Se domani ci fosse la luna ||Taylor Lautner & Demi Lovato

2.

Londra, Inghilterra. 20 gennaio 1902

<<Angie, muoviti che facciamo tardi alla stazione!>> urla mia madre dal salotto.

<<Va bene, faccio veloce>> dico mentre finisco di acconciarmi i capelli.

Scendo velocemente le scale, per quanto il mio nuovo vestito rosa e bianco me lo possa permettere.

Svolto l'angolo entrando in salotto dove trovo mia madre, apparentemente nervosa, ma non la biasimo. Ha passato sei mesi senza notizie di suo marito, nonché di mio padre, che oggi torna finalmente dalla guerra.

Appena mi vede sulla soglia della porta si ricompone subito, guarda la sua immagine allo specchio per un'ultima volta e si dirige alla porta di casa, senza dire una parola.

Per quanto possa essere una bella donna, ha sempre un'aria severa e autoritaria, ma so che sotto quella maschera c'è una delle persone più forti e dolci che esistano.

<<Abbiamo tutto?>> mi chiede mentre mi sistema il cappello che si abbina al mio vestito.

<<Penso di sì. Magari potremmo portare anche l'ombrello. È gennaio, non si sa mai>> propongo.

<<Lo porterà Becka. A proposito, dove si è cacciata?>>

Becka è la nostra domestica, o come preferisce lei 'dama di compagnia'. C'è da sempre e ormai mi sono abituata alla sua presenza in villa.

<<Sono qui, signora. Lo prendo subito l'ombrello>> dice infilandosi il cappotto e io inizio ad uscire.

L'aria gelida mi colpisce il viso. Amo il freddo, i brividi che provoca sulla pelle, i vestiti pesanti..

Mi dirigo verso la nostra auto nera e aspetto l'arrivo di Alexander, il nostro autista, che non si fa aspettare molto.

Cinque minuti dopo, infatti, siamo già in viaggio verso la stazione, in anticipo rispetto all'arrivo del treno.

<<Becka, prenda lei i bagagli di Mr. Barnaby appena saremo arrivate alla stazione>> pronuncia mia madre.

Mio padre è stato reclutato un anno fa, per andare a combattere nel Sud-Africa. L'abbiamo rivisto solo due volte da quando è partito e ci siamo sentiti per lettera in pochi e umili casi.

<<Accosti qui, Alexander, per piacere>>.

Scendiamo velocemente dall'automobile e ci dirigiamo verso l'entrata della Paddington Station.

È un edificio enorme e molto arioso. Ci sono molte famiglie accanto al binario sei.
Noi siamo una di quelle.
Io, mia madre e Becka. Una famiglia che aspetta l'arrivo di un proprio caro.

<<Angie, cara, quando arriverà tuo padre ricordati di portargli rispetto. Sai che lui tiene a queste cose>> mi raccomanda mia madre.

<<Certo. Una stretta di mano e basta>> dico con tristezza.

È pur sempre mio padre, al diavolo il rispetto.

<<Oh, amore, lo so che è dura, ma sii fiera di tuo padre. È un eroe>> mi rassicura abbracciandomi.

Si iniziano ad intravedere due fari accesi nella nebbia di Londra.

Sta arrivando.

Le famiglie sono in subbuglio e posso capire le domande che si stanno formando nelle menti di queste persone.