Appena Gabriel tornò in ufficio, entrò Charlie. «Come sta Sam?»
«Non benissimo, l'ho portato a casa mia e ho chiamato Castiel.» Avrebbe voluto rimanere a casa ma sapeva che non doveva tirare troppo la corda con i titolari.
«Hai fatto bene. Zac e Meti ti vogliono nel loro ufficio.»
"Ma non finirà mai questa giornata?" pensò stringendosi la radice del naso e avviandosi.
«L'avvocato Finnermann ci ha riferito quanto è successo. Che cosa le avevamo detto? Oggi l'avvocato Winchester aveva un'udienza ma si è sottratto!» esordì Metatron.
"Dannata spia! Ma lo farai un passo falso..." «Non si è sottratto! Ha la febbre, se avesse voluto farlo, non sarebbe neanche venuto al lavoro.»
«Avvocato Novak, ne è sicuro? È anche dottore per caso?» chiese Zacharias.
«No, ma non serve una laurea in medicina per accorgersi che qualcuno sta male.»
«Chi è andato al dibattimento?» indagò Metatron.
«Io, ma ho perso la causa.» Abbassò la testa. Veramente assurdo a ripensarci... Un caso così stupido! Invece non era riuscito a concentrarsi, ma aveva continuato a pensare a Sammy febbricitante... "Per una volta tanto, Metatron aveva ragione: Sammy mi distrae davvero."
«È comprensibile, non era il suo caso... Comunque c'era proprio bisogno di accompagnare l'avvocato Winchester a casa? Non poteva chiamare un taxi?» chiese Curtis.
«Stava troppo male per lasciarlo da solo, adesso da lui c'è mio fratello, che è infermiere, e, prima che possiate dirmi qualcos'altro, vi assicuro che avrei fatto lo stesso anche per gli avvocati Shurley, Fitzgerald o Bradbury.»
«Anche per l'avvocato Finnermann?» gli chiese Fuller, con un lampo malizioso negli occhi.
«Ma certo!» rispose Gabriel con un sorriso da un orecchio all'altro. «Avrei accompagnato anche lui.» "Alla più vicina discarica!"
Sam aprì gli occhi e si trovò davanti a dei fanali blu che lo scrutavano, sgomento si rizzò a sedere. «Ca... Castiel! Mi hai spaventato!»
«Oh, scusa» disse contrito. «Gabriel non ti aveva detto che sarei venuto?»
Sam si strinse le tempie con le dita. «Sì, ma non immaginavo di trovarti a due centimetri dal mio naso!»
«La distanza sarà stata di almeno dieci, non due. Gabriel mi ha chiesto di controllarti.»
Sam non aveva voglia di discutere su che cosa intendeva Gabe per "controllare". «Ti starai chiedendo che cosa ci faccia nel letto di tuo fratello» disse un po' imbarazzato.
«No, Gabriel me l'ha detto che state insieme» rispose atono.
«Ah... e a te va bene?»
«Sì, perché non dovrei?» gli domandò perplesso e inclinando la testa.
«Beh, sai... alcuni si oppongono alla nostra relazione.»
«Non capisco perché, voi vi amate, non fate male a nessuno... Perché sono contrari?»
«È quello che mi chiedo anch'io.»
«Sam, io non sono un dottore, pertanto non sono qualificato, ma vorrei visitarti ugualmente.»
«Nessuna obiezione» rispose Sam.
Castiel aprì una valigetta che aveva posato per terra e tirò fuori uno stetoscopio, glielo mise sotto la maglietta in corrispondenza del cuore. «Il ritmo cardiaco è accelerato...» Lo fece piegare in avanti, glielo pose sulla schiena e stette in ascolto per qualche secondo. «E anche la respirazione... Che cosa ti senti?» domandò, fissandolo con attenzione.
«Mi fa male la testa e un po' ovunque... e sento freddo.» Si sentiva un po' a disagio sotto quello sguardo indagatore: sembrava che gli stesse facendo una radiografia.
Castiel gli porse il termometro. «Mettilo sotto l'ascella.»
Sam eseguì e dopo qualche minuto lo tirò fuori: 38,7° «Merda!» mormorò.
«Devi andare in bagno?»
«Eh? No, io...» Ma prendeva tutto alla lettera?
«E allora perché...?» domandò confuso.
«Era una semplice esclamazione.» "Ma quando torna Gabriel?"
Quando fu sera, arrivò Gabriel con delle sporte e Castiel lo raggiunse in cucina. «Ciao Cassy, scusa il ritardo ma son corso al super a comprare qualcosa per Sammy. Come sta?»
«Ha un'influenza, probabilmente aggravata da qualche fattore di stress... Ora sta dormendo.» Si schiarì la voce. «Sai che non sono un dottore, perciò non posso prescrivergli niente.»
«Ma puoi dare dei consigli, no? Tutti danno dei consigli, persino gli analfabeti» obbiettò Gabriel tirando fuori delle verdure e un petto di pollo dalle buste.
«Deve stare a letto, bere molti liquidi e prendere ogni sera un'aspirina a stomaco pieno.»
«Agli ordini! Non so che cosa avrei fatto senza di te» gli disse arruffandogli i capelli.
«Avresti chiamato un dottore» rispose, stringendosi nelle spalle.
Quando Castiel se ne fu andato, Gabriel, andò a controllare Sam che dormiva e vide che adesso c'era una coperta leggera sul letto, probabilmente messa da Castiel, tornò in cucina, affettò le verdure e sminuzzò le erbe aromatiche. "Lo so io che cosa l'ha stressato: averlo mandato da solo in udienza, quando non si sentiva ancora pronto. Scommetto che ha passato le notti in bianco a studiare." Scrollò la testa e mise il tutto, insieme al petto di pollo, nella pentola a pressione. "Ma adesso ci pensa il tuo Gabe a rimetterti in piedi."
Sentendosi accarezzare i capelli, Sam aprì gli occhi.
«Come ti senti, piccolo?» gli chiese Gabriel, guardandolo con affetto.
«Piccolo?» sbuffò Sam divertito e mettendosi a sedere.
«Beh, tecnicamente sono più grande di te, pasticcino» ridacchiò. «Ti ho preparato il brodo di pollo» gli disse posando sul letto un tavolino da colazione su cui c'era una scodella piena di brodo, dove galleggiavano dei crostini verdognoli.
«Veramente non ho fame.» Si sentiva uno straccio: aveva febbre alta, dolori muscolari, tosse, raffreddore e una gran voglia di dormire... sempre!
«Niente storie! Devi rimetterti in forze, quindi o lo mangi con le buone o ti lego al letto, t'infilo un imbuto in gola e ce lo verso dentro. A te la scelta!» disse sfarfallando le sopracciglia.
Sam non credeva che avrebbe dato seguito alle sue minacce ma da uno che aveva fatto uno show in una pizzeria solo per creargli dei nuovi ricordi c'era da aspettarsi di tutto. Prese il cucchiaio e cominciò a sorbirlo. «Che buono!» disse sentendo dei sapori insoliti ma deliziosi. «Non sembra il solito brodino.»
«Infatti! Oltre ai soliti ingredienti, ho usato anche qualche bacca di ginepro e chiodi di garofano. Siccome non potrai andartene a zonzo per qualche giorno, ti ho comprato alcune t-shirt, un paio di boxer e lo spazzolino. Sai? Non mi dispiace avere nel mio letto un bel malatino cui dedicarmi» disse spogliandosi e infilandosi sotto le coperte.
La mattina dopo suonò il cellulare di Sam, non fece neanche tempo a dire "Pronto" che Dean gli strepitò nelle orecchie: «Sammy! Ho conosciuto una ragazza fantastica! Si chiama Lisa e fa l'insegnante di yoga! Conosce certe posizioni...» ridacchiò. «Ragazzi! Mi fanno male muscoli che non sapevo neanche di avere! Che nottata!»
«Son contento per te.» Fra sé si chiese quanto sarebbe durata: ogni volta sembrava che il fratello avesse trovato l'amore eterno ma dopo qualche settimana o giorno, saltavano fuori mille problemi.
«Sam? Hai una voce strana... Va tutto bene?» indagò Dean.
«Sì, ho solo un po' d'influenza.»
«Devo venire lì? Potrei... potrei prendere l'aereo... sarei lì in poche ore...»
«No, non ti preoccupare.»
«Sei sicuro? Non è un problema.»
«Sicuro.» Sam sorrise: Dean aveva il terrore di volare! «C'è già...» esitò un attimo. "Diglielo! Diglielo!" «... chi si prende cura di me.»
«Una persona speciale?»
"Ora! Diglielo ora!" «Direi proprio di sì.»
«E bravo, Sammy! Le donne adorano far da crocerossine! È carina?»
«Preferirei non parlarne ora...» rispose, sentendosi addosso lo sguardo deluso di Gabriel.
«È lì, eh? Divertiti, tigre!»
«Dunque non gliel'hai ancora detto...» gli disse Gabriel con voce atona, quando Sam riattaccò.
«È... è complicato»
«Tradizionalista anche lui?»
«Abbastanza...»
«Va tutto bene... a volte dimentico che non tutti possono capire...»
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Tu, la cosa più importante
FanficSam e Gabriel hanno scoperto di amarsi ma diversi ostacoli metteranno alla prova il loro amore.