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Quella mattina il sole splendeva e iniziava a sentirsi l'aumento della temperatura. La prima settimana di giugno fu caratterizzata da colori splendidi e luminosi, accompagnati da un tempo a dir poco magnifico. Il cielo, sulle nostre teste, era limpido più che mai e il sole gli faceva compagnia silenziosamente, osservando tutti gli abitanti della Terra mentre si occupavano delle loro faccende.

Camminavo accanto a Samuel, un suo braccio intorno al mio collo e il mio che cingeva la sua vita, e osservavo ogni particolare di quel vialone che stavamo attraversando. Aaron si era ritrasformato in una guida e si era messo a capo della fila di coppie che avevamo formato, rendendo quella passeggiata una visita guidata. Ogni tanto alzava il bracco e indicava qualche piccolo bar, esclamando tutto contento che quello sarebbe diventato il nostro luogo di ritrovo. Will, accanto a lui, sorrideva e aveva l'aria di uno che è pronto ad iniziare la sua nuova vita. Jennife e David erano stretti l'uno all'altro dietro me e Samuel, ogni tanto ridacchiavano tra di loro per qualche battuta o si fermavano a scattare selfie facendo facce buffe.

«Siamo gli unici sani del gruppo.» commentò Samuel a voce bassa, facendo in modo che io fossi l'unica a sentirlo.

Mentre cercavo di reprimere una risata, notai un piccolo negozietto di libri e quindi mi allontanai in tutta fretta da Samuel, beccandomi un'occhiataccia da lui e uno sguardo incuriosito dal resto del gruppo. Ero fatta così, non ci potevo far nulla: se per strada trovavo un negozio di libri, o una biblioteca, io ci dovevo entrare, per forza. Alzai gli occhi per un secondo, incontrando l'insegna dipinta su un pesante e lungo rettangolo in legno: Sophie's Dream, recitava in un corsivo delicato e dai colori lilla e azzurrino. Quindi rimasi a curiosare davanti alla vetrina, notando solo dopo un cartello in cui annunciavano di aver bisogno di personale; mi precipitai all'interno del negozio, seguita dal resto dei miei amici, e passai in rassegna ogni scaffale.

«Benvenuti da Sophie's, fate pure come se foste a casa vostra!» esclamò una donna di mezza età.

La donna era seduta dietro un bancone con tanto di cassa, un piccolo scaffale in legno pieno di oggettini e alcune scartoffie. La osservai attraverso i libri, curiosa di scoprire da dove venisse dato il suo accento molto pronunciato. Portava i capelli biondi in una crocchia elegante, un paio di occhiali spessi e quadrati posizionati su un naso sottile e lungo, due occhi azzurri e un viso che iniziava ad essere segnato dal tempo.

«Siete i miei primi clienti di oggi.» continuò orgogliosa la donna, spostandosi dalla sua postazione e andando incontro al resto dei mei amici. Indossava un vestito grigio che le arrivava al ginocchio, molto ampio nella parte finale, e un paio di ballerine rosse ai piedi.

Sebbene fossi interessata a quel posto di lavoro, rimasi nascosta tra gli scaffali. Adoravo immergermi tra i libri: il loro profumo, il rumore della carta prodotto dal girare una pagina, le copertine rigide o non, le storie al loro interno e i personaggi; entravo in un mondo diverso dal mio e amavo vivere ogni avventura, ogni emozione...

«Le faccio i miei complimenti signora,» fece Jennifer indicando l'intero negozio. «è davvero un bel posto.»

«Grazie mille! Mi fa piacere sentire i giovani parlare bene della mia seconda casa!» la ringraziò la donna, accarezzando una parte di uno degli scaffali come se quello fosse stato il suo compagno di vita.

Io sorrisi involontariamente e lanciai un'occhiata alla padrona del negozio e ai miei amici, Samuel mi stava a guardare e la donna si stava avviando tra due scaffali. Si parò davanti a me, incrociando le braccia al petto e fissandomi con uno sguardo gentile e rassicurante. Sul viso nacque un grosso sorriso contagioso e, quindi, mi unii a lei.

«Sono Vera Dinter.» si presentò lei, allungando una mano.

«Keyla Harris.» dissi io, stringendogliela.

Qualcosa di nuovo (#Wattys2016) || COMPLETATA ✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora