L'inizio della fine

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C'era una volta, tanto tempo fa.............................

All'improvviso,Nito, si svegliò di scatto impaurito e subito si sporse accanto al comodino dove c'era un bicchiere d'acqua. La beve tutta di un sorso e si guardò intorno; prima gli cadde l'occhio sul tavolo intarsiato di olmo con delle venature bellissime, e con un intarsio a forma di serpente che percorreva tutte e quattro le gambe del tavolo per poi arrivare al centro in cui c'era raffigurato un logo.
Poi Nito si guardò ancora intorno per capire dov'era e subito gli cadde l'attenzione sulla sua armatura daedrica (armatura formata da diamante, fuoco e ferro degli inferi); una armatura bellissima composta da busto, elmo, guanti, ganbali e stivali di color nero con una sfumatura di rosso e con degli spuntoni che uscivano fuori dal busto e dall'elmo. Infine la sua spada daedrica a due mani, sempre color nero con una sfumatura rossa; questa volta si rese conto chela sfumatura di rosso era diventata un color rosso sangue come assegnare che in quella giornata poteva accadere di tutto: lo poteva attaccare un Draug (soldato immondo non-morto che si aggira di notte nelle catacombe), o che lo poteva attaccare un Ragno di Ghiaccio(ragno gigante che può arrivare a una grandezza di un orso polare adulto).
Nito si appoggiò lievemente sul letto pensando al solito sogno che faceva tutte le notti: sognava sempre una donna alta, giovane, bionda, con gli occhi celesti color lapislazzulo che lo fissavano in una bella giornata di sole e poi immaginava che un'ombra di drago, nera e rossa, calava su di lei, seguita da un fuoco, che ardeva la donna ancora viva; e lui la vedeva e non poteva fare niente. Nel mentre che la donna veniva arsa viva, sentiva una voce che lo chiamava continuamente, una voce strana come se un uomo gridasse e la voce li rimbombasse continuamente.
Nito vide il fuoco che bruciava i biondi capelli della donna, e la vide trasformarsi in cenere. Udì allora un urlo straziante che lo svegliò.
Si alzò dal letto e si guardò nuovamente intorno e vide che alla sua destra, accanto al letto, c'era il tavolo e l'armatura daedrica e alla sua sinistra un armadio e un appendi armi; Nito si alzò dal letto e si diresse verso il bagno dove c'era un vecchio secchio, il wc, uno specchio appeso al muro e una bacinella d'acqua.
Con grande fatica si specchiò e vide come sempre se stesso: un uomo di 30 anni, alto almeno 1,75 metri, con dei capelli neri, corti, occhi celesti puri, canini ben appuntiti e un corpo ben muscoloso e delle unghie che si tramutavano in artigli lunghi almeno 5 centimetri al suo volere. Si andò a sedere nel letto e si vestì con la sua armatura daedrica: prima mise gli stivali poi il resto dell'armatura. Prese il cibo e alcune armi tra cui lo scudo, un arco con le frecce e una spada affilatissima, così affilata che poteva tagliare un blocco di ferro, a metà, con un solo colpo.
Nito si diresse alla porta, l'aprì, ma nel momento in cui aprì sentì di nuovo un urlo, che assomigliava ad un urlo di una Banshee ( strega che stordisce e poi uccide la sua vittima con un urlo terribile in grado di rompere un vetro solo con il timbro della voce ); sobbalzò e cadde a terra, si alzò e sguainò la spada girandosi alle spalle,ma non c'era nessuno, solo il solito urlo che sentiva nel sogno e che li ri si faceva presente.
Poi Nito chiuse la porta e uscì vedendo la sua casa, monolocale a un piano, molto cupa e spenta. Intraprese la strada che lo portava al castello di Runvaak, castello del lupo chiamato in lingua umana.
Il castello di Runvaak era circondato da alte mura e torri possenti. Si divide in quattro zone: la prima zona chiamata Distretto della Pianura era situata vicino alle mura dove si trovavano molte caserme,negozi vari e fabbriche di armi.
La seconda zona intermedia si chiama Distretto del vento, era una zona residenziale, dov'era situato il tempio della dea Hircine ( dea degli uomini-bestia,tipo Licantropi ).
La terza zona, distretto dei Licantropi era una zona in cui ci abitano gli uomini-lupo,
e la quarta zona il Distretto delle Nubi dove si trovava un albero altissimo e di colore bianco avorio senza foglie, detto Eterea; e dove si trovava il palazzo dello Jarl, Re del feudo.
Nito stava percorrendo la strada che lo portava a Runvaak quando fu fermato da Eriik, un soldato del feudo, che con grande tranquillità gli disse che lo Jarl lo stava convocando a corte per affari segreti;così ringraziò Eriik e si diresse verso Runvaak.
Appena arrivò alle porte di Runvaak i soldati lo stavano aspettando e lo portarono davanti al palazzo dello Jarl Dario III, un grande Re Licantropo che comandava con felicità tutto il feudo. Nito entrò dentro al palazzo e subito notò i grandi arazzi rossi, con lo stemma del lupo, che venivano giù dal soffitto; poi si diresse davanti a un focolare dove c'era il trono, d'oro, dello Jarl dove era appunto seduto lui e si vedeva che era molto angosciato.
Dario III era triste e quando vedette Nito si alzò all'improvviso e i suoi occhi marroni brillarono di gioia. Lo portò in una stanza e gli disse che tre giganti, creature umanoidi alte almeno tre metri,avevano fatto un accampamento fuori dalla torre di Organ Alto, una torre altissima distaccata dalla città che copriva tutta la parte meridionale del castello, dove non c'erano le montagne.
Lo Jarl accennò anche il fatto che se lui avrebbe fatto ritorno dopo aver ucciso i giganti, visto che era il miglior soldato per destrezza e perché aveva un'armatura migliore, lo avrebbe nominato Juscarlo,cioè eroe del feudo e tutti gli dovevano portar rispetto come a un nobile.
Nito accettò la proposta a patto che avrebbe portato con sé una decina di soldati per combattere i giganti perché erano creature molto pericolose; Dario III accettò e ordinò di andare a uccidere i giganti, in questo modo si incamminarono verso la torre passando da una strada secondaria.
Appena furono vicini alla torre i giganti tesero un'imboscata a Nito e a i suoi, lui fece in tempo a nascondersi e non poté far niente per impedire che i suoi soldati venissero uccisi dalle mazze dei giganti.
Appena calò la notte, i giganti banchettarono con le carni dei soldati e si addormentarono in un sonno profondo. Nito sguainò la spada e con molta lentezza e pazienza si avvicinò ai giganti e tagliò la gola ad uno ad uno. Prese un sacco e vi mise le teste tagliate, bruciò i corpi dei giganti, e si diresse a Runvaak con l'ultimo cavallo sopravvissuto.
Entrò dentro il palazzo dello Jarl e gli fece vedere le tre teste dei giganti che poi furono prese impalate all'entrata di Runvaak, per simboleggiare che qui non erano ammessi giganti. Dario III nominò Nito Juscarlo e comandante delle guardie del feudo e Nito
ritornò a casa molto felice e inizialmente poté dormire.
Il giorno dopo si svegliò e ritornò al palazzo dello Jarl dove c'era un grande agitazione e paura. Non sapeva più dove era finito Re Dario. Lo cercò dappertutto e lo trovò in una stanza vestito con la sua armatura mentre parlava ai suoi comandanti, appoggiato al tavolo.
Nito chiese cosa era successo e lo Jarl rispose che un drago, un mostro serpente-alato sputa fuoco, ormai estinti da secoli, erano ritornati, e uno di questi aveva dato fuoco e ridotto in cenere praticamente tutta la città Principale del feudo di Helm. Lo Jarl di quel posto era morto bruciato e le persone rimaste vive chiedevano aiuto a lui.
Lo Juscarlo chiese cosa erano questi draghi e il mago di corte gli fece una lunga descrizione: erano delle creature serpenti gigantesche con delle scaglie durissime non scalfibili da nient'altro che da materiali di osso o scaglie di drago.
Potevano superare i dodici metri di lunghezza e i due di altezza, e avevano un corpo affusolato di molti chili, una coda con estremità appuntita e due zampe anteriori per appoggiarsi a terra, e una testa di solito cornuta con denti affilatissimi.
Potevano volare e sputare fuoco, addirittura parlare sia la lingua comune chela loro lingua, che solo loro potevano parlare: il Draconico. I draghi ebbero un potere smisurato grazie a alcune parole, l'Urli.
Nito si chiese se queste creature erano terresti. Il mago gli rispose che discendevano da un dio e che esistevano varie specie che potevano usare venti Urli dei draghi: alcuni potevano uccidere, altri curare,altri evocare, sottomettere e addirittura resuscitare i morti o altri draghi.
I draghi non combattevano solo in campo aperto, ma erano in grado di appollaiarsi su edifici e scagliare massi per guadagnare un vantaggio tattico sul nemico che li attaccava ed il danno provocato dal soffio dei draghi era limitato dalla resistenza dell'armatura in generale e dalla resistenza a quel particolare elemento (ghiaccio o fuoco).
Il mago di corte si sedette e tutti, compreso Nito, si misero calmi ad ascoltare cosa aveva da dire in più sui draghi.
I draghi si dividevano per cinque fattori caratterizzanti: la saggezza,l'anzianità, la potenza, la conoscenza e la specie a cui appartengono.
Il mago si alzò e prese un libro dalla scrivania lì di fronte; indicò il titolo del libro:"LE SPECIE DEI DRAGHI e I LORO URLI". Aprì il libro e iniziò a leggerlo.
I draghi si dividono in sei specie di cui alcune molto potenti e antichissime, sono:

II  CONQUISTATORE  DEI  MONDIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora