Imbarcazione

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Il vento gelido ardeva il mio viso ormai congelato, le mie guance e il mio naso erano rossissimi come due pomodori e i capelli bruni erano attaccati come colla.

Anche se avevo il giaccone pesante, la neve che cadeva non aiutava a riscaldarmi e neanche il corpo di Stefano. Anche lui stava diventando freddo come un cadavere, le scaglie cominciavano ad essere scomode per non dire che eravamo più o meno a metà strada ed eravamo in volo ormai da sei ore, non sentivo piú letteralmente le mie gambe, formicolavano e urlavano pietá.

Le mie mani le strofinavo anche se avevo i guanti, ci soffiavo sopra cercando un po' di calore.

Hai freddo?

Prima di potergli rispondere un calore improvviso mi pervase ogni singola articolazione, osso e persino i miei capelli. Quel fuoco blu, un calore stupendo, era più caldo del fuoco vero, più ardente di quello rosso.

Non mi bruciava mai o ustionava perchè era un fuoco, forse, magico che faceva del male solo a chi il padrone voleva. Non so perché ma é incantevole.

Grazie

Cercai di tirarmi piú in sú, verso la testa, dove magari avrei trovato una maggiore comoditá ed é stato cosi, sul collo verso i cervicali faceva caldo, le squame sembravano piú morbide e calde, cosi, come ad ogni mio "rituale" cosa feci? Mi addormentai!

Era tutto buio, il silenzio regnava su ogni cosa, ero di nuovo nel mio incubo. -Aliceeee...- un urlo, mi girai e rigirai di scatto ma niente, nessuno , non capivo di chi potesse essere quella voce, non riuscivo a identificarlo. Un pianto disperato riempí  tutto lo spazio circostante anche se non capivo, percepivo, di quanto fosse. La voce di un uomo, poi di una donna, poi ancora di un bambino o forse bambina si scambiavano. Cominciavo a sentirmi male, sia fisicamente che psicologicamente. Mi veniva da vomitare, era come se mi girasse la testa, come quando ti trovi su una montagna russa nel parcogiochi, la mia mente si offuscava, non capivo piú se era la realtá o un illusione. Scomparve tutto come era arrivato, il silenzio caló talmente velocemente che mi riempí di timore, angoscia. Chiusi gli occhi per paura di vedere qualcosa come gli occhi rossi pieni di ira ma l'unica cosa che si mise nella mia visuale, che incise i miei occhi, uno grigio come l'argento e l'altro blu luccicante come il diamante, fu di nuovo quella cornice stupenda. Il mio riflesso era da umana e anche io ero rimasta tale, non come l'ultima volta. Sapevo che qualcosa non andava, c'era di nuovo quel tatuaggio  a cerchio e anche il serpente sul mio palmo. La cosa nuova che mi colpí furono i  capelli viola. Il perché di questo colore non lo sapevo, era di una sfumatura piacevole, bluastra, tipo indaco. Il fatto che mi innondasse sicurezza mi spaventava parecchio, poi, gli occhi rossi, li vidi proprio dietro di me e mentre mi girai scomparve il tutto.

Mi svegliai, aprí gli occhi e sentivo oltrepassarmi l'aria ovunque, come se stessi precipitando.

Quando compresi che non era solo una sensazione emisi un urlo per poi sentire quella voce incantevole, affascinante ridere. Una di quelle che ti fanno sorridere per come ride. Lo vedevo sopra di me, stavamo realmente cadendo!

Stefano era tornato umano e cadevamo da non so quanti metri, i nostri corpi si avvicinavano sempre di piú.

-Che stai facendo?- ero spaventata, terrorizzata peró, forse, sotto sotto era anche piacevole. Continuava a sorridere, al quale mi sciolsi, sopratutto perché i suoi occhi neri profondi erano incastonati nei miei, mi scrutavano con divertimento - Hai dormito quasi un giorno intero, mi stavo preoccupando e ho pensato che magari cosí ti saresti svegliata!- il suo tono era quello che piaceva a me, calmo e tenero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 06, 2016 ⏰

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