Capitolo 37

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Ero sdraiata sul letto ormai da un po' da quando mi ero alzata dal tavolo dopo aver finito di cenare.

Avevo intenzione pensare a qualsiasi cosa che non prevedesse occhiali da mille montature diverse, e ci ero anche riuscita fino a quando quel pensiero occhialuto non si intrufolò clandestinamente per colpa di un messaggio arrivato sul gruppo whatsapp che avevo con tutti i miei amici.

E così ricominciai a pensare a lui, mi chiesi se anche lui perdeva tempo pensandomi.

Decisi che cominciare a fare la valigia mi avrebbe sicuramente distratto, e così cominciai a spulciare le cose che avevo inserito nella lista mano a mano che prendevano posto nella valigia.

Mi fermai quando sentii gli occhi appesantirsi e prima di addormentarmi, lessi un messaggio di Piero che mi chiedeva se potevo accompagnarlo a scuola, visto che aveva lasciato la macchina nel parcheggio ...non potevo dirgli di no...e questa volta non mi feci prendere dall'ansia quando vidi che aggiunse alla chat un "dobbiamo parlare".

Sentivo che non poteva essere niente di orrendo, e ne ero convinta perché lui mi conosceva...sapeva che rinnegare tutto a questo punto, avrebbe causato un allontanamento tra noi due che nessuna parolina dolce e buona azione avrebbe potuto elimare.

Caddi nelle braccia di Morfeo e sognai di una città sconosciuti. Con alti palazzi e larghe vie, se quella era Monaco, allora la gita non sarebbe stata niente male.

La mattina dopo mi preparai tranquillamente, non corsi fino alla cucina per fare colazione o fino al bagno per lavarmi. Fu una mattinata all'insegna della calma.

Piero arrivò puntuale rispetto all'orario che ci eravamo stabiliti, a volte mi chiedevo se avesse qualche parente lontano svizzero di cui non avevo mai sentito parlare che avrebbe potuto influire sul fatto della puntualità...poi mi ricordavo di tutte quelle volte che avevo sentito la frase " Barone è in ritardo" uscire da qualche prof della prima ora, e  mi convincevo che di svizzero non aveva neanche l'accento.

-Ciao- mi salutò con un bacio sulla guancia grazie per il passaggio- continuò mettendo il casco che gli porgevo. Gli sorrisi e partimmo.

Parcheggiai il motorino nel solito parcheggio che non era ancora brulicante di ragazzini a differenza di come lo avevo sempre visto io.

-Alissa non voglio rinunciare a te...non voglio rinunciare a noi- disse prendedomi le mani e avvicinandosi.

-Piero...tu sei fidanzato- gli dissi sbattendogli in faccia la dura verità.

-È un modo carino per dirmi che per te non è lo stesso- disse lui penetrando le lenti degli occhiali finti che avevo messo arrivando a toccare i miei.

-No, Piero tu lo sai cosa io provi per te, e credimi, se fosse per me saremo già una cosa unica, ma...io non sono una troia, detto francamente, e so che se corriamo così tanto passerei per quella che non sono...io...cavolo perché deve essere così difficile...ti prego dimmi che capisci- dissi nella speranza che lui trovasse una soluzione per stare ugualmente insieme senza voci dietro.

Anche una relazione "segreta " sarebbe andata bene, lui però avrebbe dovuto rompere con Deborah.

Lo guardai aspettando una sua risposta, non sapevo se aggiungere qualcosa al mio discorso o no.

-Certo che capisco, capisco che tu hai troppa paura di quello potremmo essere, hai paura della gente, di Deborah, hai paura del futuro e hai paura della tua testa ...io so quello che sei e so quello che non sei, tutti quelli che ti vogliono bene lo sanno...e solo del loro parere dovresti preoccuparti- disse prima di lasciarmi da sola al parcheggio.

Ma la cosa che più mi insidiva era la consapevolezza del fatto che lui avesse ragione.

I giorni passarono e quella settimana si avviò verso il suo termine. Il weekend arrivò e con esso la consapevolezza di avere ancora una valigia da finire di riempire.

Il giorno della partenza per Monaco arrivò.La sera prima avevo sentito mia sorella che mi aveva detto che mancava davvero poco e avremmo saputo il risultato del concorso.

Fino a quel momento io e Piero non avevo ancora avuto un vero e proprio dialogo, e faceva male sapere che quella volta era per colpa mia.

Dopo i saluti di rito con i familiari, mi feci accompagnare alla fermata del bus che ci avrebbe portato all'aeroporto di Palermo.

Durante il viaggio stetti vicino a mio cugino che si sentiva, come aveva ripetuto un centinaio di volte  lui, estremamente solo senza la sua Alessia. Immaginate un intero viaggio passato con un povero ragazzo che non faceva altro che elencarti le qualità  che gli macavano della sua ragazza nonché tua amica dalla notte dei tempi.

All'aeroporto c'era un via vai di gente. Bambini affascinati da quelle macchine enormi che prendevano il volo sotto i loro occhi. Ragazzi che si concedevano una piccola vacanza, o che forse tornavano da qualche località marina.

Ragazze che si guardavano in torno smarrite analizzando tutti i volti dei presenti cercando quella persona che avrebbe trasformato quello sguardo perso in un vero sorriso.

-Ragazzi di qui- ci urlò la prof per richiamare l'attenzione e indicarci lo sportello dove fare il check-in.

Dopo aver imbarcato le valigie e aver quasi perso la calma con la signorina che continuava a dire che la mia valigia era più pesante di quello che era richiesto quando ancora  la bilancia elettronica doveva  definire il vero peso, che ovviamente era minore rispetto al peso massimo, e dopo aver passato gli ultimi controlli, andammo ad aspettare il volo su una di quelle sedie scomode davanti a un punto vendita McDonald's.

In confronto, l'aeroporto di Londra era una mega reggia, pensai.

Dopo quasi un'ora ci trovammo seduti sui sedili dell'aereo che ci avrebbe portato in Germania. Io ero vicina ad un ragazzo con i capelli di un rosso vivo che a sua volte era vicino  ad una mora...dovevano essere di un'altra classe pensai.

E mente spegnevo il cellulare sentii un suono che mi avvisava dell'arrivo di una notifica, che riconobbi subito fosse un email dal suono diverso rispetto a quello degli SMS.

Ma ormai avevo spento il telefono. Avevo capito che quello non era l'ennesimo spam, il mio futuro era scritto in quell'email e io avrei dovuto sperare che nell'hotel ci fosse una linea internet, se avevo intenzione di sapere se sarei partita per l'Inghilterra dopo la scuola o avrei continuato la mia vita in Italia, prima di tornare a casa.

Eh già, ho aggiornato presto...strano vero?😂

Comunque, la situazione è questa, non critica...ma neanche rose e fiori 😑.

Cosa dirà l'email secondo voi?

Mando un bacio a tutte voi.
Questo capitolo è stato scritto soprattutto per
sofia021015 😘

Chiedo scusa per gli errori

Un bacio grande.
Aly❤

Non farmi aspettare ||Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora