Capitolo 3

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La sveglia suona alle 5:30 e io salto giù dal letto come se ci fosse fuoco sotto di me. Sono agitatissima per oggi, e voglio che vada tutto per il verso giusto.
Stanotte non ho dormito granché, per colpa dell'ansia e infatti, nonostante fosse abbastanza presto, mi sono svegliata senza problemi.
Io sono così, quando ho qualcosa di bello il giorno dopo, non dormo tutta la notte e purtroppo è un male dato che ora sto morendo di sonno.
Sento il cellulare che vibra.
«Oddio ma è prestissimo, chi è già sveglio a quest'ora?» penso tra me e me.

Emily:
*Fai buon viaggio, ti voglio bene.*

Maddie:
*Ti dico quando arrivo. Pure io <3 *

Così vado bagno e mi do una sistemata. Poi scendo di sotto e trovo mia madre che sistema le ultime cose nella sua borsa.
«Pronta tesoro?» dice sorridendo.
«Certo, non vedo l'ora.»

«Andiamo all'aeroporto?» chiede mio padre scendendo dalle scale.
«Subito!!» dice mia sorella sbucando da dietro di lui.
Usciamo di casa e ci avviamo verso l'aeroporto e in pochi minuti siamo già arrivati.
«Eccoci qua» dice mia madre con un sospiro.
«Già» sussurrò io.

Andiamo subito a sistemare tutto e stranamente tutto avviene in modo abbastanza veloce.
«Sono pronta!» dico con decisione.
Così mi avvicino ai miei e li abbraccio prima di imbarcarmi.
«Fa buon viaggio tesoro.» dice mia mamma quasi piangendo.
Così mi avvicino a mio padre che mi dà un bacio sulla fronte.
Mia sorella mi abbraccia e sembra non volersi staccare da me.
«Ehi Ehi, cosa è tutta questa dolcezza?» dico stupita.
«Niente.. È solo che.. Mi mancherai» dice lei. E così la abbraccio di nuovo.

«Ci siamo!» dico sorridendo, salgo sull'aereo e cerco il mio posto, che fortunatamente è accanto al finestrino.
Ho portato con me le cuffiette, perché quasi 7 ore di viaggio non sono poche.
Premo play e in meno di due minuti mi addormento.
Il mio sonno però non dura molto, perché dietro di me, è seduto un bambino che non smette di dare calci al mio sedile.
«Scusami? Potresti smettere?» dico quasi furiosa.
«S-s-scusami, non volevo..» dice lui impaurito.
«D'accordo, ti perdono ma non farlo più.»

Il viaggio prosegue abbastanza bene, e quando atterriamo nemmeno me ne accorgo.

«Finalmente!» dico scendendo dall'aereo.
All'uscita trovo una famiglia con un grande cartello con su il mio nome.
«Deve essere la famiglia che mi ospiterà» penso, così mi avvicino a loro.
«Salve, sono Maddie» dico sorridendo.
«Piacere Maddie, io sono Susan, questo è mio marito Carl e lei è Sarah. Ha la tua età.» dice la madre.
«Oh molto piacere di conoscervi.»
«A casa ti farò vedere la tua camera e tutto, tranquilla ti troverai bene qui.» dice Sarah.
Sembra simpatica a prima vista perciò mi avvicino a lei e inizio a scambiarci qualche parola.
«Come sono i ragazzi qui?» dico per sciogliere un po' il ghiaccio.
«Oh sono molto simpatici, sono sicura che farai subito amicizia con tutti, tranne con..» dice lei quasi imbarazzata.
«Con chi? Non puoi lasciare un discorso a metà!» dico ridendo.
«Katherine» dice. «È la più popolare della scuola e tutti i ragazzi le vanno dietro ma la verità è che è solo una vipera.»
«Ah, Wow, non c'era nessuno così nella mia scuola a Nashville.»
Lei fa spallucce. «Si, credo che sia l'unica al mondo a comportarsi in questo modo.»
Mi scappa una piccola risata.

«Dai ragazze, andiamo all'auto.» ci interrompe il padre di Sarah.
E cosi, arriviamo all'auto.
Il tragitto in macchina è molto silenzioso, forse perché pensano di sembrarmi troppo invadenti, ma in realtà mi stanno abbastanza simpatici quindi provo a parlare io per prima.
«Quando inizierò la scuola?» dico. È la prima cosa che mi è venuta in mente.
«Dato che domani è sabato, e che noi non andiamo a scuola di sabato, comincerai lunedì.» mi dice Susan con tono dolce.
«Fantastico, hai due giorni per ambientarti e conoscere tutti» dice Sarah con gli occhi che le luccicano.

In breve tempo arriviamo a casa. Hanno una casa enorme, perciò penso che non dovrò dividere la camera con nessuno.
Susan scende dall'auto e mi mostra la strada per arrivare in camera mia. È al piano di sopra.
Non appena la vedo rimango a bocca aperta.
«È grandissima» dico meravigliata.
«Già, spero vada bene per te» dice Sarah sorridendo da dietro sua madre.
«Certo che andrà bene!» quasi urlo io.
«Se vuoi ti aiuto a sistemare le tue cose.» dice Sarah.
Mi sembra un po' scortese accettare ma le cose da sistemare sono davvero tante e non penso di riuscirci da sola, così annuisco.
Passiamo tutto il pomeriggio a sistemare vestiti e quant'altro e quasi mi dimentico di avvisare mia mamma, Emily e Zack del mio arrivo. Inizio chiamando a mia madre.
Il telefono squilla ma lei non risponde, così mentre aspetto qualche minuto, scrivo ad Emily e Zack.

Maddie:
*Ehi, sono arrivata e la famiglia è fantastica. Hanno una figlia: Sarah. Sembra simpatica anche lei! Quando posso chiamo, perché per ora sto sistemando le mie cose. Ci sentiamo! <3*

Passa qualche minuto ma non arriva nessuna risposta, perciò riprovo a chiamare mia madre.
  «Tesoro!!» urla lei dall'altro capo del telefono.
«Ciao mamma!»
«Che stai facendo? Come va lì? Come sono le persone? Come si chiama la ragazza? Quando inizi la scuola?» dice lei tutto d'un fiato.
«Sto sistemando; tutto bene; simpatiche; lunedì.» dico cercando di rispondere a tutte le domande che ricordo.
«Ti sei scordata di dirmi come si chiama la ragazza..»
«Si mamma scusa ma mi hai fatto troppe domande contemporaneamente!» dico io leggermente infastidita. «Sarah comunque.»
«Scusa tesoro ma sono abbastanza in pensiero per te.»
«Va bene, va bene, perdonata, ma non farlo più» dico ridendo. «Ora vado però, devo sistemare le ultime cose nella mia stanza. Ti voglio bene.»
«D'accordo, ti voglio bene anche io.» dice lei, e chiude.

Sento il telefono vibrare. 2 messaggi: Em e Zack.

Emily:
*Oddio poi devi raccontarmi tutto!! Ti voglio bene, e cerca di non sostituirmi con questa Sarah :)*

Zack:
*Amore sono contento che ti stia trovando bene, ci sentiamo quando puoi. Ti amo*

Decido di non rispondere a nessuno dei due perché significherebbe perdere del tempo prezioso per sistemare la camera.
«È il tuo ragazzo quello?» chiede Sarah notando lo sfondo del mio cellulare.
«Si, si chiama Zack» rispondo quasi arrossendo.
«È carino!»
«Già, e nella mia scuola ce ne sono molti altri così» dico facendole l'occhiolino.
Passiamo tutto il pomeriggio a chiacchierare e senza accorgercene, si fa già ora di cena.
«A tavola!» dice Susan dal piano di sotto, dove si trova la cucina.
«Arriviamo» urla Sarah.
E così in un attimo andiamo a tavola.

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