Capitolo 21

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LYDIA'S POV

Sta per iniziare la mia prima lezione di matematica.
Sono un po' in ansia, ma anche entusiasta visto che nella mia vecchia scuola mi piaceva.
Mi sono seduta anche al primo banco perchè voglio stare attenta.

Dalla porta vedo entrare Malia, l'amica di Stiles, e la saluto con la mano e sorridendole.
Lei mi sorride a sua volta però va a sedersi dall'altra parte della classe.
Non so magari sono dei suoi amici.

Mi sento parecchio sola perchè tutti stanno parlando tra di loro e io sono qua a scarabocchiare sul quaderno.
Stiles è il mio unico amico, insieme a mia sorella, e non è in questo corso.

–Buongiorno ragazzi io sono la professoressa Johnson e in questo semestre ci focalizzeremo soprattutto sulle equazioni di primo e di secondo grado– inizia e un boato si solleva dalla classe –So che molti di voi le hanno già fatte, ma è una specie di approfondimento, il prossimo semestre cambieremo argomento, è soltanto per vedere se siete tutti in pari– detto ciò rivolge alla classe un sorriso cordiale.

È una donna di mezza età, con i capelli neri, lisci, fino al seno, occhi azzurri, adesso un po' spenti, ed è ancora in forma.
Non posso far a meno di pensare a quanto da giovane potesse essere bella.

Il suo sguardo si posa su di me.
–Ah tu dovresti essere quella nuova? Come ti chiami cara?– mi accoglie.
Sento tutti gli occhi dei miei compagni puntati su di me.
Inzio a sudare freddo.
È una semplice domanda, Lydia calmati.
–L-Lydia Martin– bisbiglio.
–Scusa non ho sentito, come cara?–
–Ha detto di chiamarsi Lydia, okay?– sbotta una voce dietro di me.

Mi giro e vedo chi è stato.
È un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi di un marrone intenso.
Lo riconosco.
È uno dei ragazzi che ballava con me l'altra sera.
Gli sorrido per ringraziarlo e lui ricambia.

–Va bene! Allora inziamo con qualche equazione! Qualcuno si offre?–
Silenzio.
Nessuna mano alzata.
–Suvvia ragazzi, me ne servono soltanto due– ci prega la prof ma ancora nessuno.
–Be' allora dovrò scegliere io–
Guarda con circospezione tutti gli alunni e poi guarda me negli occhi.
Ha uno sguardo gentile dopotutto, più adatto a una madre che a un'insegnate.
–Lydia ti va?–
Annuisco e mi alzo.

–Bene, allora ancora uno– riprende a guardarsi in giro.
Noto che la maggior parte dei ragazzi sta evitando il suo sguardo, alcuni fingono di cercare qualcosa nello zaino e altri guardano fuori dalla finestra.
–Tate vieni dai–
Malia sobbalza facendosi cadere la penna dalle mani.
Credo proprio che quello sia il suo cognome.

Scritta l'equazione inizio a risolverla.
È facile, dopotutto.
Malia, difianco a me, guarda la lavagna sconcertata e con il gessetto a mezz'aria.
Ho finito e la prof mi rivolge un'occhiata soddisfatta.

Mi avvicino a Malia con aria disinvolta.
– +37xy – le sussurro.
Mi guarda in cagnesco e non ne capisco il motivo.
Sbatte il gessetto sul tavolo e si gira tornando al suo posto.
Rimango lì con le mani in mano.
E io che pensavo di fare una buona azione.
La classe è a bocca aperta e alcuni ridacchiano ma subito Malia lo fulmina con lo sguardo.
–Ehm...non fa niente signorina Tate...bel lavoro Martin–

–Malia, Lydia potete fermarvi un attimo?– ci chiede la prof al termine della lezione.
Non so cosa ci voglia dire, ma sono abbastanza tranquilla.
La signora Johnson mi sta simpatica.
–A dir la verità no. Devo pranzare con i miei amici– sbotta Malia.
–Be' dovranno aspettare un attimo– le risponde la prof a tono e trattengo una risata.
–Malia non puoi iniziare il semestre così– incomincia in tono serio.
La ragazza abbassa lo sguardo e io inizio a sentirmi a disagio.
Cosa c'entro io?

–Potresti non passare gli esami finali e di conseguenza non prendere il diploma e ripetere l'anno–
–Mi impegnerò, lo giuro–
–È bene che tu lo faccia, ma sai cosa potrebbe aiutarti...–
Mi guarda con un sorrisetto malizioso e ho un tuffo al cuore.
–Lydia sei molto portata per la matematica e non ho mai visto un'alunno svolgere un'equazione di quel livello tanto velocemente–
Mi sento in imbarazzo a essere paragonata a Malia e sento il suo sguardo su di me.
–Magari, Malia, Lydia potrebbe darti ripetizioni e aiutarti a studiare, che ne dice Martin?–
–Per me va bene–
E va bene davvero.
Malia, sinceramente, non mi fa nè caldo nè freddo, ma potremmo diventare amiche se passiamo un po' di tempo insieme.
–Per me no invece!– ribatte Malia.
–Non voglio essere aiutata, non ho bisogno!–
–Tate la prego o sarò costretta a bocciarla– rammenda la prof –Le sto dando un grosso aiuto e dovrebbe ringraziarmi–
Malia abbassa le mani in segno di sconfitta.
–E va bene, ma solo una volta a settimana– sentenzia alla fine.
Io le rivolgo un sorriso e esco dalla classe prima che lei possa ricambiare.

Vedo Stiles in fondo al corridoio.
–STILES!– urlo facendomi strada tra la gente.
Lo si guarda attorno, confuso, e poi posa i suoi occhi su di me.
Non so cosa ci sia nel suo sguardo, ma è strano, non è il solito, caldo e confortante, è più perso nel vuoto.
Si gira e affretta il passo verso le scale, si mette quasi a correre, senza salutarmi, senza calcolarmi.

Rallento il passo.
Ho fatto qualcosa di sbagliato?
Magari era soltanto in ritardo ad una lezione.
Peccato che adesso sia l'ora di pranzo...
Decido di non seguirlo.
Mi volto e decido che oggi mangerò fuori, mia mamma ha preparato dei panini a me e mia sorella, sarò anche sola, non mi importa più.

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