Capitolo 3
Mi voltai di scatto incontrando quel paio di occhi color ghiaccio di chi, due anni or sono, spezzò il mio cuore. Sul suo volto apparve un ghigno mentre i miei occhi bruciavano nei suoi.
Greg. Greg Hutson. Il mio primo ragazzo, la mia prima volta.
Ma l'ultima in cui venni illusa.
Illusa spudoratamente facendogli da ragazza-usa-e-getta della lunga lista. Mi ero fidata di lui, gli avevo consegnato il mio cuore. Era come se lo avessi estratto dal petto e glielo avessi messo tra le sue mani come per dire 'custodiscilo'. Ma tutto ciò che fece fu giocarci un po' per poi buttarlo a terra e calpestarlo senza un briciolo di pietà.
Lui per me non esisteva più. Si era anche trasferito in Colorado per il lavoro del padre. E io, spezzata e rotta come un bicchiere di cristallo che si infrange contro il suolo, dopo pianti su pianti, riuscii a rialzarmi rendendomi conto di che persona priva di cuore fosse.
E adesso, a vederlo di nuovo qui, davanti a me, provo una e una sola sensazione. Disgusto. Disgusto per quella persona così meschina, falsa. Disgusto verso colui che mi ha usata, trattata come fossi un giocattolo, incantata con le sue parole e i suoi dolci gesti. Ma era tutto solo una scommessa, una cazzo di scommessa con i suoi merda di amici.
La mattina seguente della nostra prima volta, mi svegliai cercandolo nel letto. Ma tutto ciò che trovai fu il niente. Solo le lenzuola, le stesse che avvolgevano il mio petto nudo. Cercai di non pensare al peggio. Lo difesi nella mia mente fino all'ultimo, mi convinsi che aveva avuto un contrattempo o fosse successo qualcosa. Ma tutte le ipotesi svanirono nel momento il cui incollata alle sue labbra c'era Stacy McDonald. I miei occhi si riempiono di lacrime e quando incontrarono i suoi, lui rise. Una risata amara, malata. Mi confessò tutto senza uno spiraglio di dispiacere o vergogna in quello che aveva fatto. E in quel momento il mondo mi crollò addosso.
Ma adesso ero diversa, ero più forte, determinata. Non ero più la ragazzina di due anni fa. Non ero più rotta. Non mi avrebbe fatto cadere in trappola di nuovo.
Senza parole uscii da quel locale in cerca d'aria. Ne avevo davvero bisogno. Mi appoggiai ad un muretto sul retro del locale, fortunatamente ero sola. Mi misi le mani nei capelli realizzando cosa fosse appena successo. Chiusi gli occhi e buttai la testa all'indietro. Respirai silenziosamente buttando via la tensione creatasi dentro di me alla visione di Greg. Aprii lentamente gli occhi e osservai lo scuro cielo sopra di me. Milioni di stelle riempivano il cielo come puntini fatti con una biro su un immenso foglio di carta. Il venticello di novembre spostava delicatamente i miei lunghi capelli. Nonostante la musica del locale fosse abbastanza alta, potevo percepire la tranquillità di quell'immenso cielo nero. Espirai godendomi quello spettacolo. Chiusi di nuovo gli occhi e mi strinsi nel mio giacchettino di pelle.
Sentii dei passi schiacciare le foglie secche cadute nella stagione, per poi sentire il calore della persona di fianco a me. In questo breve tempo rimasi con gli occhi chiusi, sperando non si trattasse ancora di lui.
Aprii gli occhi trovandomi la persona che meno mi aspettavo in quel momento. Accanto a me, davanti a quell'orizzonte buio in lontananza, c'era Bieber, il fratello dell'amica di Sky.
"Tu?" sussurrai incredula. Suonò più come una domanda per me che per lui.
"Sì, io. Sorpresa piccola?"
Mi guardò con quei suoi occhi vispi. Ma nella mia mente una sola domanda si formava: perché era qua?
"Come mai qua?" chiesi donando ancora il mio sguardo a tutti quei puntini nel cielo.
"Ero uscito a prendere un po' d'aria quando ti ho vista qua e ho pensato 'che ci fa una ragazza tutta sola quando potrebbe essere a divertirsi?' e così, eccomi qua". Il suo tono di voce era diverso, non era il solito strafottente e prepotente del giorno prima. Era quasi, oserei dire.. dolce. Ma sapevo com'era, probabilmente era il suo trucchetto per farle cadere ai suoi piedi.
"Riflette, ecco cosa fa la ragazza" risposi fredda, e quasi mi sentii in colpa. Mi guardò cercando di intravedere qualche segno nei miei occhi, ma non glielo permisi indossando la mia maschera di indifferenza.
"Qualcosa ti turba?" chiese avvicinandosi un po' al mio corpo.
"Non sono affari tuoi" tuonai senza degnarlo di uno sguardo.
"Afferrato. Io torno dentro a scatenarmi dolcezza". Saltò giù dal muretto ma prima di incamminarsi verso l'entrata si girò verso di me e mi porse la mano.
"Comunque sono Justin, Justin Bieber" pronunciò quelle parole con un sorriso beffardo sul suo volto, illuminato dalla luce fioca della luna. Titubante slacciai le mie braccia, finora incrociate sotto il petto, e strinsi lievemente la sua mano.
"Kylie, Kylie Ross" dissi convinta. Accennò un sorriso e sparì all'interno del locale.
Poco dopo rientrai anch'io, e con lo sguardo vidi Justin in un angolo ficcare la lingua nella bocca di una tipa. Non ha avuto niente da me quindi è andato da un'altra. Anche stavolta Kylie Ross aveva ragione. Decisi di cercare Hailey e quando la trovai tra la miriade di persone, mi misi a ballare con lei liberando la mia mente dai pensieri.
Okay, so che è corto, but volevo farli incontrare di nuovo. Scusate per eventuali errori.
Se vi va, mettete una stellina o commentate, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
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Can we keep each other's company? // j.b.
FanfictionQuanto odio finisce spesso in amore, sarà così anche per la nostra Kylie e il nostro Justin? Tutti i diritti riservati.