26. Ride

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"I'd die for you," that's easy to say
We have a list of people that we would take
A bullet for them, a bullet for you
A bullet for everybody in this room

Tre tizi sono usciti dalla stanza, dirigendosi al piano di sopra. Altri due sono corsi nella direzione opposta a dove sono io, un altro uomo è rimasto di guardia davanti alla porta. Ah si, e tre tizi grossi e arrabbiati sono a meno di cinquanta metri dal mio nascondiglio. E io sono sola, perché Calum ci sta mettendo un sacco di tempo ad avvisare gli altri.

I tre uomini continuano ad avanzare, e tra meno di cinque secondi si accorgeranno di me. Sono in netta minoranza, se ne attacco uno, gli altri due avranno tutto il tempo del mondo per attaccare. Pensa, Jay, pensa!

Ci sono. È rischioso, ma potrebbe essere un buon diversivo per il resto della squadra. Faccio un passo in avanti, entrando nel loro campo visivo.

"Metti le mani sopra la testa, ragazzina!" Oh ma insomma! Perché questi criminali mi vedono sempre come una ragazzina? Mai una volta che mi considerino una minaccia...

Uno dei tre mi toglie la pistola dalle mani, prima di puntarmela contro la schiena, incitandomi a muovermi.

"Il capo non la prenderà bene."

Forse non il vostro, ragazzi, ma di sicuro il mio capo sarà contento di vedermi.

Con uno spintone l'uomo alle mie spalle mi fa entrare nella stanza, e non appena i miei occhi incontrano quelli di Ashton e Natasha... Beh, vi dico solo che sono entrambi molto ma molto spaventati.

"Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui?"

La ragazza che ha parlato avrà al massimo un paio di anni più di me. Ha la carnagione olivastra, dei corti capelli scuri e due occhi ancora più scuri, e l'accento messicano è emerso dalle sue parole di poco fa. Il suo corpo formoso e tonico è fasciato in una tuta di pelle nera - molto stile Catwoman - il tutto completato da un paio di stivali con un tacco a spillo decisamente scomodo per andare in missione. Anche un idiota capirebbe che è lei il capo di questi criminali.

"È questa la persona su cui facevi affidamento, ambasciatore?"

Mi gira intorno, squadrandomi da capo a piedi con sufficienza, come se si credesse migliore di me. Povera illusa.

"Sai, sei proprio come ti avevo immaginato, Gabriela. Alta, cattiva e così piena di te."

La sua faccia è epica. Non si aspettava che sapessi chi è né tanto meno che avessi il coraggio di parlarle in questi toni dopo la "cattura".

"Qualcuno qui ha fatto i compiti. Complimenti, tanto di capello mia cara." Gabriela fa un cenno ai suoi uomini, e uno dei tre mi colpisce con il calcio del fucile sulla schiena, facendomi cadere a terra.

"Dimenticavo che il capo non si sporca mai le mani... Temi di rovinarti la manicure, mamacita?"

Sta ribollendo di rabbia per le mie parole - e per la mia sfacciataggine - ma non reagisce come avevo previsto.
Anzi, in realtà non reagisce affatto. Si limita a sorridermi in un modo tutt'altro che amichevole, mentre si avvicina a passo cadenzato.

"Scommetto che non sei dell'FBI. A Quantico non insegnano ad essere così sfacciati" ride beffarda, prima di inginocchiarsi alla mia altezza. Dallo stivale sfila un coltello lungo all'incirca una quindicina di centimetri, e se lo rigira tra le mani. "Chi ti manda? NSA? MI6? NCIS? CIA?"

Rimango impassibile, ma lei non si arrende. Appoggia la lama del coltello sulla mia gola, ma io non mi muovo di un millimetro. All'Accademia ci hanno preparato a sopportare le peggiori torture, qualche graffio non è la fine del mondo.

"Sono impressionata, devo ammetterlo. E sappi che non è una cosa che mi capita spesso" allontana il coltello, e con un cenno del capo comunica al suo uomo alle mie spalle di tirarmi su dal pavimento - con una grazia pari a quella di un rinoceronte, aggiungerei.

Si volta verso Ashton e Natasha, sempre con quel sorrisetto malvagio stampato sulle labbra - ho davvero tanta voglia di prenderla a sprangate sui denti. "Uccidete la rossa, l'ambasciatore e la super spia vengono con noi."

In un attimo si scatena il caos. Uno sparo colpisce uno degli uomini alle mie spalle, e mentre gli altri due si precipitano fuori dalla stanza, io faccio la mossa. Con un gesto fulmineo estraggo il mio coltello dalla cintura, e lo lancio contro Gabriela, colpendola alle spalle.

"Irwin, dobbiamo uscire da qui. ORA!"

L'ambasciatore e Natasha non se lo fanno ripetere, si precipitano verso di me, in attesa di ulteriori istruzioni. Fuori dalla stanza c'è il delirio: sangue, corpi senza vita, colpi di pistola e urla, e io sto pregando con tutta me stessa che i miei compagni stiano tutti bene.

"Non così in fretta, querida."

Accade tutto in un attimo, ma sembra che la scena si svolga a rallentatore. Salto letteralmente sopra Ashton e Natasha, e il proiettile destinato a loro mi colpisce sul fianco sinistro. È brava la messicana, devo dargliene atto - mi ha sparato con il braccio ferito, dove c'è ancora il mio coltello conficcato!

Sfilo un altro coltello dalla caviglia, e glielo lancio, colpendola all'addome. Si accascia al suolo, ma lo so che è ancora viva. Non ho colpito nessun organo vitale, è solo per rallentare lei e i suoi uomini.

"Andiamo, veloci!"

Strattono Ashton e Natasha fuori dalla stanza, con la pistola spianata pronta a difenderli a costo della mia vita. Ma in corridoio non c'è più nessuno, solo i corpi degli uomini messicani sul pavimento. Ma ora non abbiamo tempo per fermarci a guardare, dobbiamo muoverci. Trascino i ragazzi fuori dell'ambasciata, guardandomi freneticamente intorno alla ricerca di Luke e degli altri.

"Sono laggiù" grazie al cielo, e grazie alla vista di Natasha.

Correre con una ferita di proiettile non è affatto facile, ma non devo soffermarmi troppo sul dolore, o sarà la fine.

"State bene?"

"Ne parleremo dopo, Luke, ora salite e andiamocene da qui alla svelta."

Nessuno osa ribattere, e in un attimo ci ritroviamo immersi nel traffico delle strade di Washington. Sul sedile posteriore, Ashton e Natasha sono completamente sotto shock, e anche se Sam e Calum stanno cercando di calmarli, credo che ci vorrà un miracolo per far dimenticare loro questo schifo di giornata.

"Svolta qui" istruisco Luke, e quando imbocchiamo la via giusta sospiro di sollievo.

"Sicura che sia una buona idea?"

"È l'unica possibilità che abbiamo. Fidati di me."

Luke mi guarda intensamente con quei suoi occhi cristallini che tanto adoro, e annuisce piano, prima di fermare la macchina davanti a casa mia.

"Scendete, forza. Non abbiamo un secondo da perdere."

SPAZIO ME
Gabriela è arrivata, e i guai sono ufficialmente cominciati. Secondo voi dove si sono rifugiati i nostri agenti segreti? Riusciranno a sfuggire da quella streghetta messicana? Commentate e fatemi sapere le vostre opinioni.
Spero che l'inizio della scuola non sia stato troppo traumatico, ora è ufficialmente cominciato il conto alla rovescia per le prossime vacanze.
Alla prossima, bacini ❤️🍬

Undercover Love ~ Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora