Nessuno se lo aspettava.
Nessuno.
L'agganciarono. La scia della piccola cometa lambiva il carapace, scuro ed indurito, di quello che potremmo chiamare una nave. Si, una nave per solcare i cieli, di quelle di dimensioni notevoli, quelle cariche di speranza e odio, dalla forma di un lungo artiglio, dotate di qualche tecnologia per spingersi ai confini dello spazio. Non passò molto tempo che un drappello di sagome tutte nere e quasi indistinguibili dall'eterno mare che è lo spazio si gettò a capofitto sul corpo celeste. Esso era in perielio: la cometa sputava con forza particelle nell'oscurità, generando una coda di qualche chilometro, perpendicolare al nucleo della stella stessa. Sembrava quasi affrontarla, o volerla con tutto il cuore, nel tentativo, inutile, di raggiungerla per il suo caldo abbraccio. Le sagome atterrarono nel silenzio totale, ma i loro arti rachitici non erano per nulla in contatto con la cometa; sotto di loro, una luce rossastra, luminosa tanto quanto quella che usciva dai loro caschi, non gli permetteva neanche di sfiorare la superficie, lasciandola vergine così com'era alla sua nascita, miliardi di anni fa. Il drappello era sicuramente militare. Chiunque poteva riconoscere nelle gesta e nell'aspetto quello che si può definire come un'operazione speciale.
Gentilmente pattinarono nelle cavità della cometa, raggiungendo rapidamente i punti designati.Posizionarono quindi delle piccole sfere nere che, in momenti regolari e sincronizzate tra di loro,lampeggiavano di una luce rossa interna, come se possedessero un cuore pulsante. Proprio mentre, dopo un bel po' di tempo, sembravano tutti pronti per tornare al proprio vascello spaziale, uno levò il corpo privo di capo verso l'alto (o verso lo spazio, visto che non c'è cielo lì). Una luce bianca avvolta nell'azzurro era prossima a raggiungerli.
Non era un buon segno.
La seconda nave, almeno dieci volte più grande della precedente, dalle forme meno gentili e più squadratesi avvicinò alla cometa sul lato opposto. Per un attimo, il drappello non seppe cosa fare: furono secondi mutati in eoni, rotti dal Segnale. Un raggio rosso come il sangue li invase, ed essi seppero.
A questo punto mi pare inutile proseguire il racconto senza descrivere chi si parò loro davanti dalla parte opposta del corpo celeste. Alcuni di voi non mi crederanno, anche perché fu forse l'unica volta che tale soggetto apparse in carne ed ossa (per quanto carne ed ossa possano essere appropriati) in una zona contesa.Beh, almeno non lo era finché esso non vi mise piede.
Scendendo come attratto dolcemente dalla cometa, comparso da un bocchettone della nave, essa si palesò:
Ammiraglio Eterno, Signora della Coalizione, Patrona dei Mondi. Questi solo alcuni degli appellativi che ognuno gli dava quando Essa parlava. Noi la chiameremo la Protettrice. Nonostante la visione quasi eterea del corpo in discesa, le unità che già avevano presidiato la cometa si schierarono una affianco all'altra,tentando di creare una barriera a terra. Nell'istante in cui parvero quasi espirare dopo aver inarcato le loro schiene, dai loro corpi scaturì una specie di onda d'urto di rosso acceso. La luce cremisi accarezzò il volto della Protettrice, e attorno a le si palesarono immediatamente una schiera di suoi alleati, fluttuanti allo stesso modo nello spazio e in formazione a cuneo, pronti all'assalto.
L'offensiva era iniziata.
(per chiarezza, chiameremo d'ora in poi "i Rossi" coloro che sono in difesa della cometa, "gli Azzurri" quelli che la stanno invadendo con la Protettrice a capo).
La cometa venne improvvisamente avvolta in un fascio di luce sanguigno, sprigionato dalla nave che per prima la aveva intercettata; subito la Protettrice, dal volto a forma di "U" e cavo si volse con i suoi sensori verso il drappello a terra, atterrando sui Rossi con le sue zampe rachitiche. Le braccia dei soldati Azzurri chela circondavano si illuminarono di un intenso blu elettrico. I Rossi, intenti a difendere la loro posizione strenuamente, anche se nettamente più piccoli della Protettrice cercarono di respingerla fisicamente, ma ella fece quello che meglio gli riusciva: mentre i fedeli Azzurri si sospendevano in uno stato di orbita apparente (vi basti sapere che ora fluttuavano), Ella distorse lo spazio-tempo attorno a sé, deformando i corpi dei Rossi come se un'onda d'acqua avesse non solo deviato le loro immagini, ma anche i loro corpi robusti e i loro piccoli arti appuntiti. Ci fu un tremore sulla cometa, un po' di polvere si sollevò per tornare sotto l'effetto della gravità, tuttavia niente sulla stessa era stato modificato. Una dozzina di Rossi venne scaraventata alla deriva ad una velocità impressionante, mentre altri accorrevano al loro posto.
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Racconti dallo Spazio
Science FictionUna serie di brevi racconti di fantascienza e azione. Il tentativo è quello creare storie un po' diverse dal solito, almeno per quanto riguarda il genere trattato. Colpo di scena finale sempre assicurato.