I muscoli del viso, gli occhi, le labbra serrate, il respiro, tutto il più possibile controllato, fermo nella rigidità che mi impongo mentre i tuoi palmi assaggiano ogni centimetro della mia pelle, malandrine si sono insinuate tra i lembi del yukata, hanno scoperto il mio torace e tracciato arabeschi immaginari su questo petto madido di sudore.
Eppure ti guardo, respiro il tuo profumo di donna e il mio cuore trema di fronte a quelle labbra ancora bagnate di sake che piano si schiudono e soffiano il mio nome -Natsu- sussurri con voce roca, flebile, quasi impercettibile, quasi, non per me che riconoscerei tra mille anche un tuo semplice sussurro.
-Ferma Lu...- mormoro poco coriaceo afferrandoti i polsi, basta una lieve morsa per bloccarteli, ma tu con quelle guance rosse e quegli occhi lucidi e belli continui a sorridere maliziosa, come non hai mai fatto.
Ne ho visti di tuoi sorrisi Lu, di quelli radiosi come quando qualcosa ti riempie il cuore di felicità o imbarazzati, quelli che in realtà fai solo quando da troppo vicino ti guardo e sono belli, come quel rumore di risata argentina che spesso li accompagna.
Ma non ho mai visto questo sorriso sul tuo viso, perverso e malizioso, offuscato dall'alcool che ancora padrone del tuo corpo ti fa osare, mi inganna nella più sciocca delle richieste.
-Portami in bagno- avevi mugugnato prima, quando ancora attorniato dalla compagnia degli altri mi sentivo sicuro nel starti vicino, non lasciandomi scelta se non assecondarti, bimba capricciosa dagli occhi grandi e splendenti, bella anche con i capelli scompigliati e l' espressione persa.
Ti sei premuta a me e ho sentito tutto, il seno gonfio fasciato appena dal tessuto di seta, comprimersi, schiacciarsi contro la schiena e il tuo fiato bollente e corrotto di sake sul mio collo mentre le mani fredde mi avvolgevano nell'abbraccio morbido del tuo corpo.
-è così calda caldina la tua schiena- avevi farfugliato, troppo confusa per accorgerti che ero stato io a volerlo, concentrando il calore su quella parte specifica di corpo che faceva da scoglio al tuo per proteggerti anche dal freddo se è necessario -Non lasciarmi mai- avevi poi soffiato, quasi inconsapevolmente e quelle parole come liquido fuso mi sono entrate nelle orecchie, il tono di voce roco e seducente ha fatto contrarre i muscoli del petto in spasmi nervosi e le dita ad artigliarti le cosce come scusa per tenerti ben salda mentre i piedi furiosi battevano il selciato esterno in cerca della meta da te designata.
Ma non siamo mai giunti a destinazione e ora confuso dal tuo profumo non ricordo nemmeno come siamo arrivati qui e dire che quella ubriaca sei tu. Intorno a noi vi è un prato verde, bagnato appena di rugiada e le fonti termali che con quell'acqua dal dolce tepore ci avvolge in questa notte di luna piena.
C'è stato un tonfo, io che cadevo e le tue risate che risuonavano nell'aria, i tuoi seni liberi da costrizioni ma appena avvolti dalla seta, pressati sulla schiena e i capelli che mi solleticavano il collo.
-Pesi Lu- avevo mormorato goffamente aspettandomi da parte tua uno sbuffo infastidito ma è stata una risata a rispondermi, le tue dita ad arpionarmi violente i lembi del yukata, strattonandomi indietro e mettendomi seduto hai circondato braccia e gambe intorno a me facendomi sgranare gli occhi e annaspare parole disarticolate tra loro perché così spregiudicata e irriverente piccola Lu tu non lo sei mai stata...E ora mi ritrovo qui, le tue cosce di velluto scoperte dalla seta che si stringono intorno a miei fianchi, seduta sul mio bacino mi controllo a stento, questi maledetti yukata sono così leggeri e il mio controllo va a farsi fottere quando con le dita mi sfiori le labbra diventate secche -Sei così bello- sussurri con voce impastata in un sorriso sincero illudendomi un istante che forse non è solo un amico ciò che vedi in me.
-E forte... potrebbero anche precipitare le stelle stanotte, tu riusciresti a proteggermi comunque- continui roca facendomi annuire e ritornare lucido, con la mano ti avvolgo le dita posandomele poi su una guancia -Niente e nessuno ti porterà via da me... tu, Happy, siete la mia famiglia- ti confido in questa notte di stelle e sake.
Ma sbuffi una risata - Natsu! Devi proprio essere ubriaco per venirtene fuori con queste romanticherie!- Ridacchi dandomi una pacca sulla spalla, scuotendo il capo ignara che sei tu quella ad essere completamente partita, ma hai ragione io non sono romantico, io sono impulsivo e soffermandomi a guardarti mi perdo in quello sguardo arrossato dall'alcool e il cervello si spegne di fronte a quell'affermazione innocentemente scappata dalle tua labbra -Vorrei che lo pensassi davvero però...- sbiascichi in una smorfia contrita, piagnucolando un po'.
-Lo penso davvero, tu sei mia- affermo sicuro non placando più la mia fame che ho di te.
Perché quell'insensata voglia di farti mia ritorna furiosa nel più indomabile degli istinti, perché dormire nel tuo letto respirando il tuo profumo tra quelle lenzuola impregnate di te non mi basta più, perché ti voglio, perché sei mia, lo sei sempre stata, bastava solo incontrarti quel giorno ad Hargeon.
Pochi istanti ancora prima di sfiorarti la pelle, guardo l'oro dei tuoi capelli ondeggiare mossi dal vento, completamente assorto da quegli occhi grandi screziati al cioccolato, fissi nei miei e dalle tua labbra, quelle dannate labbra rosee piegarsi in un radioso quanto malizioso sorriso.
Il sangue scorre troppo veloce, il cuore batte impazzito e io non riesco più a fingere di nulla e afferrandoti il viso tra le mani ti faccio sgranare gli occhi sorpresa, la bocca si schiude appena di fronte a questa mia rara espressione seria, ma che fai durare giusto un battito di ciglia, pieghi il capo di lato e quella bocca torna a contrarsi, mostrandomi un sorriso che sa di malizia -Natsu che mi vuoi fare?- mi domandi con accenni perversi mentre in silenzio mi sporgo verso di te per poter, il prima possibile, stampare le mia labbra su quel sorriso.
Voglio assaggiarle, bramate, desiderate da sempre e infinitamente più dolci di qualunque sogno. Sospirando ti fai accarezzare una guancia arrossata da un mio palmo pieno e nelle viscere si divampa il fuoco di quel desiderio che mi cattura e mozza il respiro, voglio scoprire quanto il tuo corpo è morbido tra le mia braccia a farmi avvolgere da questo tuo profumo che violento mi entra nelle narici, stravolgendomi, rompendo gl'argini della follia.
Nulla ormai ha più senso se non quello di affondare nella tua bocca sino a capirne ogni segreto, così vicini da poter scaldare i nostri volti l'uno col respiro dell'altra, il mio corpo preme sul tuo e la mia bocca ti aggredisce senza lasciarti scelta né scampo.
Finalmente pelle contro pelle, un tenero contatto che resta tale solo per il tempo di un battito di cuore, poi è fame, vorace e implacabile. Le lingue si cercano, si trovano, si avvinghiano come due corpi bramosi di piacere dando vita a questo bacio bagnato che ci tiene occupati per un tempo indefinito.
Sento le tua dita sottili tra i miei capelli, ne afferri le ciocche quasi con disperazione, strattonandole, giocandoci, mentre sospiri nel sentire la mia lingua nella tua bocca, sempre più aggressiva, percorrendo poi con la punta queste labbra già gonfie. Sussulti quando ti afferro quello inferiore tra i denti, un morso a reclamare gli occhi, costringendoti a spalancarli, voglio il tuo sguardo perso nel mio.
-Guardami- ti sussurro scostando di poco le bocche, voglio leggere la tua voglia di me, voglio sentirti fremere, ansimare, godere. Voglio rendere la tua pelle bollente e con tocchi di mano ti accarezzo il collo lasciandoti addosso il calore di cui sono capace.
Butti il capo indietro, ansimante, scuotendolo e una spalla si scopre rendendomi partecipe della visione di quella porzione di pelle bianca, prontamente marchiata da denti e lingua, mia, tu sei solo mia e questi segni ne saranno la prova.
Il mio sangue è misto di fuoco liquido ma è un calore diverso quello che mi incendia la pancia e poi ancora più giù, sento il membro pulsarmi, irrigidirsi quasi fino a fare male e una fitta mi sconquassa il petto, il cuore batte forte e la mano sul tuo collo niveo scende sul petto.
-Lu- mormoro in una sorta di permesso mentre le dita tremanti scostano i lembi del yukata, è tutto così spontaneo e intenso e durante tutto questo voglio che non stacchi gli occhi dai miei, voglio guardarli inseguire, implorare i miei tocchi e le mia mani sul tuo corpo. Un Sorriso, uno sguardo languido, tacito consenso alla mia muta richiesta mi fa deglutire, le dita continuano a scorrere ruvide fino a scoprirti un seno, bianco e morbido mi riempie il palmo ben aperto, un gemito ti scappa dalla gola quando un polpastrello ne accarezza il capezzolo turgido e scuro.
Sento quel fuoco crescere dentro di me, l'istinto mi spinge a toccarti sempre più rozzamente e la mia forza di drago potrebbe ferirti, farti del male ma ti sento gemere di piacere, implorarmi attenzioni. Le narici si riempiono dell'odore della tua eccitazione, aumenta sempre più sprigionando nell'aria ferormoni, tracce invisibili prontamente intercettati dal mio sesto senso, quello animale che mi sprona a serrarti i fianchi torniti schiantandoti contro il mio petto forte per sentirti pelle contro pelle.
Sento tutto Lu, il sudore salato che imperla la tua pelle, tra le tue cosce il piacere che ti bagna, che inzuppa il tessuto troppo sottile dello yukata e che macchia anche il mio divenuto tirato dove il membro irrequieto aspetta impazientemente di essere soddisfatto.
Dio mi stai facendo impazzire senza fare niente se non gemere il mio nome, ma basta quello per rendermi pazzo, la tua arrendevolezza non fa che scatenare in me i pensieri più nascosti e quelle fantasie vissute solo nel più segreto dei sogni.
Le mia labbra si spostano sul tuo mento seguendo i contorni delicati della mascella e una mano scende, cerca la tua coscia risalendo impertinente sotto il yukata sfatto, il contatto con la tua pelle nuda mi eccita più di quanto non lo fossi già.
Intanto la mia bocca ti aggredisce ancora, assaggia la pelle del collo -Sai di vaniglia- ti mormoro in un sorriso, ho sempre pensato che avessi quel sapore, il tocco delle dita si fa sempre più irruento fino ad arrivare al tuo essere donna.
Un gemito lungo e soffocato trapela dalle tua labbra a cuore prontamente coperte dalle mie, sento il tuo respiro sempre più affannoso mentre, prima una e poi due delle mie dita affondano dentro di te, tra le tue gambe cedevoli e tremanti, impregnandosi delle tua essenza.
Uno spasmo ti coglie, inarchi la schiena e il yukata scivola cadendo morbido a circondarti la vita, sento le tue unghia conficcarsi nelle spalle e i capezzoli turgidi accarezzarmi il petto.
La voglia scatta, le mani ti stringono fino a farti sussultare, voglio sentire il tuo corpo nudo e sudato premuto contro il mio, voglio che ci addormentiamo sfiniti in un intreccio di gambe dopo avermi saziato di te e lasciarti sazia di me.
Estraggo dalla tua morbidezza le dita impiastricciate e in quegli occhi ridotti a mezza luna leggo quella supplica nel sostituirle con il mio membro che teso fino allo spasmo struscia tra le tue gambe aperte, potrei farlo subito, prenderti qui in mezzo al nulla senza che tu abbia lucidità o intenzione di fermarmi, ma Lu, credo che tu mi ha abbia fregato alla grande, perché non è un effimera passione o un istinto animale a legarmi a te, ma credo quell'altra cosa...
Sollevandomi di scatto ti afferro per le braccia trascinandoti contro di me, sgomenta tenti di dire qualcosa ma non te né do il tempo, ti fiondo una mano tra i capelli, serrandoti la nuca ti attiro contro le labbra per un nuovo violento bacio, divorandoti, assaporando il miele della tua bocca.
E tu ti lasci domare, persa nel turbine delle sensazioni che i miei baci ti donano non ti accorgi di come ti stia facendo indietreggiare, sollevo una palpebra osservando ciò che si trova oltre il tuo corpo e dopo un altro passo mi scosto da te bruscamente, facendoti storcere la bocca in un lamento -Mi odierai ma lo faccio per te- esclamo in un ghigno, repentino afferro un lembo del yukata e a palmo aperto premo contro la tua spalla spingendoti e tu, ancora sotto il potente effetto dell'alcool, perdi l'equilibrio, finendo dritta nella fonte termale, appena dietro di te.
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Piccola Lu
FanfictionDurante una serata alle terme fatta di sake e allegria, le donne di fairy tail alzano il gomito e Natsu dovrà vedersela con una biondina insolitamente maliziosa e soprattutto dar finalmente voce ai suoi sentimenti... OAV 4