Per fortuna, il suo piccolo appartamento non era poi così distante dalla villa "Kim" ma non è riuscita ad evitare comunque sguardi di ribrezzo dalle persone che passavano di lì: capelli spettinati che potevano passare tranquillamente per un nido per uccelli, trucco sciolto in viso manco stesse facendo le riprese per il film 'Suicide Squad', una maglietta tirata brutalmente fino alle ginocchia magre  per nascondere l'assanza del pantaloncino ed un calzino nero bucato.

Brava Yeri, come se non bastasse la tua reputazione di una non laureata senza lavoro.

Arrivò a casa per le cinque del pomeriggio, giusto in tempo per una breve doccia.
Non mangiava da due giorni quasi ma questo non era un buon motivo per non presentarsi al lavoro. Alle sette di sera aveva un turno da baby-sitter a casa di un certo Byun e la signora Park, i loro figli erano molto turbolenti, e lasciarli da soli era veramente impudente,  una volta sono finiti a bere il tè con la mafia.
A guardarli, le passava tutta la voglia di fare figli.

Stava per uscire dal suo mini locale, beh più di questo non poteva permettersi, quando ricevette una chiamata sul suo nokia rosa molto "Fescion".
Il numero era sconosciuto e Yeri esitò un po' prima di rispondere.

Da l'altro capo sentì la voce del signor Kim, il suo nuovo datore di lavoro, e si tranquilizzò un po'.
Ma non durò per molto.

Suo fratello era assente da questa mattina e guarda caso Yeri doveva andare a trovarlo e riportarlo a casa possibilmente sano e salvo.

-No mi scusi ma io ora dovrei andare a lavorare...- cercò di ribattere ma Kim Jong Dae iniziò a farle minacce su come l'avrebbe denunciata.
La chiamata era breve ma intensa, se così la si può definire.

Kim le mandò indicazioni su dove dovrebbe stare il suo fratello minore, Lu Han.
Yeri chiamò la signora Park per avvisarla che non sarebbe venuta al suo turno, non oggi. Per questa volta evitò di essere licenziata perché la signorina Park non doveva andare in nessun Club... che famiglia strana.

***

Un grosso cancello le impediva di continuare la sua missione.
Beh come dire, come se arrivarci fosse stata una passeggiata.
Era una specie di  labirinto di vicoli, e ora che e calata non sai mai cosa aspettarti dietro all'angolo.

Bussò il citofono e dopo un po' un ragazzo con i capelli arancioni, sicuramente tinti e gli occhi che sembravano quelli di un gatto, le si fece davanti sorridendo e ammirando il suo fisico come un ebete.
-Chiudi la bocca che entrano le mosche.-
Yeri si fece avanti sorpassando il ragazzo, cercando di trovare al più presto Lu Han.
Non voleva ammetterlo, ma aveva paura.
C'erano bottiglie vuote di birra ovunque, una fiacca luce illuminava le stanze e si sentiva l'odore marcio dei muri.

Iniziò ad esplorare una stanza dopo l'altra, ma non trovò Lu Han da  nessuna parte.
In più ci stava questo Minseok che le continuava a fare domande private sulla sua vita.

Entrò in quello che sembrava essere un salotto.
Ci stava un divano rosso, altre bottiglie per terra ed un televisore.
Molti ragazzi stavano dormendo sul divano, alcuni erano persino abbracciati.
Lu Han, l'unico biondo del gruppo, stava dormendo per terra, vicino al divano.

Yeri presa dalla tentazione scattò una foto con il suo amato nokia e fece per mandarla a Kim Jong Dae, quando qualcuno le tirò il telefono dalla mano.
Lu Han in tutta la sua persona la stava fissando da sotto il ciuffo in modo cagnesco, stringendo il suo cellulare in una mano.

-Cosa ci fai qui, noona?-
-Cosa? NOONA?-
Chiese il ragazzo che le si era presentato come Minseok -Io era quasi sicuro che fosse più piccola di noi...-  si grattò la nuca sospirando.

-Vedi tuoi fratello mi ha chiesto gentilmente venire a prenderti, a quanto pare non ci sai arrivare da solo a casa.-
Cercò di sdrammatizzare, ma Lu Han la prese in un altro modo.
Chiese a Minseok di svegliare i ragazzi, ignorando Yeri poi uscì da quella casa che quasi cadeva a pezzi.
Salì sulla sua moto che era parcheggiata dietro un angolo, il che è stano perché Yeri ci era passata prima e giuravi di non aver visto nessuna moto.
I suoi amichetti arrivarono dopo un po' e salirono sulle proprie moto.
Lu Han continuava ad ignorare Yeri, che ora ormai stufa del comportamento del minore.
Stava per partire ma Yeri con agilità salì sulla moto e si aggrappò alla sua pancia, che era molto morbida al tatto. -Dovresti metterti a dieta- sibillò tra i denti, lasciando piccoli puzzicotti sul leggero filo di grasso del ragazzo.
Lu Han stanco della noona appiccicosa, le lasciò fare.
Accese il veicolo e come una saetta sfrecciò per le strade di Seoul.

Non era sicura di star bene, non del tutto.
Arrivarono dopo un po' a destinazione.
È la prima volta che Yeri andava in moto, le tremavano leggermente le ginocchia e a ogni curva sembrava che stessero per cadere.

Lu Han scese dalla moto e iniziò a parlare con un uomo enorme in una tutta nera.
Dopo un po' si avvicinò di nuovo a Yeri e le chiese se aveva i documenti con sé.
La ragazza si incazzò, a parte il fatto che non la ascolta, ma prima la ignora e ora le chiede pure un favore?
Ah, questi bambini di oggi non hanno un minimo di educazione.

Yeri per non avere brutte sorprese,portava con sé  sempre  suo passaporto, ovunque andava.
A volte le capitava di tornare tardi dal lavoro, per esempio, e il suo visino da ragazzina attirava la polizia.
Cosa ci fa mai una ragazzina a mezza notte a girare per Seoul?
Rimangiavano subito le parole, scusandosi con un inchino dopo aver visto e controllato i suoi documenti.
A volte capitava che era anche più grande dei poliziotti stessi!
Ma questa volta pensò che fosse stato più prudente lasciarlo a casa, il suo migliore amico che le proteggeva sempre il culo.

Le guardie controllato il passaporto, aprirono la porticina che conduceva ad una sala pena di insegne al neon colorate, alcolici e soprattutto gente che si stava scatenando come se non ci fosse un domani.

Lu Han ringraziò Yeri, la quale gli fece la raccomandazione di non bere.
Il che è un po' stupido, dato che si trovavano in un club pieno di alcolici.
Lu Han in tutta la risposta le portò un Cocktail poco alcolico, sorridendo furbo.

Yeri fece le spallucce, prese la bevanda e si sedette su una morbida poltroncina vicino al balcone.

C'era puzza di tabacco ovunque,  molte ragazze in vestitini poco innocenti si stavano strusciando suoi corpi insicuri dei ragazzi, e altri stavano semplicemente ballando.

La vista della ragazza iniziò a poco a poco ad annebiarsi, cominciò a vederci il doppio e cadde in un sonno profondo.

Spazio me :
Vorrei sapere cosa ne pensate della mia storia, premetto che non sono brava a scrivere sigh.
Se qualcuno ha consigli da darmi prego,  non esitate a scrivermi in privata o come commento.
Intanto se la storia raggiunge 4 stelline la continuo.
~♡~

Ai ragazzi cattivi piacciono le Noone. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora