Jane uscì di casa insieme a Jonathan. Entrambi dovevano andare a lavoro, così si separarono. La ragazza era tornata a non sopportare la gente che la guardava per strada. Sapeva di avere il fratellastro, Marie e William, ma si sentiva sola, come se le mancasse qualcosa e sapeva benissimo cosa fosse. O, per meglio dire, chi fosse.
Era entusiasta che il principe si stesse innamorando di lei, non l'avrebbe mai nemmeno sognato, ma, magari, non le interessava nemmeno tanto. Non si può rimpiazzare la mancanza di una persona con l'amore di un'altra.
Jane svoltò l'angolo e per un attimo rivide se stessa andare contro Edward. Non avrebbe mai pensato che un incontro così casuale sarebbe diventato così importante.
Guardò la strada e si chiese dove fosse finito il suo rossetto quando le cadde dalla tasca. Capì che continuare a pensarci non sarebbe servito a molto, così alzò di nuovo lo sguardo e quasi non cadde. Senza nemmeno volerlo si bloccò in mezzo alla strada, con il vento che le faceva muovere la gonna e i capelli. Edward stava passando di lì, era stato rilasciato e stava tornando a casa.
I loro sguardi si incrociarono e sul viso di Jane spuntò un lieve sorriso. Lui, invece, le diede solo un'occhiata e le passò accanto senza nemmeno salutarla o sfiorarle la mano, nemmeno un piccolo sorriso. Quello di Jane, invece, si spense e rimase ancora un po' a guardarlo andare via. Quando non lo vide più, andò via, pensando che sarebbe arrivata in ritardo. In realtà, però, stava ancora pensando a quello che era appena successo. Non riusciva a capire come la loro amicizia si fosse ridotta così e, soprattutto, per quale motivo.
Edward, intanto, non era meno turbato dall'incontro con Jane. Avrebbe voluto che quella ragazza sparisse dalla sua vita, ma non era così semplice. Quando una persona entra nel tuo cuore è difficile che esca, ma lui non aveva tempo per pensare a problemi del genere, doveva aiutare la sua famiglia e non poteva permettersi di soffrire per amore. Nel momento stesso in cui aveva capito di provare gelosia quando Jane stava col principe, aveva deciso di allontanarla da sé. Non poteva permettersi di innamorarsi e se la soluzione era starle lontano, l'avrebbe fatto.
Jane arrivò alla locanda in orario, al contrario di come aveva pensato. Aveva ancora quel piccolo dolore dentro che non ne voleva sapere di smettere. Era leggero, ma allo stesso tempo insopportabile. Non c'era ancora nessuno ed era strano: solitamente Charlotte e Raphael erano sempre in anticipo.
Jane si tolse il cappotto e iniziò a sistemare i tavoli, ma continuava a pensare ad Edward e le si inumidirono gli occhi. Senza nemmeno accorgersene le lacrime iniziarono a rigarle il viso, nel silenzio di quel locale. Odiava piangere, ma da quando aveva conosciuto Edward aveva pianto troppe volte e sempre per lui.
«Jane, come mai già qui?»
La ragazza sobbalzò, non si era accorta nemmeno della porta che si apriva e adesso si stava asciugando il viso velocemente mentre Charlotte si toglieva il suo cappotto.
«Sei tu che oggi non sei in anticipo come le altre volte.» cercò di dire la ragazza rendendo la voce neutrale, ma senza riuscirci. Infatti, Charlotte si girò e la scrutò.
«Cosa ti è successo?»
«Niente.» mentì.
L'amica si avvicinò e la guardò negli occhi. «Hai pianto. Che è successo?»
Jane scosse la testa, ma un'altra lacrima le sfuggì e scese velocemente sulle sua guancia.
«Ehi, cosa è successo? E non mentirmi.»
Senza nemmeno pensarci, la ragazza abbracciò Charlotte e cominciò di nuovo a piangere sulla sua spalla.
«Mi manca.» riuscì a dire, ma un singhiozzo le strinse la gola.
«Chi?»
«Edward.»
«Cosa è successo con lui?»
«N-non vuole più vedermi.»
«Perché?»
«Non lo so.» disse.
«Cosa succede qui?»
Jane riconobbe Raphael dalla voce, ma non ce la faceva a staccarsi da Charlotte. Non si era mai sentita così debole come adesso e odiava questa sensazione. Charlotte mimò "Edward" con le labbra al ragazzo mentre accarezzava la schiena dell'amica.
«Jane, basta adesso. Che ne dici di smettere di piangere e raccontarci le cose per bene?»
La ragazza si staccò e si asciugò il viso mentre annuiva. Raccontò ai due amici tutto quello che sapeva, il che non era molto.
«Deve esserci un motivo. Non può essere cambiato così all'improvviso.» ragionò Charlotte e Jane si ritrovò ad annuire.
«Secondo me è geloso. Non può essere una coincidenza il fatto che abbia iniziato a comportarsi così quando sei uscita col principe.» le disse invece Raphel, ma tutto questo per Jane non aveva molto senso.
«Con William è... Complicato, ma Edward sapeva che non l'avrei lasciato per nessun motivo. Non aveva motivo di essere geloso.»
«Secondo te.» precisò Raphael e la ragazza non seppe cosa rispondere.
«Sentite, cambiamo discorso, parliamo di qualcosa di allegro, non mi va di discutere su queste cose tristi.» disse Charlotte per spezzare la tensione e tutti annuirono.
«Dove ti sei procurata questa collana?» le chiese la ragazza osservando il gioiello di Jane.
«Me l'ha data William, era di sua madre.»
«Aspetta, era della Regina?»
Jane annuì. La Regina era morta quando William aveva solo un anno, ma stava col Re già da prima ed era molto ammirata.
«Ti ha dato uno dei gioielli della Regina, ti rendi conto di quanto è importante? Io avrei timore anche a prenderla tra le mani. È come una cosa che si tramanda, significa che la prossima regina sarai tu!»
«No, vi prego, non iniziate con questi discorsi.»
«Come facciamo a non iniziare? Era della Regina, non so se l'hai capito.» ripeté Raphel.
«L'ho capito, ma basta con questa storia della prossima regina. Non credo nemmeno di piacere al Re.»
«Perché?»
«Quando ci siamo incontrati mi ha guardata in un modo strano e non in positivo.»
«Ti rendi conto che già il solo fatto di essere stata considerata dal Re è strabiliante?»
«Sì, lo so.»
«Ma tralasciamo il Re e pensiamo al principe!» cambiò discorso Raphael e subito Charlotte scattò.
«Perché dovremmo tralasciare il Re? Ha molta più importanza del principe!»
I due iniziarono a battibeccarsi sotto lo sguardo divertito di Jane che aveva già in mente un'idea.
«Io e William ci siamo baciati.» disse all'improvviso dopo due minuti di guerra tra Charlotte e Raphael.
«Sì, questo lo sapevamo già. Aspetta, cosa hai detto?!»
«Ripeti.»
«Ci siamo baciati.» disse di nuovo la ragazza scandendo bene le parole sotto gli sguardi sorpresi dei suoi amici, gli unici che le erano rimasti.
«Stai scherzando?»
La ragazza scosse la testa e, come previsto, i due iniziarono a fare baldoria.
«Se volete sapere come sono andate le cose dovete fare silenzio.» disse e subito si zittirono, facendola sorridere.
***
Jane arrivò a casa con mezz'ora di ritardo, c'era più confusione del solito alla locanda, e trovò Jonathan ad aspettarla.
«Com'è andato il tuo lavoro?» gli chiese attirando la sua attenzione.
«Bene, ma, a dire il vero, volevo parlarti di un'altra cosa. Stai facendo un doppio lavoro?»
«No, perché?»
Il ragazzo aprì la dispensa che stava praticamente straripando. Jane si prese un attimo per osservare tutto quel cibo.
«Come ci ritroviamo queste cose?»
«Io non ho preso niente.» disse Jane, ma subito dopo notò una W scritta con una bella calligrafia su un barattolo.
«È un regalo di William.» sorrise.
«Di chi?»
«Del principe, Jonathan, del principe.»
«Come ha fatto ad entrare qui?»
«Probabilmente si sarà fatto dare le chiavi da tua madre, oppure ha mandato lei.»
«Già... Come mai tutto questo?»
«Credo sia perché siamo... Amici.»
Non poteva dire a Jonathan di averlo baciato e poi erano davvero amici, nonostante quel bacio. Non le aveva chiesto di fidanzarsi.
«Allora ti ringrazio per essere diventata sua amica. Che ci prepari di buono oggi? Con tutto questo potremmo mangiare più di quattro mesi.»
A Jane scappò un sorriso mentre prendeva una pentola, ma appena la posò Jonathan iniziò a cantare e le mise una mano sul fianco e l'altra in quella della ragazza, trascinandola a ballare.
«Che cosa fai?» gli chiese Jane ridendo e stando al gioco del biondo.
«Balliamo! Non sono così stonato come potrebbe sembrare e credo sia giusto festeggiare un po'.»
«Hai ragione!»
La ragazza lasciò Jonathan libero di cantare e trasportarla nel ballo, mentre lei rideva divertita, per una volta nella vita, senza pensieri.
***
«Jane! Mi fa piacere vederti qui, come stai?»
«Bene, Marie. Tu come stai?»
«Sto bene, tesoro. Fortunatamente il principe non è esigente come il Re. A casa?»
«Le cose vanno molto bene, Jonathan ha trovato un lavoro e ci ritroviamo a casa quasi alla stessa ora. È molto cambiato.»
«Ne sono contenta, era finalmente l'ora. Vuoi che ti accompagni dal signorino?»
«Non chiamarlo signorino con me, ti prego.» disse la ragazza e si misero a ridere.
«Comunque sì, grazie.»
«Vi siete molto avvicinati o sbaglio?» le chiese la donna mentre entravano a palazzo.
«Siamo diventati amici.»
«Soltanto?»
«Sì, Marie, non farti strane idee.»
Arrivarono davanti la camera di William e Jane ormai sapeva quasi la strada a memoria.
«Ti lascio qui fuori, bussa pure tu, ho delle cose sul fuoco e non vorrei farle bruciare.»
«Certo, vai.»
La ragazza bussò due volte alla porta, che si aprì dopo un paio di secondi, rivelando il principe con la camicia sbottonata.
«Oh, sei tu, non ti aspettavo, scusami, entra.» le disse aprendo di più la porta e cercando di chiudere il più velocemente possibile i bottoni, ma con la fretta non faceva altro che sbagliare in continuazione e metterci più tempo. Jane, intanto, era ancora rossa in viso e cercava di spostare lo sguardo dal fisico del ragazzo che, ammetteva facilmente, era straordinario. Non era una cosa solita per lei ritrovarsi con qualcuno così scoperto, in realtà non aveva mai visto nessuno in quel modo e adesso era tremendamente in imbarazzo.
«Siediti pure sul letto mentre io... Oh, maledetti bottoni...» le disse borbottando fra sé e sé l'ultima frase.
«S-se cerchi di fare più velocemente non ci riuscirai mai. Te lo dico perché ho un paio di abiti con i bottoni e ci sono già cascata.»
«È incredibile come la vita sia contro di te in momenti del genere. Più cerchi di fare velocemente, più ti ritrovi a fare lentamente.»
«Fai... Fai come se fossi solo, non... Non preoccuparti di me.»
«È un modo alternativo per chiedermi di stare senza camicia?» le disse il ragazzo facendola imbarazzare ancora di più.
«No, io non volevo dire questo, io-»
«Non era un rimprovero, di certo non mi sarebbe dispiaciuto se avessi voluto intendere quello.» le disse, anche se aveva ormai chiuso tutti i bottoni.
«Non... Non sono una ragazza del genere, io non credo nemmeno di farcela a dire una cosa del genere.»
«Lo so, proprio per questo hai attirato la mia attenzione. La prima volta che ci siamo visti tu stavi addirittura andando via appena mi hai incontrato. Qualcun'altra mi avrebbe già portato qui per togliermi i vestiti con l'obiettivo del trono. Sono contento che indossi la collana.»
«È bellissima, non vedrei come non farlo.»
«Molte l'avrebbero già venduta per un sacco di soldi.»
«Non lo farei mai.»
«Proprio per questo l'ho data a te.»
La ragazza fece un piccolo sorriso, ma poi si ricordò del motivo per il quale era andata lì.
«Io volevo ringraziarti per tutto quel cibo, non dovevi, sono rimasta davvero colpita.»
«Non c'è bisogno che mi ringrazi, volevo farlo.»
«Sì, ma mi sento comunque in debito adesso.»
«Se proprio vuoi sdebitarti puoi baciarmi.»
«Cosa?»
«Mi faresti felice.» le disse scrollando le spalle e lei tirò un sospiro, chiudendo un attimo gli occhi, ma quell'attimo bastò al ragazzo che colse l'occasione per baciarla.
Jane sussultò, sorpresa da quel contatto, e aprì gli occhi per ritrovarsi soltanto il viso di William appiccicato al suo. Non era un bacio a stampo come le altre volte, il ragazzo voleva di più e lei aveva paura a darglielo. Non sapeva da dove iniziare e non sapeva a cosa avrebbe portato se avesse approfondito quel bacio. Non voleva illudere William e aveva paura di starlo già facendo. Lo allontanò, spingendolo leggermente con la mano, e lui si scostò.
«C'è qualcosa che non va?» le chiese.
«Io non so cosa provo per te, William, e se lo provo... Non voglio farti male.»
«Tu non mi farai male. Se mai soffrirò per te, sarà colpa di quello che provo, non tua. Posso capire se tu non vuoi spingerti oltre gli scorsi baci.»
«Io vorrei farlo, ma non ne sono sicura, ho paura delle possibili conseguenze.»
«Intendi che io, dopo questo bacio, inizi a pensare che diventerai la mia fidanzata ufficiale?»
«Qualcosa del genere.»
«Non hai nulla da temere, non succederà.»
«Premetto che non so cosa fare.» sospirò lei
«Ti verrà naturale.»
«Va bene.» disse alla fine la ragazza annuendo.
«Sono felice che tu abbia preso questa scelta.» le sussurrò William prima di baciarla, dapprima dolcemente, poi sempre più passionalmente.
Jane non sapeva cosa fare, William la baciava sempre di più e la teneva per i fianchi, ma dopo iniziò a contraccambiare il bacio inconsciamente. Il principe aveva ragione: le veniva spontaneo. Le braccia del ragazzo si strinsero attorno alla sua vita e la avvicinarono ancora di più a lui. Senza farlo apposta si erano spostati durante il bacio e ormai erano addossati a uno dei muri della camera. Jane non aveva idea di cosa stesse facendo, ma sembrava che lo stesse facendo bene.
Improvvisamente il ragazzo si staccò e le lasciò dei baci sulla mandibola, scendendo lentamente verso il collo.
«William...» sussurrò Jane. Tutto questo non le dispiaceva, ma era nuovo per lei e non sapeva dove l'avrebbe portata.
«William.» lo richiamò con la voce più ferma, ma lui era impegnato a baciarle il collo e le rispose con un verso.
«Cosa stai facendo?»
«Secondo te?» le rispose mentre continuava a baciarla.
«Principe.» lo chiamò Jane e riuscì ad attirare la sua attenzione.
Si spostò e si mise davanti la ragazza. «Perché mi hai chiamato così?»
«Perché non mi davi ascolto. Avevamo detto solo un bacio.»
«Io... Perdonami, mi sono lasciato trasportare.»
«Ho notato.»
Jane era molto in imbarazzo. Era la prima volta che veniva toccata da qualcuno in quel modo e non sapeva bene cosa fare.
«I-io credo di avere delle cose da fare a casa...» disse e il ragazzo annuì: aveva capito che non le andava di stare con lui dopo quello che era successo.
«Ti accompagno.»
I ragazzi arrivarono davanti la porta nel totale silenzio.
«Jane!» la chiamò prima che se ne andasse. «Mi dispiace, per prima, ma non voglio che questa cosa ti faccia cambiare l'idea che hai di me, qualunque sia.»
«Tranquillo, non è cambiato nulla.»
«Grazie.»
La ragazza scrollò le spalle e andò via, toccandosi il collo con la mano.||spazioautrice||
Buon pomeriggio! Tecnicamente non avrei dovuto aggiornare oggi, ma domani devo andare ad una cresima e domenica dovrò fare i compiti per lunedì, quindi l'unica possibilità era aggiornare adesso. Che ne pensate del capitolo? Non è nulla di particolare, in effetti, ma ho delle idee. C'è qualcuno che segue Teen Wolf? Se sì, avete visto il nuovo trailer? Cioè, è la vita, io sto sclerando da ieri sera e niente, STYDIA REGNA 😍😍😍😍😍 Per domani ho abbastanza compiti (devo riprendere quattro brani di antologia, voglio piangere) quindi vi lascio, passate una buona giornata!
~Rob ❤️
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Kalos
Fantasy|IN REVISIONE| [19.09.16 #251 fantasia] [12.11.16 #251 fantasia] [01.12.16 #150 fantasia] [18.12.16 #144 fantasia] [21.12.16 #138 fantasia] Jane era diversa e lei lo sapeva. Sapeva anche che nessuno doveva venire a conoscenza del suo segreto, o avre...