Sogno e Realtà - Cattive in missione

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Da quando aveva preso coscienza di sé e delle sue possibilità, si era sentito fuori posto in quella famiglia. L'essere giudicato in qualunque cosa facesse inferiore a sua sorella Phoebe lo rendeva stupido, ma allo stesso tempo un ragazzo unico e come tale sarebbe stato, differente dagli altri. Doveva diventare un super cattivo.

Dal momento in cui capì questo, iniziò a lavorare per arrivare al suo obbiettivo. Nulla e nessuno l'avrebbe fermato. Quel cuore da super eroe divenne quello di un cattivo, almeno in parte. Fece domanda alla scuola di preparazione per far parte degli allievi di Darth Meighen, quell'uomo era il suo idolo, un cattivo degno del suo nome e del suo aspetto, da alcuni anni aspettava la risposta.

A parte questo sogno ed obbiettivo le sue giornate si susseguivano, tra qualche scherzo alla sorella o bravata. Una notte sognò qualcosa di diverso dal solito, come la conquista del mondo o la creazione di un nuovo esperimento.

Quella volta fu differente e molto particolare...

Aprì lentamente gli occhi, fece un passo avanti a sé ed i suoi piedi toccarono una superficie dalla consistenza semi compatta, quando guardò in basso notò di poggiare su quella che sembrava essere acqua cristallina. Da quello specchio calmo comparivano i profili di edifici, ormai ridotti a degli agglomerati di scogli solitari, erano per lo più grattacieli o pali arrugginiti e piegati in forme contorte.

Quel paesaggio si estendeva per chilometri fino all'orizzonte appena visibile, in cui si univano cielo ed acqua, dove la volta azzurra e sconfinata si replicava dentro quello specchio immobile. Le nuvole, che restavano stranamente statiche, sembravano aspettare un singolo alito di vento per poter allontanarsi da quella desolazione.

Iniziò a camminare in quello scenario apocalittico, guardandosi in torno e fece metri o chilometri non seppe neppure calcolare la strada percorsa, poi d'un tratto spostò lo sguardo da un punto ad un altro come animato a nuova vita. In cerca dell'origine di quel rumore ignoto che lo aveva risvegliato da quel torpore.

Sembrava un eco... una voce!

Quella presenza sconosciuta anziché rasserenarlo, lo metteva in soggezione e la sua coscienza continuava a martellarlo.

"Va via, corri! Non sei al sicuro qui!"

- Chi è là ?! - urlò lui e la voce si interruppe bruscamente sovrastata dall'eco della sua che si propagava velocemente, in modo rozzo.

Un sibilo fendette l'aria, proveniva dall'alto.

"Un corpo che cade."

Una figura minuta cadde in ginocchio sul pavimento d'acqua, alzandosi velocemente e spolverarsi i vestiti per poi alzare lo sguardo osservando il ragazzo davanti a sé. Gli occhi zaffiro di lei non facevano trapelare alcuna emozione di rilievo, solo calma e freddezza.

- Chi sei ? - chiese Max e lei con uno scatto sovrumano gli fu di fronte, mettendo le mani dietro la schiena e girandogli in torno.

Camminava con portamento misurato e calcolato, spalle dritte e viso serio, occhi penetranti di un intenso blu e capelli di un luminoso color grano. Indossava una felpa larga, forse grande una taglia in più, nera e con sotto una lunga maglia bianca. I jeans erano arrotolati sotto al ginocchio e le scarpe da ginnastica erano scure come la felpa. Giocava con il cordino di una collana che spariva sotto la maglietta.

- Sophie. - disse con voce annoiata lei, fermandosi a pochi centimetri dal volto del ragazzo, che si accese appena di rosso. Lo guardò assorta per poi avvicinare la sua mano destra alla guancia del moro, che trapassò come se fosse aria ed entrambi ne rimasero sconvolti sgranando gli occhi, allontanandosi di pochi passi l' uno dall'altra. La bionda osservo la sua mano che richiuse a pugno con fare triste e ritornò a fissarlo negli occhi decisa.

Sogno e Realtà (Thunderman serie) [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora