06.

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Domenica sera esco e mi dirigo nello stesso parco dove lo incontrai la prima sera. Resto tutta la notte su una panchina ma di lui nessuna traccia. Quando vedo il sole sorgere decido di tornare a casa.

Poco dopo sento bussare alla porta ma quando apro le mie speranze svaniscono. E' Jeremy.

-Jeremy, non è proprio il momento- non voglio vedere nessuno, voglio solo andare a dormire

-Ei calmati-

-Che vuoi?-

-Volevo solo vederti- è serio?

-Possiamo rimandare?- fa una faccia strana e se ne va di corsa. Cosa succede a tutti?!

Mi metto a letto più confusa che mai e mi sveglio la sera delusa, lo avevo sognato.

Decido che non posso andare avanti cosi, devo togliermelo dalla testa.

Esco di casa e vado alla discoteca dove lo avevo visto l'ultima volta. Inizio a bere tutto ciò che mi capita e noto un ragazzo fissarmi. Vado in bagno e lo vedo seguirmi. E' chiaramente molto più ubriaco da me ed inizia a dirmi frasi sconce. Esco dal bagno per togliermelo di dosso ma mi segue fino a fuori la discoteca.

-Che cazzo vuoi?- la mia bocca non riesce a frenarsi

-Mhh, vediamo- si avvicina ed inizia a toccarmi le braccia. Gli do uno schiaffo in faccia ma non gli fa niente. E' molto più grosso di me.

-Questo non dovevi farlo- si avvicina ancora di più quando qualcuno della sicurezza me lo toglie di dosso con un pugno

-Grazie- dico all'uomo

-Ragazza, stai più attenta quando vai da sola in questi posti. Se non mi avessero avvisato...- lo interrompo

-Chi ti ha avvisato?-

-Quel tizio- mi indica una figura che sembra andarsene velocemente.

Inizio a seguirlo, gli urlo qualcosa ma non si gira. Inizia a correre e lo seguo anche se le mie gambe sono esauste.

Arrivo davanti ad un cancello enorme. E' lui. Riconosco la casa. Trovo la porta ancora aperta ed entro.

-Perché eri li?- intendevo la discoteca

-Nulla, mi annoiavo- odio quando fa cosi

-So che non è così

-Credi quello che vuoi-

-Perché devi trattarmi cosi?- gli urlo

-Non vuoi nemmeno dirmi come ti chiami e ti lamenti perché ti tratto cosi?-

-Mi chiamo Holly, sei contento?- sorride

-Si-

-Perché mi stavi seguendo?-

-Non lo so-, si avvicina a me e le nostre facce sono un'altra volta a pochi centimetri di distanza, -la verità è che non riesco a stare lontano da te ed ho paura che in un qualsiasi momento tu possa metterti nei guai-

-Non c'era bisogno di nasconderti-

-Mi avresti mandato via-

-Non lo avrei fatto- mi avvicino ancora di più

-Mi chiamo Rudolf-

-Piacere Rudolf- gli dico prima di baciarlo

Da quel giorno qualcosa cambiò.

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