Londra

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Il mio nome è Emily Carter e abito nella splendida e sempre giovane Londra. Sono un'attrice di teatro che gran parte dei londinesi DOC conoscono. Torno sempre a casa tardi perché incontro le miriadi di persone che mi conoscono anche di vista e mi invitano a bere una birra in qualche pub.
Ho 32 anni e mi sento ancora una ragazzina.
I miei occhi sono verdi come il bosco e i miei capelli presentano un rosso scuro che a volte può sembrare castano.
Se siete qui vuol dire che siete interessati alla mia storia, lasciate che ve la racconti.
Sono appena entrata nel mio appartamento nel centro di Londra, reduce da una serata accompagnata da due boccali di birra schiumante e dialoghi senza nesso logico tra amici.
Domani dovrò recitare in uno spettacolo teatrale per l'ennesima volta.
Il teatro ti dà esperienza ma non fama, infatti non credo che quei figlioli ben pagati che abitano ad Hollywood sanno della mia esistenza. David, il tizio palestrato con cui dovrò recitare domani, mi ha gentilmente informato che tra il pubblico ci sarà uno  di Hollywood il cui compito è quello di scegliere uno di noi attori in erba da portare con le buone o con le cattive su un set di un film. Ma non un film da quattro soldi, un film con attori e registi famosi, coloro che scendono dal monte Olimpo per mischiarsi con noi mortali. Ovviamente io, come tutti i miei colleghi, sogno anche solo di vedere la scritta che torreggia sulla città degli angeli per sentirmi  realizzata.
Appena entro nella cucina il profumo di borotalco, che io reputo il migliore al mondo, mi invade le narici.
-Emily!
Un ragazzino di dieci anni, occhi marroni e capelli neri,mi abbraccia.
-È sempre un piacere vedere la mia cucina sana e salva  Peter, ottimo lavoro!
Peter non è né mio fratello né mio figlio. Lui è il figlio di una mia amica che non c'è più. Ho sempre dato anima e corpo alle persone a cui tengo, accudire fino alla fine dei miei giorni suo figlio è il minimo.
Il padre ha lasciato la mia amica prima del parto,non sa neanche chi è Peter Hill.
Al ragazzo ho insegnato tutto sulla recitazione e l'ho accolto nel magico mondo dei fandom.
È sveglio e diligente, apprezza il mio lavoro e a volte viene al Gayety Theatre, dove lavoro io, per aiutare lo staff.
Sprofondo nella mia poltrona per vedere la TV.
Peter arriva e si siede sulla poltrona di fronte a me.
-Guardiamo un film degli Avengers?
-Così mi piaci. Dimmi chi è il tuo preferito e un giorno ti porterò da lui.
Il ragazzo fa finta di pensarci su e mi sorride. Adoro i ragazzini e i ragazzini adorano me.
-Iron Man!
Applaudo alla sua magnifica scelta e gli stringo la mano con entusiasmo, facendolo ridere.
-Grande ragazzo!
-Ti piace anche a te?
-Diciamo che io guardo di più l'attore.
Ammicco e lui mi tira un cuscino con la bandiera dell'Inghilterra addosso, rimproverandomi con i suoi occhi marroni come la Nutella. Quello che comanda in questa casa è lui, io non ho potere in questi casi.
Passano le ore e Peter entra nella fase post film, praticamente si crede un supereroe oppure quando guardiamo gli episodi di Sherlock lui inizia ad essere un sociopatico iperattivo.
Ci lanciamo il pallone da calcio per dieci minuti e poi lo spedisco a calci in camera sua, si è fatto davvero tardi e lui domani deve seguirmi in teatro. Con un tuffo carpiato mi butto sul divano e fisso il soffitto con una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Non sono mai stata in ansia per uno spettacolo, soprattutto se è una commedia che è il mio asso nella manica. C'è quella preoccupazione di non essere scelta per andare su un vero set che mi fa innervosire, e per farmi innervosire ce ne vuole. Ma poi chi sarà l'attore ricco e tutto lucidato da capo a piedi che ci guarderà pensando alla sua villona a Los Angeles e a come sperperare i suoi soldi? Io un'idea ce l'avrei, non mi fido del mio giudizio tutto qua.
Dovrò essere me stessa, farlo sentire a suo agio facendolo divertire.
Ma se l'attore sarà Robert Downey Jr allora posso anche fare la tipa professionale, tanto ci penserà già lui a far ridere tutti. Scommetto venti sterline che sarà uno serio col vocione profondo e alto come una casa.
-Pensierosa?
-Sto pensando a come spedirti in camera tua Peter, ringrazia che non ho voglia di alzarmi.
Si siede sulla sua poltrona e mi fissa.
-Secondo me ci sarà l'attore che fa Tony Stark.
Lo guardo.
-Scommettiamo?
-Oh, io non lo farei se fossi in te.
-Sai già che perdi.
-Va bene, facciamo 50 sterline?
-Andata.
Gli stringo la mano e lo guardo mentre torna in camera sua. Si sarà svegliato perché si sentiva iperattivo e voleva fare cose da supereroe, si fa coinvolgere così tanto dai film che a volte non sembra neanche lui.
Diventerà un bravo attore, me lo sento.
Intanto la preoccupazione e la paura di fare brutta figura torna padrona, non mi accorgo neanche che il sonno finalmente si è deciso a farsi avanti.
Cado nelle braccia di Morfeo con un'unica certezza: dovrò dare il massimo.

*bella gente! Non potevo sopravvivere senza un'altra ff su Robert, fa parte di me. Questa è più divertente e meno pazza (certo😏). Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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