L'inizio di un viaggio.

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La lama del pugnale tintinnava nel fodero mentre camminavo un direzione delle stalle. I villaggi non erano molto grandi, quindi non c'era neanche il problema di perdersi. Accanto al pugnale, un sacchetto di monete con cui avrei pagato lo stalliere. Devi proprio dire che era una brava persona a cui davo molta fiducia e di cui non mi lamentavo quasi mai. Il villaggio Sakurai era il luogo dove mi fermavo quando volevo una tregua. Per questi conoscevo molto bene lo stalliere. Era una sottospecie di amico, l'unico con cui avevo uno strano rapporto di amicizia. Per il lavoro che svolgevo era praticamente impossibile avere rapporti umani, ma lui era un'eccezione. Naturalmente non gli davo molta importanza, ma il mio cavallo non la pensava alla stessa maniera. Il qualche modo Irion (lo stalliere) capiva perfettamente le esigenze e i bisogni di Sheldon (il mio cavallo). In viaggio non mi aveva mai creato problemi, ma quando ci riposavamo anche lui voleva delle attenzioni particolari. Sheldon era ottimo per il mio lavoro. Silenzioso, calmo e veloce: ecco le caratteristiche che un cavallo doveva avere per condividere il mio stesso destino. Inoltre si abbinava perfettamente ai miei abiti. Infatti anche lui era tutto nero, un bel mantello nero lucido, nere anche criniera e coda. Insomma, tutto nero. Amava le mele e l'erba fresca. Nato da un cavallo da tiro e una purosangue, aveva un'enorme forza ma anche un'incredibile velocità. In pratica l'animale perfetto per ciò che io svolgevo per vivere.
Già.
Perché io non ero una ragazza sedicenne qualunque. Ero famosa in tutti i Mondi ma nessuno sapeva chi fossi. Venivo chiamata col nome "L'Assassina" perché io ero un'assassina. Perché io uccidevo. Ecco qual era il mio lavoro. Praticavo lavori su commissione ed ero l'unica vera omicida che portava la morte senza pietà e senza distinzione. Era tutto vero. Potrete giudicarmi un mostro, ma nulla cambierà. A me piaceva ammazzare. Questa è la verità. Adoravo l'odore del sangue appena sgorgato dalla ferita. Amavo combattere; muovermi con le armi in posizioni assurde, fino al limite del possibile.
Ecco chi ero io.
Ma vi capisco se non volete continuare la lettura. Non è facile accettare una mentalità di questo genere. Io, comunque, non smetterò di raccontare la mia storia e vi sarei molto grata se non mi puntaste già il dito contro. Niente è come sembra ed io ero il pieno significato di questa frase. Dico "ero" perché ora non lo sono più. Non vi voglio né terrorizzare né impaurire. Desidero solo raccontare la mia storia. È forse un male? Se vorrete seguirmi, ne sarò ben lieta. Bene, ora riprendiamo da dove mi ero fermata.
Quando arrivai, Sheldon era già preparato anche con le bisacce. Pagai Irion e misi il piede nella staffa. Con uno slancio montai a cavallo e presi le redini in mano. Bastò una spinta del bacino per farlo andare. Appena raggiungemmo il bosco, però, lo spinsi al trotto e più avanti al galoppo accorciando le redini. Il battito degli zoccoli rompeva il tranquillo silenzio che aleggiava tra gli alberi da pochi anni. Infatti da dodici anni a quella parte, le guerriglie non si erano più fatte sentire e Christopher (la reincarnazione di Drisu, il cattivo) era scomparso. La pace era tornata solo dopo che i Cinque Mondi furono rimessi in sesto. La Principessa del Mondo del Mare, deceduta durante la semi-guerra, non era stata ancora rimpiazzata e questo era un bel problema. La Principessa del Mondo del Cielo era morta quando io avevo cinque anni e trecentosessantaquattro giorni e ora governava il marito. Nel Mondo del Fuoco non vi erano stati molti problemi come era successo durante la Guerra del Fuoco. In pratica chi aveva subito dei grossi problemi, era il Mondo della Terra. Interi villaggi erano stati sterminati e al loro posto erano state costruite cittadine. Froghest ne era rimasta la capitale ma non era più l'unica città. Ma a me non importava nulla di tutto ciò. L'ultima cosa che volevo era una responsabilità politica.
Rallentai il passo del cavallo e scesi a terra con un unico salto.
- Torno subito Sheldon, ho dimenticato alcune cose - gli dissi mentre gli accarezzavo il muso - Ci metto cinque minuti. -
Lo lasciai solo esattamente per cinque minuti. A passo felpato raggiunsi una casa abbandonata in una piccola radura nascosta dai rovi e dalle foglie. Spostai le travi che bloccavano la porta ed entrai. Nessuna mobilia poiché l'avevo venduta per ricavarne qualcosa. Purtroppo era molto vecchia e nessuno la voleva. Avevo guadagnato ben poco, ma comunque sempre meglio di nulla. La casa era il regno della polvere e e delle ragnatele e aveva unobstrano aspetto gotico. Sollevai gli occhi. Sopra di me un enorme disegno nero sul soffitto basso. Lo guardai attentamente e allora capii. Avevo bisogno di una guida per arrivare a Felware o non ce l'avrei mai fatta. Prima però dovevo passare a Froghest per prendere le provviste necessarie per affrontare il viaggio. La mappa ormai non mi serviva più. Per il pugnale dal fodero e lo conficcai nel muro bianco. Poi tirai in diverse direzioni in modo da cancellare la mappa. Quindi mi girai ed uscii di corsa lasciando l'ingresso aperto: non avrei mai più rivisto quell'abitazione.
Ma a due passi dal cavallo mi fermai.
Il cuore mi andava a mille ed un attacco di nervosismo mi travolse all'improvviso facendomi cadere a terra. Tremavo, non riuscivo a controllare i miei movimenti. La testa bollente e la nebbia negli occhi non mi fecero capire più niente. Dalla mia bocca uscì uno strano verso di una voce che non mi apparteneva. Se si vuole proprio dargli un nome possiamo dire che era un lamento animalesco molto acuto. Vidi Sheldon correre verso di me. Ma oramai era troppo tardi. Il bagliore accecante di una lama mi proibì di guardare la ferita che mi stavo procurando. Solo quando colsi con la coda dell'occhio il rosso vermiglio che sgorgava dal mio polso, riuscii a calmarmi.
Mi gettai all'indietro. Le foglie secche appena cadute scricchiolarono sotto il mio peso ricordandomi il letto in cui avevo dormito qualche settimana prima. In quei giorni ero stata molto bene. Avevo visto abbastanza sangue e poi mi aveva portato parecchio guadagno. Ma ora non c'era più tempo. Non sarei mai riuscita ad arrivare a Felware senza prima aver ucciso qualcuno. Di soldi non ne avevo il bisogno, quindi avrei portato la morte ad una qualsiasi persona.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 22, 2017 ⏰

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