Spedizione-2

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Sono qui...sono davvero qui...sono nell' agognato, bramato, profondo spazio.
È tutto come me l' ero immaginato, vedo ovviamente la preziosa Terra, la bianca Luna, il Pianeta rosso...è stupendo. Sento più che mai il battito del mio cuore, non sto nemmeno parlando, probabilmente non ci riuscirei.
Sto scrivendo tutto su questo mio piccolo diario. Per l' occasione l' ho chiamato "La vera vita di Roberto Perego".
Anche a scrivere faccio fatica, tra una frase e l' altra faccio passare diverse ore, la navigazione, infatti, è lenta, ma tutto procede secondo i piani. Tra circa una settimana dovrei arrivare nell' orbita di Venere, non vedo l' ora.

Non mangio da giorni ormai, semplicemente non ne snto il bisogno, probabilmente mi sto nutrendo dell' energia infinita dell' Universo. Non riesco comunque a capacitarmi che io sia qui, rinchiuso in una navicella,(l' interno mi pare diventare sempre più stretto, più cupo e i comfort sembrano sparire mano a mano che il tempo passa...probabilmente perchè sto iniziano a paragonare la "Via Lattea" con la vera Via Lattea), quando fuori c' è il più grande spettacolo della storia dell' Universo...lo voglio...lo voglio...LO VOGLIO.

Sono arrivato nell'orbita di Venere...il pianeta è cosí vicino, ma così lontano dal raggiungerlo. Cerco di allungare la mano, ma c' è il maledetto finestrino che blocca il brac...no? Niente? Provo ad avvicinarmi sempre di più, nessun ostacolo.
La navicella sembra essersi trasformata in una specie di ologramma...no nemmeno un ologramma, è sparita del tutto.
L' unica domanda che mi pongo è "Quanto spazio riuscirò a percorrere prima che questo sogno finisca?". La prima cosa che faccio è andare su Venere, in pochi secondi sono già lì, a farmi accarezzare dai suoi venti, che sia diventato velocissimo? Non sento nemmeno la pressione elevata, che sia diventato invincibile? Esploro, scopro, vado da un pianeta all' altro, prima il rosso Marte, poi il gassoso Giove, esploro ogni singolo antro di quell' enorme stanza buia e fredda.
Non sento nulla, l' unico senso che sembra funzionare è la vista. Non ci faccio caso, io devo conoscere, VOGLIO sapere tutto.
Saranno forse passate alcune ore e ho già esplorato tutta la Galassia, vorrei andare anche nelle altre galassie, ma un freddo pungente ed acuto ha iniziato ad assalirmi, la mia corta barba è ricoperta di piccoli cristalli di ghiaccio, il cuore sembra non battere più. Decido di ritornare nel mio pianeta.
Ritorno a vedere i panorami tipici della Terra, le grandi pianure, le alte montagne e contemporaneamente mi aggredisce un senso pesante al cuore, un senso di nostalgia, di tristezza, come se fosse l' ultima volta che potessi vedere quei paesaggi.
Poi ritorno alla base della NASA, dove è stato effettuato il lancio, il lancio che mi ha permesso tutto questo. Mentre mi sto dirigendo verso di esso, sempre fluttuando, noto a Est un fumo, denso, nero e minaccioso. Mi avvicino e vedo la "Via Lattea" a pezzi, distrutta ancora avvolta dalle fiamme. Niente è stato risparmiato di quella bella astronave, vedo dei pezzi della grande fotocamera a terra, frantumati.
Poi vedo me stesso,
a terra,
per metà bruciato e con in mano il diario.
Gli zigomi erano rialzati, stavo sorridendo.

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