capitolo 5

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«Alex, Alex!» sento sbraitare per casa mentre sono in cucina e sto bevendo un bicchiere d'acqua. Mia madre ha quasi finito di preparare la cena e mio padre è seduto in divano che sta leggendo una delle sue solite riviste finanziarie. Mi sposto verso il salotto e rispondo a mia sorella che sta gracchiando come una gallina a cui hanno appena strappato le piume sul sedere.

«Alex, la smetti di rubarmi il mio reggiseno?» grida dalle scale con un tono di voce palesemente stizzito.

Quasi mi soffoco con l'acqua in bocca e cerco di deglutire anche se poi sono costretta a tossire.

Possibile che quella gallina debba incolparmi di qualsiasi cosa non riesce a trovare? Che impari ad essere più ordinata, miss Perfettina.

E poi, anche se proprio volessi, che me ne farei del suo reggiseno ultra push-up, super imbottito taglia... esageriamo dai! Prima misura.

Cioè, dico, ho una terza molto abbondante, quasi quarta e che me ne potrei fare del suo reggiseno? Forse coprire i brufoli della varicella?

Sbuffo pensando a quant'è noiosa e sento mio padre ridacchiare di fronte alla sua richiesta. Anche lui ha perfettamente idea delle taglie di differenza tra me e Sydney.

Uomo intelligente, penso ed intanto mi affretto a rispondere alla gallina urlante.

«Non te l'ho preso» le rispondo alla fine cercando di stare calma mentre mia madre è già pronta a calmare le acque.

«Tranquille, ragazze. E' pronto. A cena, dai.»

Passo in cucina e mi siedo a tavola mentre subito dopo ci raggiunge anche Sydney con un'espressione imbronciata ed il muso che tocca terra.

«Dopo devo uscire con la Claudia e non posso neanche usare il mio reggiseno preferito» ci comunica furiosa e piagnucolante.

«Calma, ragazzina. Cosa dovresti fare tu, dopo?» le chiede mia madre, rizzando improvvisamente le antenne.

«Devo uscire con Claudia e anche con sua sorella Sofia. Dobbiamo andare a prendere un gelato al Calipso.»

«Non se ne parla nemmeno» interviene prontamente mia madre mentre mio padre ha alzato gli occhi dal piatto e sta osservando attentamente la scena. Io invece cerco di tenere gli occhi bassi per evitare che mia sorella cerchi una qualche forma di complicità in me. Non esiste proprio che io esca con lei e con le svampite delle sue amiche.

La cosa peggiore è che il la mia scuola, il famoso Liceo Marco Polo, ospita oltre ai corsi del liceo linguistico, anche quelli del classico e quindi mia sorella, dopo due soli anni di tregua, mi ha raggiunto nella stessa scuola.

E la seconda cosa peggiore è che hanno fatto la nostra stessa scelta scolastica anche le due sorelle Nardi con cui già abbiamo condiviso le scuole medie.

Claudia, la minore delle due, frequenta il classico ed è grande amica di mia sorella, mentre Sofia ha la mia età e anche lei frequenta il linguistico, purtroppo.

Diciamo che detesto Sofia praticamente da sempre e non trovo nulla da spartire con lei, la classica tipa tanto famosa e popolare a scuola per essere un po' troppo generosa con i ragazzi.

Diciamo pure che se li è fatti quasi tutti.

E sua sorella Claudia sembra sulla buona strada per essere come lei.

Non mi piace l'idea che anche Sydney le frequenti e che possa diventare come loro. Ho tentato di metterla in guardia e di darle qualche consiglio da sorella maggiore, ma lei si è arrabbiata con me dicendo che sono soltanto invidiosa perché non sono magra come lei, bionda come lei, intelligente come lei...

DISEQUAZIONI DI SECONDO GRADODove le storie prendono vita. Scoprilo ora