d'oggi uccide tante persone, divorando spietatamente il loro corpo, spingendo le sue vittime all'estremo, e solo ad alcune regalando una morte più degna, e meno dolorosa.<< Signor Tomlinson, ecco le sue medicine >> Tania, una infermiera bassa e riccia, entrò nella camera del ragazzo con in mano un barattolo pieno di pillole, che appoggio sul comodino di fianco al letto del ragazzo.
<< Grazie Mille Tania, ora le prendo.>>. Louis allungo la mano per prendere il barattolino, svuotarselo in bocca e ingoiare il tutto bevendo da una bottiglia d'acqua.
Le medicine che Louis aveva appena preso erano parte della terapia del dolore, una specie di cura che si pratica alle persone con una malattia in fase terminale, per appunto far passare o gravare meno il male portato dalla malattia al paziente. E nel caso di Louis, il dolore era tanto. Il cancro lo aveva colpito alle ossa, ciò significa che le ossa del ragazzo si stavano lentamente sgretolando, portandolo a lacerarsi le corde vocali dall'urlare, sopratutto la notte, quando la malattia progrediva più velocemente e le terapia del dolore non poteva esserli somministrata, lasciando il ragazzo solo nella sua camera, a piangere in una lenta e terribile agonia che una notte o l'altra l'avrebbe ucciso.
Questo strazio, aveva portato Louis sull'orlo della sopportazione umana, sia fisica che mentale, riducendolo uno straccio, privo di qualsiasi energia o sentimento. L'unica sua fonte di allegria era quando il clown di una associazione li vicino, arrivava nella hall del St. Lucy per fare un piccolo spettacolino a scopo di divertire i bambini con la stessa malattia di Louis, ricoverati nel suo stesso reparto. Vedere quelle povere creature sorride portava speranza in Louis.
Perché lui non sorrideva più, o almeno, non sorrideva più da quando si era arreso alla malattia. E quindi, per lui, quei bambini potevano ancora farcela, secondo lui avevano ancora l'opportunità di vivere la loro vita. E allora tutte le domeniche lui raccoglieva le poche energie rimaste, e si trascinava nella Hall per vivere quel suo piccolo attimo di gioia, ridendo insieme ai bambini, per poi tornare a coricarsi nella sua camera, ad aspettare la notte portatrice dei suoi più grandi dolori.<<Louis, fra 5 minuti si spengono le luci >>Era di nuovo Tania, ad avvisare che era ora di andare a dormire.
il ragazzo prese il telecomando e spense la televisione, poi si giro su un lato e si cominciò a preparare per i dolori che la notte portava, chiudendo gli occhi e cercando di addormentarsi per sfuggire a quello schifo.
E quella notte, grazie a dio ci riuscì, aveva chiusi gli occhi, era riuscito ad addormentarsi.Ma poco dopo, li riaprì. Con suo stupore però, non era più in ospedale, era seduto nel mezzo di un prato in fiore, sotto un cielo azzurro meraviglioso, e si sentiva libero.
Libero finalmente dalle sue sofferenze.
Abbassò lo sguardo e osservò le sue mani, poi le gambe. Erano di un bel color rosa, con una pelle liscia e perfetta, e non bianco cadavere e spolpate come in ultimo erano state.Intanto in ospedale, le infermiere e i dottori del turno notturno si erano radunati nella camera di Louis. Stavano svuotando la sua stanza, portando fuori le medicine e il cibo dal ragazzo avanzato.
E Tania, l'infermiera che si occupava maggiormente di Louis, appese alla fine del letto una cartella ,riguardante le condizioni di Louis che aveva appena finito di aggiornare. Una cartelletta che diceva che Louis era appena entrato in coma.Ma Louis adesso stava bene. Ora stava correndo nel prato, urlando, e giocando come faceva quando era bambino.
Si buttò per terra, lasciando il suo corpo cadere e adagiarsi su quelle che sembravano margherite. Fece un profondo respiro, godendosi il profumo delle rose. Poi senti un <<ciao>>.Louis spalancò gli occhi e si mise seduto. Alla sua sinistra c'era un ragazzo. Un ragazzo bellissimo, con gli occhi di giada, e dei ricci color oro che gli arrivavano fino alle spalle. lo sconosciuto sorrise leggermente, poi si arrossì in viso e abbasso lo sguardo.
Louis rimase incantato. Non aveva mai visto una creatura dall'aspetto cosi angelico e puro. Si schiarì la voce, e rispose al biondino.
<< c-ciao>>
L'altro sorrise ancora di più, mostrando una adorabile fossetta.
<< Io sono Harry>>
<< Io sono Lo->> il castano non finì di parlare, che l'altro lo interruppe <<so chi sei, Louis.>> disse l'angelo sorridendo.
<< E da una vita che ti conosco.>> concluse, sempre mantenendo un leggero sorriso in viso.
Louis tentò di parlare, ma l'angelo non lo lasciò finire. << non farmi domande, non potrei risponderti. >>Il castano si era innamorato a prima vista. Quel ragazzo era tutto quello che Louis avrebbe mai potuto desiderare, e da quel paradiso non avrebbe mai voluto più andarsene. Voleva rimanere con lui, con il biondo.
<< Tu.. tu sei un angelo?>> gli occhi di Louis brillavano, stava provando qualcosa che non sentiva da anni.
<< non posso dirti chi sono Louis. >> Harry diventò serio, e si rattristò << Ora tu devi andare.>>
<< COSA? >> Louis si alzò da terra di scatto andando in contro all'angelo << COSA INTENDI PER ANDARE?!?>> la figura di louis stava cominciando a svanire dal paesaggio, e il ragazzo sentiva i sui dolori tornare, e il tutto farsi meno nitido.
<< Devi tornare sulla terra Louis. >> L'angelo dai ricci biondi era ancora li, seduto, con un tono serio, ma un sorriso in viso, che scompariva piano piano dalla vista del castano.
<< NO NO TI PREGO! NON VOGLIO TORNARE IN QUELL'INCUBO, VOGLIO RIMANERE QUA CON TE, TI SUPPLICO!>> finì di parlare, poi tutto si fece sempre più nero e lontano, ma prima di oltrepassare, louis Giurò di aver sentito Una voce dire "ci rivedremo".
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The Blonde Angel- Larry Stylinson
FanfictionAlcune volte, l'amore trova inizio in una fine-