Al mio risveglio mi ritrovai su un comodo lettino. Comodo sì, certo ma puzzava di ospedale.
Mi guardai attorno e il colore salmastro delle quattro pareti che mi opprimevano la vista fecero emergere in me il voltastomaco. Già avevo dolori lancinanti in tutto il corpo e in modo particolare al braccio sinistro, ci mancava solo il mal di pancia. Osservando la stanza notai ai miei piedi un vassoio, con una fumante minestra visibilmente riscaldata e una succosa mela rossa che mi invitavano alla cena. Sentii una strana sensazione e istintivamente riguardai il frutto ch'era integro. Sbaglio o la mela era stata addentata un attimo prima?
Il fatto più bizzarro era un giovane uomo che alla mia destra era dolcemente appisolato su un piccolo sgabello: mio marito. Tentai di piazzarmi seduta ma il mio corpo cedette, procurandomi altro dolore.
Poggiato sul bordo del letto con gl'occhi chiusi, mio marito era così bello, così dolce, così innocente, pensai. Bastò una carezza e lui si svegliò. Di colpo mi prese la mano e me la baciò fortissimo. Cominciò a piangere, a tempestarmi di rassicurazioni e domande. Era molto buffo, ma cercando di sfuggire ad un immediato interrogatorio cercai di tranquilizzarlo con una carezza sulla guancia e un breve bacio appassionante; maledizione ai tagli, dissi ridendo e tossendo.
Presto i pensieri si fecero largo nella mia mente...ma li scacciai, c'era mio marito lì per me, dopo così tanto tempo e i ricordi dell'incidente erano la mia ultima preoccupazione, in quel momento.
Improvvisamente la portà cigolò e l'infermiera entrò per spiegarmi l'accaduto: lo scontro e le conseguenze. Tuttavia, mi rassicurò dicendo che nel giro di poco tempo sarei guarita. Feci un sospiro di sollievo e qualcuno nella stanza fece lo stesso. Erro?Così, quella serata passò, tra chiacchiere, zuppa riscaldata e telegiornale.
Appena l'orario delle visite scadde, dovetti salutare mio marito. Lo vidi chiudersi la porta alle spalle e rimasi sola, in quella stanza d'ospedale. Ero davvero così sola?
Non servì molto tempo prima che iniziarono a riemergere i ricordi dell'incidente...e dello spaventoso essere rosso. Come potei non cominciare a rifletterci sopra? Certo, non era un animale. E allora, cos'era? Cosa voleva da me? Era un creatura malvagia? Voleva farmi del male? (Oh beh, non sembrava proprio la reincarnazione del bene...). Era frutto della mia immaginazione? O era reale? Erano tante le domande. E da chi avrei potuto ricevere risposte? Certo, da mio marito o gli infermieri no di certo. Sorrisi da ebete, rispondendo a me stessa che di certo avrò avuto qualche allucinazione dovuta alla stanchezza di quella giornata. In tutta risposta sentii rimbombarmi nella testa una sonora risata, contrariamente dalla mia accompagnata. Ma che sto facendo? Che mi succede? Sono pazza? Probabile, azzardai quando mi parve di vedere la mela infilzata da chiodi.Leggevo un libro quando, in men che non si dica, cominciarono a dipingersi sul mio volto sbadigli e occhi assonnati. Ero stanca, molto anche, sicuramente perché mi ero appena risvegliata dopo un breve coma, ipotizzai. Infilai il segnalibro tra le pagine, spensi le luci, mi misi sotto le coperte e chiusi piano gli occhi. Poi tutto cominciò a fantasticare nella mia mente. Fantasie che non vorrei rivivere nemmeno all'inferno.
Tornò così il buio e con lui la paura. E con essi, lui.
Spazio Autrice
Ragazzi, la sto tirando per le lunghe, lo so ahahah ma vedrete che dal 3 capitolo la nostra ragazza non sarà più molto sola e tranquilla. Lui vi aspetta, non tardate.