non ho mai smesso di cercarti

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Odio il giorno in cui tutto è cambiato nella mia vita, ma non posso fare a meno di continuare a pensarci, rivivendo quel brutto senso di vuoto che ormai è diventato parte di me. Mi sembra quasi impossibile che un semplice incendio mi abbia rovinato l'esistenza, abbia portato via l'unica cosa che contava per me: tu. E io non posso dimenticarti... per questo motivo continuo a far passare le immagini del tuo villaggio completamente bruciato nella mia mente.

Ricordo ancora tutto nei particolari e mi dispiace, mi dispiace tantissimo. Ti chiederai: «Perché mi chiedi scusa? Non hai appiccato tu l'incendio nel mio paesino di campagna». La risposta è molto semplice: sono stato io a lasciarti andare, ho creduto veramente che il giorno dopo avremmo giocato insieme. Se ti avessi chiesto scusa, se ti avessi detto che ti amavo, forse saresti ancora qui con me. Sì, lo so, è da stupidi continuare a pensare a tutte le alternative, ma è l'unica cosa che posso fare mentre aspetto la mia fine, nel vano tentativo di poter ricongiungermi a te.

Il giorno dopo è arrivato e tu non c'eri. Sono andato al fiume anche nei giorni successivi, ma non eri mai lì ad aspettarmi, a dirmi: «Ehi, Shu, giochiamo insieme?» con quel tuo sorriso dolce capace di scaldarmi il cuore in ogni momento, anche quando ero triste e non avevo voglia di parlare con nessuno. Con te era diverso, tu eri diverso, io ero diverso: mi bastava vederti e improvvisamente la voglia di ridere, parlare e vivere rinasceva dentro di me. Tu eri la mia luce nei corridoi bui all'interno dei quali mi ritrovavo fin troppo spesso; eri la mano che stringevo nei momenti in cui avevo paura; eri l'angelo che mi faceva tornare a respirare; eri la persona che rompeva le catene che mi tenevano attaccato al suolo e che mi permetteva, così, di volare.

So che mi stai guardando da lassù e probabilmente ti starai chiedendo come mai io disprezzi così tanto me stesso. Mi odio perché ho lasciato morire l'unica persona che contava davvero nella mia vita; la sola che aspettavo ogni giorno seduto sul davanzale di quella maledetta finestra, mentre mia madre mi spiegava storia; la sola che rimaneva al mio fianco anche quando non volevo nessuno intorno.

Sospiro e scompiglio i miei capelli biondi con le mani, mentre provo a trattenere le lacrime. Mi alzo dal divano e vado in camera mia, sotto lo sguardo serio di Reiji. Ti ricordi di lui, vero Edgar? Di quel ragazzo dai capelli neri e gli occhi fucsia, sempre a studiare per entrare nelle grazie della mamma? Ora è cresciuto, ma il suo comportamento non è cambiato affatto: è sempre il solito secchione che non fa altro che studiare e fare esperimenti. E per di più è diventato anche "PerfettinoBoy", come lo chiamiamo io e i miei fratelli: è sempre lì a dirci ciò che dobbiamo fare, come dobbiamo farlo e sempre a prendere in giro me. Mi odia ancora, sebbene non mi importi nulla delle gerarchie sociali di noi vampiri. Sì, lo so Edgar, dovrei occuparmene, ma da quando non ci sei la mia voglia di fare qualsiasi cosa è diminuita radicalmente.

Salgo le scale con calma, mentre cerco nel cellulare una playlist che si abbini al mio terribile umore di oggi. Appena entro in camera, mi lascio cadere a peso morto sopra il letto e faccio partire una canzone a caso nelle mie amate cuffiette: amo ascoltare la musica, soprattutto quella triste. Sì, Edgar, lo so: ascoltare musica che deprime quando si è già tristi non è la cosa più consigliabile del modo, ma a me piace e, strano ma vero, mi calma e mi fa sentire capito. Da quando non ci sei più, non c'è nessuno che mi capisce, a parte lei.

«Reiji ha detto che dobbiamo vestirci; tra poco iniziano le lezioni.»

«Ayato, quante volte devo dirti di bussare prima di entrare in camera mia?» chiedo a mio fratello, che entra sempre nelle camere altrui di soppiatto, e gli lancio un'occhiataccia. Lui alza le spalle con il suo solito sorrisetto furbo a increspargli le labbra, per poi uscire e lasciarmi di nuovo solo a guardare il soffitto. Edgar, come posso sopravvivere con i fratelli che mi ritrovo?

NON HO MAI SMESSO DI CERCARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora