Dreamers

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Yoongi accarezzava le ciocche chiare con movimenti lenti, passandoci le dita in mezzo e sollevandole, scoprendo la pelle sottostante. Era calmante ripetere quell'azione più volte, ed era sicuro che se avesse continuato così si sarebbe addormentato anche lui.

Hoseok invece era crollato già da un po'. Se ne stava con la testa sulle sue cosce e di tanto in tanto strofinava il naso contro il tessuto leggero della t-shirt di Yoongi. Sembrava quasi un gattino bisognoso di attenzioni e a Yoongi fece tenerezza. Nessun sorriso spuntò sul suo viso, però. Invece passò le dita sopra gli zigomi, poco sotto i segni scuri sotto i suoi occhi, che durante il giorno erano stati coperti con il trucco.

"Doveva tornare al dormitorio e riposare non stare qui." sbottò Namjoon, fissando Yoongi e poi il ragazzo che dormiva sopra di lui.

"Lo sai com'è fatto, piange dallo stress ma lavora lo stesso."

"Si, si, vi conosco bene."

Yoongi sorrise a quelle parole. Era vero. Non si può conoscere completamente una persona, ma Namjoon con loro due ci andava molto vicino e gli faceva piacere. Spesso non avevano bisogno di parole e anche per quello lavoravano così bene insieme.

Il loro rapporto era impressionante alle volte. Namjoon diceva che loro due fossero le persone di cui si fidava di più e Yoongi non aveva mai capito come facesse a credere così tanto in lui. Capiva in Hoseok ma non se stesso. Eppure gli altri due avevano sempre visto qualcosa in lui, qualcosa che lui stesso non vedeva.

Quel giorno il lavoro era stato abbandonato, così come la loro forza di volontà, sostituito da chiacchiere delle due di notte e una piccola e meritata pausa.

Namjoon era uscito a prendere il caffè, tornando dopo pochi minuti e trovando Yoongi nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato, le dita sempre ad accarezzare le ciocche arancio.

Ne aveva presi tre nel caso Hoseok si fosse svegliato, ma a quanto pare era stato inutile.

"È come cinque anni fa." disse Namjoon. La voce profonda risuonava nel piccolo studio, anche perché non vi era nessun altro suono proveniente dall'esterno a quell'ora di notte.

Yoongi annuì, ma sembrava preso dal delineare il profilo delicato di Hoseok con il dito piuttosto cheascoltare veramente le sue parole.

"Noi tre in questo studio. Hoseok che crolla per lo stress, tu che ti prendi cura di lui e io che mi devo prendere cura di entrambi." rise.

Yoongi invece sbuffò, ma vi era l'accenno di un sorriso nel suo viso stanco.

"È tutto uguale ma è tutto diverso Nam."

Namjoon gli regalò un sorriso con tanto di fossette, dannatamente adorabile.

Yoongi lo fissava sbattendo le palpebre più volte, rapide, tanto da farlo sembrare un cervo confuso.

"Ah, hyung non guardarmi così!" lo prese in giro, mettendosi una mano sul cuore in modo teatrale.

"Anche lo studio è diverso." lo ignorò Yoongi.

"Si, è tutto più grande ora. Lo studio, la band, noi."

"Forse non volevo crescere."

Namjoon sorrise, canticchiando un 'Forever Young' a bassa voce, per non svegliare il ballerino, e posò la testa sulle proprie braccia.

Yoongi, come gli altri due, non aveva mai avuto vita facile, e forse crescere con quei ragazzi era stata una benedizione. Eppure aveva quella sensazione forte di voler fermare il tempo, di mettere una pausa a tutto. Congelare l'attimo per quello che era: lui stanco su quel divano, Hoseok addormentato e Namjoon che beve un caffè. Solo quello. Per lui era abbastanza.

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