5. Non pensi che sia inutile rimanere a piangere, nascondere le lacrime?

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Hilary.

Sto dormendo.

Qualcosa però mi sveglia.
Il campanello.
Sbuffo.

Riuscirò mai a dormire in pace oggi?
Lo ignoro, sarà la pubblicità, ma il suono del campanello persiste.
Mi alzo sbuffando nuovamente.

Di sicuro non è Andrea, ha le chiavi e non torna adesso, in più pensa che io sia a scuola, a proposito... non deve sapere che ho saltato le lezioni.
Mi dirigo verso la porta barcollando.
-Ma chi è?
Non risponde nessuno e il campanello continua a suonare.
Ora ho paura.
E se è un aggressore che mi ha seguita?
No, troppe paranoie.
Guardo dallo spioncino della porta e vedo un ciuffo castano.
Un ciuffo tremendamente familiare.

Apro la porta lentamente, e mi ritrovo davanti Benjamin.
Cosa ci fa lui qui?
Dietro di lui ci sono Violet e Federico che però si allontanano subito.
Ma perché me lo vuole incollare addosso? Questa me la paga.

Accidenti a me che ho accettato di accompagnarla.
-Cosa vuoi? Pensavo di averti detto che non voglio aver a che fare con te, no? Torna da dove sei venuto con la tua chitarrina e lasciami stare, per favore.

Faccio per chiudere la porta, ma la blocca con il piede.
Entra invitandosi da solo e fa incrociare i nostri sguardi.
Ha un'espressione seria, io anche.
-Sei sordo? Esci da casa mia.
-No, prima devo sapere cosa ti è successo, e perché sei così scontrosa.

Comincio ad alterarmi.

-Ma cosa vuoi da me? Sono stanca, non ti conosco, sei completamente uno sconosciuto per me, lasciami stare!
-Ti lascerò stare... appena mi spiegherai cosa ti è successo. Non mi faccio trattare così senza un motivo.
-È l'ultima volta che te lo ripeto, Benjamin. Esci da questa casa e lasciami stare.
-Visto? Sai il mio nome. Quindi non sono completamente uno sconosciuto per te.

Mi prende in giro?
Lo guardo malissimo, uno sguardo di disprezzo e rabbia.
Non capisco perché.
Mi innervosisce, non sembra importargli un granché.
Anzi, si avvicina e poco dopo ci ritroviamo nella stessa distanza di prima, al parco.

-Allora, so che ti sembrerà difficile da credere, ma non tutte le persone "conosciute" sono come dici te. Io e Fede, siamo sempre gli stessi ragazzi che suonavano in una cameretta qualche anno fa con pochissime persone che ci conoscevano. Noi non cambiamo mai. Ora rispondi a questa domanda: se io fossi davvero un montato di merda, sarei venuto fino a qua per parlarti e capire cos'hai?

Non so che dire.
Cioè, ha ragione, ma non sono convinta.
Non sapete quanto ci è voluto per potermi confidare con Violet appena conosciute. Mi ero ripromessa di non fidarmi più di nessuno che non siano Violet o Andrea.

Però...
Mi sembra sincero.
Abbasso lo sguardo.

***

Io e Benjamin siamo seduti sul divano del salotto.
Uno accanto all'altro.
Lui sta aspettando che io parli, mentre io ho ancora lo sguardo abbassato.
-Non obbligo mai la gente a fare qualcosa che non vuole, ma mi sembra che tu non stia molto bene, magari posso aiutarti.
Sussurra.
-No, nessuno può.
Sussurro a mia volta.
-Non è facile.

Continuo.

-Lo so, ma a volte fa del bene parlare con qualcuno che non conosci.
Risponde.
-Quando avevo 2 anni... ero in macchina con i miei genitori e mio fratello, stavo andando a lezione di canto.
-A due anni?
Chiede con un debole sorriso.
-Sì. Mia madre era una grande cantante, e ci teneva che lo diventassi anch'io. Quindi, credeva che se avessi iniziato in tenera età, sarei salita in alto.
Faccio una pausa.
Aspetta che io continui senza fiatare.

Zitta e Baciami. [Benjamin Mascolo] {B&F}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora