Riassunto

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Tutto inizia una sera di Marzo ,quando arriva una telefonata negli uffici della polizia da un certo Giorgio Roccella che richiede urgentemente l'attenzione del commissario.
Manca però il diretto interessato,così il giorno seguente il brigadiere si reca nella dimora del telefonista insieme alla pattuglia trovandalo accasciato esanime sulla scrivania con un proiettile nella testa.
Inizialmente la polizia sospetta un suicidio,ma notando dei catenacci nuovi che chiudevano la porte dei magazzini,notando uno spiazzale probabilmente servito per manovre di vetture e autocarri,vedendo la posizione innaturale dell'uomo e trovando un foglio con un messaggio che iniziava con "ho trovato" rimasto incompleto,capisce poi che Roccella non ha voluto metter fine alla sua vita,ma qualcun altro sì.
L'uomo,residente a Edimburgo da ormai quindici anni con il figlio ventenne senza la presenza della moglie dalla quale aveva divorziato, era tornato nel paese natale per cercare delle lettere nel solaio.
Vengono quindi contattati la moglie e il figlio di Roccella,il quale racconta che il padre, per sapere lo stato di mantenimento della casa in campagna, scriveva al prete della contrada: Padre Cricco,che ogni mese lo informava di eventuali cambiamenti esterni.
Quest'ultimo viene interrogato dal commissario che non riscontra particolari segni di colpevolezza da parte del sacerdote,il quale crede nell'ipotesi del suicidio del proprio amico dicendo di averlo visto sempre malcontento.
Viene ascoltata anche la testimonianza di un professore che aveva pranzato con Roccella il giorno precedente,che racconta di avergli sentito dire di aver trovato nel solaio un quadro di alto valore anziché le lettere che era intento a cercare.
Nella stessa contrada in cui si trova il villino del deceduto,la sera successiva vengono uccisi il capostazione e il manovale di un treno locale con una volvo.
Vengono quindi interrograti i pochi uomini che nella provincia ne posseggono una.
Un uomo tra questi, racconta spontaneamente ciò che aveva visto la sera del decesso dei due conducenti nell'ufficio del capostazione :ossia due uomini che arrotolavano qualcosa che all'apparenza gli era sembrato un tappeto,ma che poi, grazie ad una descrizione nei particolari, la polizia deduce che sia il quadro: scomparso l'anno prima al museo,nascosto a casa di Roccella per un anno e dopo aver eliminato il proprietario della villa,arrotolato nell'ufficio del capostazione.
Il giorno seguente le autorità poliziesche tra cui brigadiere e commissario,in compagnia del professor Franzò,si recano per un'altra perquisizione nel villino.
Appena arrivati il brigadiere si precipita verso le porte dei magazzini, per controllare i catenacci che magicamente erano scomparsi.
Chiede ai colleghi se qualcuno li avesse presi per farli esaminare,ma nessuno sa niente di questi catenacci.
Entrano a casa per il secondo sopralluogo salendo nel solaio totalmente al buio,nella quale la volta prima il brigadiere consumò più della metà dei suoi fiammiferi per far luce,ma il commissario non appena entrato commette il grande errore di accende la luce nascosta dietro la statua di Sant'Ignazio,facendo capire involontariamente al brigadiere di esser già stato in quella casa.
Il giorno dopo in ufficio il commissario per far vedere la propria bravura nella mira,punta la pistola al lampadario per poi scattante farlo verso il brigadiere che si butta per terra,mancando al colpo del presunto assassino di Rondella che viene colpito da un proiettile dritto al petto dal brigadiere.
L'accaduto viene archiviato come "incidente nel pulire la pistola" e la verità dell'omicidio nella contrada viene a galla:il commissario si presentò a casa di Roccella come commissario di polizia e lo uccise. Prese il quadro insieme ad un complice e lo porta alla stazione,luogo in cui già veniva nascosta la droga che spacciava. Capostazione e manovale,complici del commissario nello spaccio di droga,si opposero nel nascondere il quadro nell'ufficio,per questo vennero uccisi.
Il dettaglio che solo l'uomo della volvo conosce e di cui nessuno saprà mai niente è che il finto capostazione che aprì la porta all'uomo è Padre Cricco.

Una storia semplice || Leonardo SciasciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora