Capitolo 1.

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Mi chiamo Sarah Evans, ho 17 anni e sono di Londra, abito qui da quando ho iniziato il liceo. Mi sono fatta degli amici, ma anche dei nemici, e non ero pronta a rivedere tutti.

Le sei del mattino, la mia sveglia suona, per la prima volta dopo tre mesi. Quel suono tanto fastidioso che ho sempre odiato, è tornato, e, come vecchia routine, spengo quell'aggeggio goffamente e apro lentamente gli occhi. Davanti ai miei occhi il poster della mia band preferita, è l'unica parte della mia camera che tengo sempre in ordine. Sotto quel poster c'è uno scaffale, dove ci sono tutti i miei libri preferiti e i libri da finire, e non sono pochi. Erano proprio i libri a tenermi sveglia la notte, mi era capitato spesso di stare sveglia fino alle 6 del mattino a leggere, qualche volta a scrivere. Mi alzo stanca dal letto e mi vado a guardarmi allo specchio, uno specchio accanto alla porta. Le occhiaie non sono andate via, sfortunatamente. Mi affrettai ad andare in bagno e a fare una doccia, non avevo i capelli troppo lunghi, quindi non ci misi troppo ad asciugarli.

 Evitai di piastrarli, erano già eccessivamente bruciati a causa delle numerose tinte. Fortunatamente, non avevo i capelli crespi o mossi. Mi truccai con precisione, avevo ancora mezz'ora di tempo quindi riuscii a fare un trucco soddisfacente, ero piena di correttore, ma almeno avevo coperto le occhiaie. Non mangiai nulla, uscii semplicemente di casa salutando mia madre, cominciando a camminare verso il luogo in cui avrei dovuto incontrare il mio ragazzo, Niall, che non ci mise molto ad arrivare, probabilmente era perché era il primo giorno di scuola e non voleva arrivare tardi proprio in quell'occasione. 

La sua moto si fermò proprio davanti a me, il mio ragazzo si tolse il casco e si girò verso di me per sorridermi. Io lo abbracciai, lui mi mormorò un "ciao piccola" e ci baciammo. Salii sulla sua moto e si diresse verso la nostra tanto odiata scuola. Dovevo frequentare il quarto anno, lui stava ripetendo l'ultimo ed era in classe con il mio migliore amico, Ashton. Il problema era che si odiavano a morte. Proprio quest'ultimo comparse davanti ai nostri occhi. Io mi lanciai quasi letteralmente sopra di lui, dopo aver tolto il casco che Niall mi aveva fatto indossare, e lo abbracciai. Un abbraccio che lui ricambiò, quando vidi la faccia del mio ragazzo capii che avrei fatto meglio a staccarmi.

 Era un tipo geloso, ma capiva perfettamente come mi sentivo e che avevo bisogno dei miei spazi, e anche io lo facevo. Parlammo del più e del meno, non lo vedevo da due settimane perché avevamo avuto entrambi degli impegni, nel frattempo il biondo tinto,-ho detto che Niall è biondo tinto ed è irlandese?- era andato a fare un giro con degli amici, suppongo. "Come va con Niall, allora?" mi chiese Ashton, ma io lo conoscevo, lo capivo se c'era qualcosa che non andava, ma gli risposi lo stesso. "Tutto bene, fortunatamente." dissi semplicemente, anche se fosse andato tutto di merda, non glielo avrei raccontato.

 Sì, era il mio migliore amico, ma era chiaro, non gli interessava l'argomento. Ashton mi raccontò di aver frequentato una ragazza in quelle due settimana, e non sapeva se chiederle o no di uscire. Io, ovviamente, lo spronai a chiederle di uscire, volevo solo il bene per il mio migliore amico e mi faceva piacere sapere che aveva trovato una ragazza.

Tra un argomento pseudo serio e l'altro, si era fatta ora di entrare in classe dopo tanto tempo, Ashton mi lasciò davanti la mia aula di chimica e io mi andai a sedere al secondo banco, vicino la finestra, uno dei pochi posti rimasti purtroppo. Davanti a me, ovviamente, capitò l'ex ragazza del mio attuale ragazzo, che sembra sempre lanciarmi frecciatine. Qualcuno ancora non l'ha superata, a quanto pare. Ero venuta a sapere che mi chiamava "Sarah la barbona" con qualche sua amica, ma non me n'era fregato tanto.

L'aula si riempie di gente che avevo già visto in giro, ma di cui ne ignoravo il nome. Una ragazza decise poi di sedersi affianco a me. Non l'avevo vista bene in faccia, ma mi sembrava bellissima. Aveva capelli lunghi, lisci e biondi e dei grandi occhiali neri poggiati sul suo piccolo naso, non riuscii a vederle gli occhi, non mi aveva neanche guardata in faccia. La professoressa entrò in classe e cominciò a spiegarci le regole dell'istituto che ripetevano da quattro anni. Intanto, la mia compagna di banco, socializzava con l'ex del mio ragazzo. Non sapevo il suo nome, quindi l'avevo sempre soprannominata Mary. La cosa più irritante era che, quando ridevano, mi guardavano. Volevo solo che questa lezione terminasse. 

Finita l'ora, mi alzai in fretta da quel banco, seguita dalle risate delle due, dirigendomi verso la porta. Non sapevo dove fosse l'aula d'inglese, rischiavo di arrivare in ritardo. Perfetto. I corridoi si riempirono di ragazzi, ed io, disperata, continuavo a cercare. I minuti passavano e rimaneva sempre meno gente in giro, fino a quando rimasi solo io. O almeno credevo. C'era un ragazzo di spalle, poggiato tranquillamente all'armadietto a farsi i cavoli suoi col cellulare in mano e le cuffie nelle orecchie. Mi avvicinai timidamente, non sembrava un tipo gentile e non mi andava di litigare con nessuno. 

Picchiettai la mia mano sulla sua spalla. Lui si toglie una cuffietta e mi guarda, come per chiedermi "cosa vuoi?", ma rimase in silenzio, aspettando che io pronunciassi una parola. "Ehm, scusa se ti ho interrotto, non è che potresti dirmi dove si trova l'aula di inglese? Hanno cambiato tutto ed io.." spiegai, ma lui mi fermò pronunciando un "certo", sorridendomi. Okay, era più gentile di quanto immaginavo. Forse erano stati i capelli biondi e disordinati ad ingannarmi.         Va bene, piantala Sarah, ti ha detto a malapena una frase.

Una barba folta sul viso pallido, un piercing sulle labbra sottili. E poi c'erano gli occhi, erano azzurri, ed erano meravigliosi. Quasi quanto quelli di Niall. Il suo sorriso, però, l'aveva completamente fatta rincoglionire. Il mio ragazzo non aveva un sorriso così bello, certo gli piaceva parecchio, ma questo ragazzo aveva qualcosa in più quando sorrideva. Mi trascinò per il braccio su per le scale, per poi lasciarmi davanti a una porta, capii che era quella l'aula. "Luke, piacere." Io non risposi, mi limitai a sorridere, per poi dargli le spalle ed entrare in classe.

Mi scusai per il ritardo, mortificata, e mi andai a sedere al primo banco, ovviamente. L'ora passò abbastanza tranquillamente, nessuno mi aveva turbato particolarmente se non il mio compagno di banco che aveva passato tutto il tempo a scaccolarsi.

Io, invece, non riuscivo a smettere di pensare a Luke, avrei dovuto dirgli il mio cazzo di nome, invece avevo sorriso e basta. Da una parte, però, era meglio così, mi sto frequentando con un ragazzo meraviglioso da quasi otto mesi e non ho intenzione di prenderlo in giro.

Quando la campanella suonò, presi la mia roba e mi avviai verso il mio armadietto, dove mi aspettava Niall. Almeno questa volta non avevo fatto tardi.

"Hei." mi salutò dandomi un bacio a stampo.

"Hei." dissi io di rimando, accennando un sorriso stanco. Misi i libri a posto e presi quelli dell'ora successiva, e anche un panino, che avrei mangiato i quei dieci minuti di pausa. 

"Com'è andata?"

"Normale. 

"Cosa vuol dire normale?" domandò aggrottando le sopracciglia, io gli sorrisi per fargli capire che non doveva preoccuparsi, ma la sua espressione non cambiò. Allora gli baciai dolcemente una guancia.

"Ma vi pare un comportamento da assumere durante l'orario scolastico?" una voce conosciuta ci fece sussultare, era Zayn Malik, un altro degli stupidi amici di Niall. Avevo una cotta per lui un tempo, io invece non gli ero mai piaciuta, mi aveva sempre trattato in un modo poco carino.

"Zay" sentii dire da Niall, quello che dissi io invece fu "Malik" cercando di usare un tono serio, come per dire "levati dal cazzo".

"Horan, Sarah.." enunciò mettendo un braccio sulle spalle di Niall. "Come va la vita?"

Quel ragazzo m'irritava troppo, si comportava sempre da stronzo, e quando non lo faceva, dopo un po' iniziava a fare il freddo. Ci avevo perso le speranze. Niall gli disse che stava bene, io gli dissi che non gli importava. Decisi di lasciarli soli e di andare a cercare Ash al piano di sopra, non mi mancava molto, volevo parlargli un po'.

Lo vidi seduto sulle scale che portavano al piano di sopra, in compagnia di un panino al salame e di una figura molto alta, non ricordavo come si chiamasse, se Lucas o Luke. La situazione cambiava, andavo a salutarli o no? Sarebbe stato imbarazzante, quando mi aveva detto il suo nome io avevo reagito in un modo strano. Ashton però mi rese la vita più facile (o più difficile?) urlando il mio nome ed agitando la sua mano per salutarmi.

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⏰ Last updated: Aug 29, 2016 ⏰

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