Capitolo dieci

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<Devo tornare a casa adesso.> Dopo qualche ballo, ho la camicia sudata e il fiatone.
Non ricordo l'ultima volta che mi sono divertita tanto.

<Ti accompagno.> Si offre gentilmente Mary, tentò di rifiutare, dicendole che posso prendere un taxi, ma lascio perdere, dopo qualche tentativo fallito. Mi ero dimenticata con chi stessi parlando.

Saliamo sull'audi, che ci ha aspettate fuori per almeno tre ore, ma non sembra essere un problema per l'autista, che con la sua solita formalità, ci apre la portiera.
Mary non accenna nemmeno ad un sorriso, si siede sul sedile, come se lui fosse trasparente.

<Grazie.> Dico io, ma l'uomo resta impassibile, mantenendo la sua postura impostata. Mary mi afferra per la gonna, portandomi con forza dentro l'auto.

<Non deve ringraziare. Sta facendo il suo lavoro.> Mi riprende, mentre tira fuori dalla borsa un rossetto rosa e con l'aiuto di uno specchietto portatile, schiude le labbra, ripassando il colore sulla bocca.

<Tu mi ringrazi, quando svolgo il mio lavoro.> Le faccio notare sorridendo sotto i baffi.
Questa non se l'aspettava, la signora di ghiaccio.

<Tu sei diversa.> La sua voce non trema, non si scompone, anzi al contrario, sembra che stia guidando lei il gioco, come sempre del resto.
Intanto l'autista si siede al suo posto, impugna il volante e lancia uno sguardo verso di noi, al che gli dò l'indirizzo di casa e lui annuisce, tornando a guardare verso la strada, come se noi lui non esistesse.

<Raccontami, che tipo è Alex.> Si avvicina a me, ed accavalla le gambe, sfiorando le mie.
Mi irrigidisco per un secondo, il mio sguardo si posa sulla sua camicetta ancora sganciata...
Mary è una grande tentazione per me e non ci vuole molto a capire che ci sta provando con me, ma sarei semplicemente un giocattolo usa e getta e poi, io ho Alex. E non le farò del male, non di nuovo.

<Perché?> Chiedo confusa, spostandomi leggermente indietro, ed interrompendo il contatto fisico fra noi.

<Voglio sapere che tipo è.> La sua fermezza, incute paura.

<Allora vediamo...> Alzo lo sguardo al cielo, pensando alle parole giuste da usare e le racconto le prime cose, che mi vengono in mente

<È il tipo di persona che sa affrontare ogni situazione, senza tirarsi mai indietro, o la persona che ti tiene la mano, durante gli esami del sangue. È una donna creativa, intelligente, affascinante.. Se entra in una stanza, tutti si girano a guardarla. È davvero ammaliante.> Ho lo sguardo perso nel vuoto, parlando di Alex, mi è venuta voglia di lei, vorrei che questa macchina si muovesse più velocemente, per correre a casa.
E invece sono bloccata con Mary e per di più, ho raccontato una mezza verità ad Alex, ed è passato tanto tempo, dall'ultima volta che ci siamo nascoste qualcosa.
Sento una morsa allo stomaco, un dolore quasi fisico.. Sensi di colpa.

<Quindi anche il tipo di donna, che accetterebbe il tuo trasferimento.> Porta la mano contro il gomito e con una mossa veloce della testa, fa scivolare i capelli dietro le spalle, scoprendo gli occhi celesti.

<Mary, ho già rovinato troppe volte le cose. Non voglio perderla di nuovo.> Disegno dei cerchi sulla pelle delle gambe, ed abbassò lo sguardo. Non mi aprivo con qualcuno da troppo tempo. E non so perché lo stia facendo proprio con Mary.

<Peccato Piper. Se ti guardassi attorno, vedresti quante occasioni ti aspettano...> Alzo lo sguardo velocemente, cerco di interpretare la sua frase, quando l'autista ci interrompe, dicendoci che siamo arrivate.
Mi giro verso il finestrino, notando la facciata di casa.

Scendo dall'auto, prima che possa aggiungere altro, quando sento la sua mano afferrare il mio braccio.

<Ricordati ciò che mi hai promesso.> Il suo sguardo penetrate, mi avvisa che non accetta altri no come risposta.
Annuisco lentamente, liberandomi dalla sua presa e mi avvio verso la porta di casa, quando mi giro, la sua auto sta lasciando il viale.

Appena metto piede in corridoio, mi accorgo che c'è qualcosa di diverso nell'aria... Un profumo? Il mio profumo.

<Alex?> Provo a chiamarla, ma non risponde. Noto delle luci fioche in sala, mi tolgo i tacchi, camminando verso la stanza lentamente.

Al centro c'è un tavolo apparecchiato, una mezza bistecca mangiucchiata, l'altra coperta da un piatto.
Delle candele illuminano l'atmosfera e a coronare il tutto, il fuoco ancora acceso.
Merda! Sono una cogliona, una deficiente!
Sbatto la testa contro il muro, maledicendomi da sola.
Dopo abbastanza botte, riesco a togliermi dalla mente l'immagine di Mary e mi concentro su Alex, sulla donna della mia vita.
Ha preparato una cena romantica per noi due, mentre io ero a spassarmela con un'altra.
Non posso crederci Piper!

Spengo il fuoco e soffio sulle candele, ormai quasi del tutto consumate, mi avvio verso la mia stanza, dove trovo Alex distesa sopra le coperte, i piedi scalzi e un vestito nero, che fascia le sue curve.
I capelli neri ricadono sul cuscino, la faccia rivolta verso il muro.
È bellissima, ed io sono ancora più cogliona di quanto credessi.

Gattono a qualche centimetro dal suo corpo, svegliandola con baci caldi sul collo e sul volto, fino quando non inizia a mugolare infastidita e stropiccia gli occhi con i dorsi delle mani, ci mette qualche secondo, prima di riconoscermi.

<Amore sei tornata...> Mormora, alzandosi di qualche centimetro, appoggia la testa contro la testiera e fa scivolare la mano, contro la mia pelle, accarezzandomi dolcemente.
Il sangue scorre più veloce nelle vene e respiro affannosamente.
Tutt'altra sensazione, di quella che mi ha fatto Mary.

<Mi dispiace di non averti avvertito prima. Ho visto la cena giù.> Passo il palmo della mano sopra la sua pancia, godendomi il momento di calma.

<Già.. Non importa.> Conosco troppo bene Alex e so quando mente.
Adesso sta mentendo.
Non vuole farmi sentire in colpa, perché sa che ero ad una cena di "lavoro".
Mi mordo il labbro, maledicendomi di nuovo.

Per una volta, le parole di Mary non sembrano così banali.
Forse ha ragione, Alex è una delle donne più intelligenti e amorevoli che conosca, se le spiegherò la situazione, potrebbe anche capire.
Non dobbiamo litigare per forza, chissà magari potrebbe anche piacerle le idea e venire con me in Norvegia, perché no?
Potremo trovare una vita migliore in lontane da qui, dal passato, dagli errori, dai tradimenti, dal carcere.
Andare in un posto dove nessuno ci conosce e ricominciare da capo, non deve per forza odiare l'idea, potrebbe piacerle e accoglierla con grande entusiasmo.

<Alex, ti devo parlare.> Alzo lo sguardo verso di lei, fissandola intensamente.
Le sue mani scorrono velocemente lunga la mia nuca e mi bacia la fronte con delicatezza, poi riporta la il capo contro la testiera e in sussurro risponde

<Lo so.>

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora