12. E non mi chiedere a cosa penso, perché sono mesi che non penso.

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-No Hilary,  l'ho fatto solo per...

Non la lascio finire la frase, alzo la voce.
-Per il mio meglio, perché ci tieni a me e bla bla bla! Sì certo! Perché ovviamente se ci tenete a me vuol dire che mi potete pedinare o rimbombarmi di domande no?
Capisce che mi sto riferendo ad Andrea, oltre che a lei.
-Hilary, ascoltami. Lo facciamo perché vogliamo vederti felice.
Una risata isterica attira l'attenzione dei miei compagni.
-Infatti guarda come sono felice adesso.
Dico con le lacrime agli occhi, mi alzo velocemente uscendo dalla classe.

-Russo? Dove vai?
Mi ferma la prof. senza capire che sto per scoppiare a piangere.
-Prof, se me lo permette vorrei andare in bagno, è urgente, per favore.
Annuisce.

Corro in bagno.
Non riesco a trattenere le lacrime.
Non posso credere che le persone a cui tenga di più, non si fidino di me.

La mia migliore amica mi segue a mia insaputa.
Mio fratello dubita di me.
Ma se la fiducia non è la prima cosa, allora niente ha senso.

Mi sciacquo il viso e torno in classe.
Appena entro vedo tutti che mi fissano, compresa l'insegnante.
-Cos'avete da guardare?
Domando nervosamente, e tutti cambiano direzione dello sguardo.
Un branco di pecore.

Mi siedo al mio posto, accanto a Violet che mi guarda pentita.
D'un tratto cerca di attirare la mia attenzione facendo dei versi.
-Hey...
La guardo con la coda dell'occhio, poi sbuffo.
-Stai bene?
Non poteva fare una domanda meno inopportuna.

Le ore passano molto lentamente, tra grida, lezioni noiose, richiami e la mia compagna di banco che cerca in ogni modo di farmi parlare con lei, non riuscendoci per di più.

Alla ricreazione prendo una merendina dalla macchinetta, e Violet non fa altro che parlare e parlare ma io non l'ignoro, sono ancora arrabbiata.

In cortile mi siedo e guardo il vuoto mentre continua a parlarmi.

Finito lo snack mi alzo come se nulla fosse.
Voglio far sentire loro come mi sento semplicemente ignorandoli, è così che mi sento io.
Ignorata.
La loro fiducia verso di me è ignorata.

Appena la campanella segna la fine dell'ultima ora, mi alzo di scatto, prendo lo zaino e corro fuori, non vedo l'ora di andare a casa a riposarmi, mi scoppia la testa.
Venire in anticipo mi ha stancata, non lo farò mai più.

Mentre esco da scuola intravedo un ciuffo moro troppo, troppo riconoscibile.
Mi avvicino e vedo Benjamin appoggiato a una moto che mi fa cenno di venire.
Mi avvicino confusa e gli dico:
-Che ci fai qui?
-Sono venuto a prenderti, no? Ora sali prima che qualcuno mi riconosca!
-Ma, sta moto da dove sbuca?
-Me l'ha prestata Yuri.

Lo guardo con aria scocciata.

-Guarda che se vuoi me ne vado eh.
-No, grazie di essere venuto, mi risparmi il pullman.
Mi passa il casco, poi lui se lo mette velocemente così che nessuno lo riconosca.

Mentre sta mettendo in moto gli chiedo:
-Perché ti nascondi?
-Non voglio che ci interrompano come ieri...
Secondo me qualcuno gli ha fatto un incantesimo perché questo non è quel tipo con cui litigavo.
Quando sta per partire Violet ci ferma.
-Ehi Benjamin sei venuto a prendere Hilary.
-Mi dispiace ma c'è posto solo per due. Ciao.
Ben fa per rispondere ma gli domando di partire in fretta. Non capisce il perché del mio gesto ma mi ascolta e mette in moto, sotto lo sguardo afflitto della mia migliore amica.

Mi sento così in colpa, Dio.

Violet

Hilary sta esagerando.

Zitta e Baciami. [Benjamin Mascolo] {B&F}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora