Dennis' POV
Schifo.
Che schifo di giornata.Ma chi me lo ha fatto fare ad accettare il suo invito per l'aperitivo, apericena, aperi e che cazz... ma a che servono tutti 'sti pasti?
E poi fa un freddo cane fuori. Questa sarebbe dovuta essere una giornata per stare a casa a non fare un bel niente. Sì, già mi immagino al calduccio avvolto dal mio plaid di pail.
Meno male che sto quasi per arrivare. Mi scaldo al solo pensiero.Bip bip
Un suo messaggio.
La ignoro, le rifilerò la solita scusa che non ho sentito la notifica. Oggi ha già fatto assai.Cammino con calma per la strada, ondeggiando la testa a ritmo della musica che esce dalle mie cuffiette, la migliore compagnia.
Arrivato. Mi rilasso i muscoli tesi dal freddo mentre salgo le scale del condominio, simulando una breve corsetta di riscaldamento, fino ad arrivare al mio pianerottolo. Estraggo le chiavi, cerco quella giusta, ed entro respirando a pieni polponi l'aria di casa.
Ignoro mamma, papà e il resto, e mi precipito con fare annoiato verso la mia stanza.
La prima cosa che faccio è chiudere la finestra, me la scordo sempre aperta, l'aria è gelida qui dentro.Mi tolgo le scarpe senza usare le mani, stavo per cadere, e le butto in un angolo. Sempre con le cuffie nelle orecchie svuoto le tasche dei pantaloni: fuori il cellulare, chiavi e portafoglio.
Mi sbottono la camicia, dedicandomi ad un bottone alla volta, fino a quando non posso sfilarmela di dosso per poter indossare qualcosa di più comodo.
Mi accingo all'armadio. Mi fermo davanti ad esso, sbottono e abbasso la cerniera dei pantaloni, senza levarmeli, lo faccio solo per comodità, per tornare a respirare normalmente.
Nella mia testa suona una canzone dei The Script, quando apro l'anta di legno chiaro, è arrivata al ritornello.
Tutto succede il un nano secondo.
Il mio cervello capisce subito che c'è qualcosa che non va, o meglio qualcosa che non dovrebbe essere in quel posto.
E ancora peggio, quando mi rendo conto che quel qualcosa, è un qualcuno.
Il primo elemento che vedo sono i suoi occhi. Fissi su di me. Non saprei descriverli sul momento. So solo che mi guardano, e questo basta per farmi fare un balzo all'indietro e gettare un urlo vergognoso.Grido qualcosa, parole a caso spiaccicate insieme che neanche io capisco.
Mi tolgo le cuffie e le butto da qualche parte, senza stoppare la musica.
Smetto di tremare per lo spavento, ma ho ancora gli occhi e la bocca spalancati. Mi prendo del tempo per studiare la figura che si nasconde in mezzo ai miei vestiti.
Riesco a vederne solo il viso, il resto del corpo è coperto dai miei abiti.
È una ragazza.
Capelli e occhi castano scuro
Sembra un fantasma. O lo è? È così pallida. Mi viene il dubbio.I suoi occhi grandi mi scrutano con una strana espressione, incerta, confusa.
Lascio stare lo stato di sorpresa, cerco di prendere in mano la situzione e lo faccio tirando fuori un po' di coraggio. Una sconosciuta, mai vista prima, si è intrufolata in casa mia.
Mi avvicino a lei, ma non troppo, con due passi cauti.-E tu?-
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Lascia la finestra aperta
ChickLitOgni giorno a quell'ora lei era lì. Così come me, l'aspettavo. Abbiamo due ragazzi, uno l'opposto dell'altro, il bianco e il nero, il sole e la luna, ognuno con i suoi problemi. Il loro primo incontro è stato frutto del caso, e gli altri? Come si sp...