TI PREGO, NON PICCHIARMI D:
So di essere in terribile ritardo, non avevo internet e non ho potuto pubblicare, perciò mi scuso in ginocchio d'innanzi a te (?)
Ave a Tu Lettore (da oggi ti chiami Tu e di cognome fai Lettore, per cui abituatici).
A parte le cagate, mi scuso ancora e auguro a te, caro Tu Lettore, una buona permanenza (?)× Novembre. Venerdì. 13:25 ×
Molly la chiamò per nome. Quello vero.
Logan, diretta all'uscita dopo la simpatica chiacchierata di pochi minuti prima, s'irrigidì di colpo. Si voltò verso Molly, che la stava seguendo a passo svelto.
- Oh, scusa... Logan - si corresse con un sorriso imbarazzato, raggiungendola. Molly era una delle poche a conoscere il suo vero nome. Dopotutto era stato compito suo visionare e firmare i documenti relativi al tirocinio della ragazza. Sarebbe stato impossibile non saperlo.
Non c'era un motivo particolare per cui non voleva che il suo nome fosse rivelato in giro. Semplicemente, preferiva così.
- Stai tranquilla, Sarah sta bene! - la rassicurò. - Un attacco d'asma, la signora Hyams se ne sta occupando. - Non che all'altra importasse, in tutta sincerità, ma si finse sollevata con un "Ah, bene!". Non si sforzò di più.Ogni volta che leggeva di persone che davanti ad un momento di pericolo se ne infischiavano di aiutare qualcuno per rancore, storceva la bocca. Aveva sempre pensato che non fosse realistico. Lei di certo non sarebbe riuscita a lasciare qualcuno in quel modo in balia di sé stesso. La sua coscienza non avrebbe mai smesso di tormentarla.
Poi Sarah svenne in classe per la prima volta. Logan era seduta al proprio banco, un paio di posti indietro, a disegnare. Aveva alzato lo sguardo, accorgendosi dell'anomalia. E lì, nel veder perdere i sensi alla compagna, la sua coscienza cambiò improvvisamente idea, permettendo a Logan di tornare a disegnare senza alcun rimpianto. Né in quel momento, né in futuro.
× Novembre. Mercoledì. 18:03 ×
John mise l'ultimo punto al testo, prima di dargli un'ennesima lettura finale e pubblicarlo sul suo blog. Non era una novità che Sherlock Holmes risolvesse un caso in soli un paio di giorni, pur non potendo dire che avesse battuto il proprio record.
L'orologio segnava quasi le sei e dieci quando la signora Hudson fece irruzione nel salotto con due buste di carta stracolme di spesa.
- Lasci, faccio io. - si propose il dottore, alzandosi ad aiutarla.
- Oh, John! - fece, sorpresa. Con il naso tra le buste non l'aveva notato. - Sei venuto a trovarci!
L'uomo poggiò tutto sullo stranamente ordinato tavolo della cucina, ridendo. - Sembra essere l'unica ad essersene accorta, sa?
- È così da stamattina - concordò con le mani sui fianchi, guardando per un attimo Sherlock. Seduto sulla sua poltrona, fissava il vuoto da ore ed ore. Non aveva risposto alla signora Hudson quando gli aveva portato il tè mattutino, né quando gli aveva chiesto come stava, né quando gli aveva portato anche il tè delle quattro, né quando gli aveva chiesto di cos'avesse bisogno prima di uscire a fare la spesa. Di certo non aveva battuto ciglio nemmeno quando John aveva varcato la soglia dell'appartameto.
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Evil?
FanfictionLei, è una giovane ragazza in procinto di diventare medico legale. È nel bel mezzo del suo tirocinio da Molly che viene a conoscere Sherlock Holmes, il genio indiscusso di cui tutti avevano sentito parlare. Tranne lei. Un caso, o forse una sfida, le...