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Il Natale era passato da ben due giorni e Jonathan era dovuto tornare a lavoro. Jane stava parlando un po' con Marie, non lo facevano da tanto tempo ed era sempre un piacere.
«Dovrò tornare a palazzo giorno 30, per sistemare le cose del ballo, ma poi starò qui dal 3 al 5.»
«Io il 3 torno alla locanda e a te hanno dato pochi giorni.»
«Sono più degli altri anni, il principe è riuscito a convincere il Re a darmi qualche giorno in più. Credo di dover ringraziare te, a questo punto.»
«Perché?»
«Se non fossi stata la donna che ha cresciuto proprio te, non credo che avrei avuto questi giorni in più.»
«Sei una delle domestiche più brave, credo che te li abbiano dati per questo.»
«Non me li hanno mai dati, perché dovrebbero adesso? Come vanno le cose col principe?»
«È complicato.» rispose subito la ragazza, suscitando la curiosità di Marie.
«Ti interessa?» le chiese con un sorriso che non prometteva nulla di buono.
La ragazza rimase in silenzio. Non sapeva nemmeno cosa rispondere e il silenzio era decisamente la risposta migliore.
«Ha invitato te al ballo?»
Jane annuì.
«E ci andrai?»
La ragazza annuì nuovamente.
«Allora ti interessa.» affermò la donna.
«Te l'ho detto, è complicato
«Va bene, non faccio più domande.»
«Non è questo, è solo che non conosco le risposte.»
«È complicato.» ripeté Marie facendo spuntare un sorriso sul volto della ragazza che la abbracciò.
«Mi sei mancata.»
«Anche tu.»
Il momento fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta e la ragazza fu costretta ad andare ad aprire.
«William! Cosa ci fai qui? Perché sei uscito con la neve?» chiese subito sorpresa di vederlo lì.
Il riccio teneva una grossa busta da cui spuntava una gruccia tra le braccia e una piccola scatola di legno in mano.
«Principe, non vi aspettavamo.» disse Marie, invece, facendo un lieve inchino.
«Tranquilla, Marie, non sei a palazzo.»
«Vi lascio soli.» disse subito dopo la donna andando nella sua camera.
«Perché sei uscito con questo tempo?» gli chiese Jane togliendogli con la mano un po' di neve dai capelli.
«Dovevo darti questo. È l'abito, te l'ho voluto dare ora in modo che tu possa provarlo, dato che non conosco la tua taglia e in caso possiamo fare qualche modifica. C'è anche la maschera.»
«Oh, grazie. Vieni, qui non saprei dove appenderlo.»
Andarono nella camera della ragazza, che appese la gruccia nella maniglia dell'armadio. Tirò un sospiro prima di aprire quel telo.
«Ti piace?»
Jane era rimasta senza parole. Era senza spalline, di un rosa tenue, attillato fin sopra le ginocchia e abbastanza largo sotto. Le perline e le pietre preziose creavano un reticolato intricato e molto particolare che partivano da due cerchi abbastanza grandi pieni di pietre che si trovavano sotto il seno e sotto le ginocchia.
«Io... Io non so cosa dire, è... È stupendo
«Sono felice che ti piaccia, l'ho fatto fare appositamente. Spero ti piaccia anche la maschera.»
La ragazza era così impegnata ad osservare l'abito da dimenticarsi della maschera, ma appena William gliela ricordò prese la scatoletta e la aprì, restando nuovamente senza parole. Si girò stravolta verso il ragazzo, che scrollò le spalle.
«È uno scherzo?»
«No, assolutamente.»
«Io... Non posso crederci. Tu sei pazzo, non puoi aver fatto fare una cosa del genere.»
«Ti piace? Sono tutti diamanti.»
«Non credo tu debba nemmeno chiederlo. È fantastica, non oso immaginare quanto sarà costata, non dovevi, seriamente.»
La maschera era quasi interamente ricoperta da diamanti, che splendevano come piccole luci.
«Ho paura a toccarla.» disse scherzando soltanto per metà.
«Perché non li provi?»
«Sì, sì. Non ti dispiace aspettare un attimo fuori, vero?»
«Ti aspetto qui davanti.» disse uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
La ragazza si cambiò e mise l'abito con molta cura. Evidentemente William aveva indovinato la taglia, dato che le stava perfettamente indosso. Cercò di indossare anche la maschera, ma non riuscì a legarla e non voleva di certo farla cadere a terra, così andò ad aprire la porta.
«Sei... Bellissima... Io non so cos'altro dirti, sei fantastica.» le disse e le posò un bacio in fronte, mentre la ragazza sorrideva timidamente.
«Non è troppo stretto? O troppo scollato?»
«Hai un fisico meraviglioso, puoi permetterti questo e altro.»
«Non sono abituata a portare cose del genere. Puoi legarmi la maschera? Ho paura di allacciarla male.»
«Certo.»
Le prese la maschera dalle mani e gliela appoggio sul viso, per poi legargliela dietro la testa.
«Ti sta d'incanto. Te l'avevo promesso che saresti stata la più bella di sempre.»
Jane abbassò lo sguardo, timida, ma lui le prese il volto tra le mani e la guardò per un attimo negli occhi circondati da tutti quei diamanti prima di baciarla. Era un bacio desiderato da tanto, pieno di passione ma allo stesso tempo molto romantico.
«Oddio, scusate, io non avevo nessuna intenzione di guardare.» sentirono e si separarono all'istante, vedendo Marie girata verso il muro. La ragazza iniziò a sentire caldo e ad avvampare.
«Non... Non è successo nulla, Marie. Mi dispiace che tu... Abbia visto. Scusatemi, credo che adesso debba andare.»
«Non dovete scusarvi, signorino, sono io a dovermi scusare.» rispose la donna girandosi, finalmente.
«Non hai fatto nulla da scusare. Adesso io andrei.»
«Ti accompagno.» rispose Jane ancora in imbarazzo.
«Mi dispiace per quello che è successo, magari avremmo dovuto metterci in camera.»
«Già. Devi andare con la neve?»
«Non preoccuparti, mi piace camminare sotto la neve.» le sussurrò come se fosse un segreto e lei sorrise. Le stampò un bacio sulla guancia e uscì di casa, stringendosi nel suo cappotto.
La ragazza chiuse la porta e si slacciò la maschera. Si diresse in camera sua, dove trovò Marie.
«Posso paralarne?»
«Preferirei di no.» rispose posando la maschera nel suo cofanetto.
«Ne parlo lo stesso. Sai, vedere un bacio è diverso dal baciare.»
«È stato così brutto? Dovrei cambiarmi, non voglio sporcare l'abito.»
«Certo.» disse la donna uscendo fuori.
«Non è stato brutto, affatto. È stato strano, direi.» continuò.
«Perché?» chiese la ragazza da dentro la camera.
«Tutti i baci sono strani per chi li guarda dall'esterno. Credo che dovresti spiegarmi qualcosa.»
«Io non penso.»
«Invece sì. Mi avevi detto che era complicato.»
«Ed è così.» disse aprendo la porta.
«Ma vi stavate baciando e i baci non sono una stretta di mano. Sono importanti, lo sai?»
«Sì, lo so.»
«Quindi come dovrei interpretarlo?»
«Non lo interpretare.»
«Jane...» la ammonì la donna, ma lei alzò gli occhi al cielo. «Se siete fidanzati non c'è nulla di male.»
«Non siamo fidanzati.»
«E allora perché vi stavate baciando?»
«Te l'ho detto che è complicato.»
«Non mi dire che state insieme solo per...»
«Ma certo che no, Marie! Non pensarci nemmeno!»
«E allora cosa siete?»
«Qualcosa di complicato.»
«Ti va di parlarne in cucina? Ti faccio una tazza di tè caldo.»
La ragazza annuì e sospirò mentre si sedeva su una sedia e la donna si metteva ai fornelli.
«Sei innamorata di lui? Sarebbe più che comprensibile.»
«No, non lo amo, ma lui spera in qualcosa e io lo sto illudendo, mi sento una persona orribile.»
«Non devi sentirti così, è stato un solo bacio.»
«Non proprio...»
«Vi siete baciati altre volte?»
La ragazza annuì, abbassando lo sguardo sulla tazza piena di tè che Marie le aveva appena dato.
«Avete fatto anche...»
«No, no. Ma ci ha provato.»
«E cosa è successo?»
«L'ho respinto, ovviamente. Mi ha perfino regalato questa.» disse prendendo tra le mani la perlina della collana.
«È bella, avrà speso un po' di soldi per quella.»
«No, era di sua madre.»
«Della Regina Catherine?!» disse facendo cadere un po' di tè dalla sua tazza.
«Gia... Preferisco pensare che apparteneva a sua madre, non alla Regina.»
«Sono la stessa persona.»
«Lo so, ma dirlo dà un effetto diverso.» rispose e bevve un sorso.
«Dovresti parlargliene. Di quello che provi, intendo.»
«Sì, me l'ha detto anche Jonathan, ma non ne ho avuta occasione. Non so nemmeno come dirglielo! Dopo tutto quello che abbiamo fatto insieme, è stupido da dire.»
«No, non dire così. Non sei tu a scegliere se amarlo, non puoi farci nulla.»
«Potrei almeno provarci dopo tutto quello che sta facendo per me. O potevo rifiutarlo già dall'inizio invece di lasciarmi baciare!»
«Ti sei lasciata trasportare da un bel ragazzo, è comprensibile.»
«Questo potrebbe andare bene per la prima volta, ma tutte le altre?»
«Tutti commettiamo errori, tesoro. Siamo umani, se non sbagliassimo non lo saremmo.»
La ragazza prese un altro sorso di tè, che ormai era a metà.
«Invece cosa mi racconti di quel ragazzo con cui sei venuta a palazzo, Edward, mi pare.»
«Oh, non ne parliamo.»
«Perché?»
«È complicato, molto.»
«Anche con lui?!»
«No, no, non in quel senso!» disse Jane lasciandosi scappare una risata che fece sorridere la donna.
«Lui... Lui non vuole più vedermi. Non chiedermi niente, non ho idea del perché.»
Marie rimase in silenzio mentre la ragazza finiva la sua tazza di tè.

||spazioautrice||
Buongiorno! Oggi non sono andata a scuola perché sono pandata dalla parrucchiera e pomeriggio devo fare i compiti, quindi aggiorno ora. L'abito e la maschera sono questi:

 L'abito e la maschera sono questi:

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Ho cercato di descriverli meglio possibile, ma non è proprio facile

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Ho cercato di descriverli meglio possibile, ma non è proprio facile. Non potete capire quanto ci ho messo a scegliere queste cose, ho la galleria piena di abiti, maschere e cose varie 🙈 e finalmente ora posso cancellarli, almeno faccio un po' d'ordine, dato che non si sta capendo più niente XD Bene, vi avevo già detto che sarebbe stato un capitolo di passaggio e nel prossimo ci sarà la prima parte del ballo u.u
Vi lascio, una buona giornata a tutti!
~Rob ❤️

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