Sono schiavo di me stesso

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Mike mi tira per la maglietta e mi allontana da quel caldo fuoco, mi piaceva sentire l'odore di chi avevo ucciso.
"Come facciamo con Scott? Era suo fratello e non esiterà ad andare dalla polizia." Mi informa Mike, non posso ucciderlo: non sono un mostro; voglio solo una persona.
"Quante canne si è fatto stasera?" Mike sta calcolando a mente.
"Non so: quattro o cinque." Mi guardo intorno pensando a qualcosa che non abbia la morte come fine.
"Dove siamo?"
"In una collina lontana quaranta chilometri da Los Angeles, perché?" Io mi guardo intorno un'altra volta per vedere se c'è qualcuno con noi qui in questo buio. Mi tremano ancora le mani e non posso ucciderlo.
"Lo lasciamo qui." Dichiaro senza dargli il tempo di replicare.
Scott è svenuto per colpa delle canne e dell'alcol; faccio un cenno a Mike e lui mi aiuta a portarlo nel posto in cui Matt è morto. Lo trascino nel posto meno sicuro e poi corro da Mike.
"Non posso lasciarlo qui."
"Mike apri gli occhi! Matt si è fatto Ashley e Scott ti ha drogato a quella festa! Uno è morto e l'altro morirà tra pochi giorni." Il mio carattere di ghiaccio mi spaventa ora, però ripenso a come l'ha chiamata e la rabbia mi sale di nuovo.
"Okay andiamo." Dice infine e corriamo verso la sua Harley Davidson nera e nuova di zecca. Ci infiliamo il casco e dopo cinque secondi Mike è alla guida.

Mike mi porta a casa: almeno quella che penso sia una casa. Non parlo con i miei genitori da una vita ormai: da quando mi hanno beccato in garage con gli amici. Eravamo a divertirci con droga, ragazze, alcolici e sigarette: aveva organizzato tutto Matt e poi quello stronzo del fratello ha chiamato i miei e da allora non ci rivolgiamo la parola. Se non fosse per quelle solite quattro domande sarebbe come vivere con degli sconosciuti.
"Luke, non posso credere che..."
"Non è successo niente di grave", lo interrompo e lui mi guarda perplesso e sorpreso.
"Loro meritavano di morire." Sussurro dato che stanno passando alcune persone. Mike mi informa che passerà da me domani e gli faccio un cenno col capo. Mi dirigo in casa e apro piano la porta per non svegliare i miei. Pensavo che fossero nel mondo dei sogni invece vedo mia madre sul divano che guarda la TV e mio padre che guarda attentamente il suo laptop.  Mi siedo sulla poltrona singola vicina al divano, fisso mia madre in attesa di qualche segno di vita. Lei è donna fantastica: con i suoi occhi azzurri di ghiaccio e quei capelli castani lunghi fino a metà schiena e quel fisico stile Jennifer Lopez la rende una donna molto attraente. Anche il suo carattere da dura non è male; cerca di averlo pure con me però si vede che non ce la fa.
"Come stanno i tuoi amici?" Mi chiede improvvisamente mio padre togliendosi gli occhiali da vista. Mi ritorna in mente l'immagine del corpo di Matt mentre brucia e la sua  voce e la sua bellezza. Poi il viso preoccupato di Mike.
"Oh bene perché?" Mento, ovviamente.
"Luke; il padre di Matt ha organizzato una cena tra amici e pensavamo di andare. Ci sarà anche Mike con i suoi genitori." Rimango allibito perché mio padre mi stava parlando senza sbraitare come fa di solito e mi assale il pensiero di Matt e Scott.
"Quando ci sarà?" Chiedo mentre uso la cover del cellulare come anti-stress.
"Domani." Dice mia madre con un sorriso.
"Io non ci sono, devo uscire con Noemi."
"Potrai anche rimandare." Replica mio padre con un tono neutro, non posso vedere i genitori di Matt; se mi guardassero negli occhi io mi sentirei tremendamente in colpa.
"È importante per me papà. Un'altra sera?" Mio padre ora si fa più serio e sospira tentando invano di restare calmo.
"Luke tu verrai con noi, okay? Non me ne frega un cazzo dei tuoi problemi da adolescente, tu vieni con noi domani." Mostro indifferenza verso di lui e me ne vado in camera mia. Sento mia madre dire qualcosa che non sento e non voglio neanche sapere ciò che ha detto.
Salgo in camera, strappo tutte le foto con Matt e Scott dal muro: tengo solo quelle dove c'è Mike. Prendo il telefono e digito il suo numero.
"Pronto?" Dice una con una voce assonnata, apro la finestra e salgo sul tetto mentre lui è in linea: in modo che i miei non sentano.
"Mike domani ci sarà una cena a casa degli Espinosa, come cazzo facciamo?"
"Ma poca puttana, vieni a casa mia ora!" Chiudo la telefonata, scendo le scale di velocità e vedo i miei mentre si fanno gli affari propri. Esco senza salutare e prendo la moto di mio padre; lo stesso modello di Mike solamente più vecchio.

Raggiungo casa sua in mezz'ora, suono il campanello più volte e lui mi apre con un'espressione arrabbiata e preoccupata in faccia. Mi fa cenno di andare di sopra con lui dato che in salotto c'era sua madre che dormiva comodamente sul divano.
Lui mi prende per la maglietta e mi scaraventa per terra.
"In che cazzo di casino ci siamo cacciati?" Mi dice facendomi alzare e poi buttandomi di nuovo sul quel fottuto pavimento. Mi alzo di scatto e lo immobilizzo.
"Non provare più a toccarmi." Gli dico 
con la mascella serrata.
"Lasciami." Mi supplica, lascio la presa e poi mi siedo sul letto sospirando.
"Perché l'hai fatto?" Mi chiede per la seconda volta.
"Lo sai già!" Grido guardandolo per un secondo e poi abbasso lo sguardo. Lui non esita nemmeno questa volta a buttarmi per terra.
"Non la conosci nemmeno! Porca puttana! Hai ucciso un tuo amico per una persona che non conosci." Sbotta; la rabbia mi sale di nuovo. Resto lì steso pensando a lei per qualche secondo e poi ripenso alle parole di Michael.
"Amico? Tutto okay?" Lui si avvicina in buona fede ed io gli sferro un pugno in faccia. Poi un altro. E un altro ancora. Finché non si muove più; mi pulisco il sangue sulle nocche e cerco di svegliarlo bagnandolo con una bottiglia d'acqua che avevo intravisto entrando.
"Mike, ti prego svegliati." Lo supplico, ma ormai ho capito: è morto pure lui. Ho gli occhi lucidi, non mi sono accorto che ha sbattuto la testa mentre lo picchiavo. Un'altra mia vittima. Prendo la chiave della stanza e chiudo la camera; metto il lenzuolo del letto sopra il suo corpo e prima di coprigli la testa gli stampo un bacio sulla fronte. Apro la finestra e salgo sul tetto; cerco di saltare dalla parte meno elevata della casa e per fortuna non mi rompo nulla. Salgo sulla moto e mi accorgo di avere del sangue sulla maglietta e sui jeans. Non so dove andare, voglio lei in questo momento. Solo lei.
Mi fermo in un autogrill fortunatamente aperto e compro la prima maglietta che trovo. Non posso tornare a casa; così mi dirigo nell'unico posto che conosco. Tempo fa la mia migliore amica Noemi mi disse che mi amava e da allora le ho voltato le spalle; sono stato stupido a lasciarla andare. 

Suono quel campanello almeno una centinaia di volte. Dove cazzo è?
Finalmente qualcuno mi apre, è lei, indossa una felpa che è il triplo di lei.
"Luke?!" È stupita quanto confusa; ho bisogno di lei perché è l'unica che capisce i miei problemi.
"Devo... parlarti." Le dico con voce rotta; non ho mai avuto così tanta ansia in vita mia. Lei mi invita ad entrare ed io entro senza esitare.
"Che hai combinato?" È talmente premurosa con me che mi stupisco di lei.
"Ho... ho ucciso delle persone." Dico balbettando, vedo il suo stupore in faccia.
"Chi avresti ucciso?" Mi squadra da capo a piedi, è spaventata, lo vedo però devo fare appello a tutto il mio corpo per non farle del male.
"Matt e Mike, probabilmente pure Scott."
"Cosa cazzo hai fatto?"
"Sono morti Noemi, sono morti." Le manca il fiato, invece io lo dico come se niente fosse.
"La tua mente sta degenerando. " Mi dice sconvolta.
"Come hai fatto a ucciderli? E soprattutto perché?"
"Con Mike è stato un incidente. Ci siamo presi a pugni e..."
"Aspetta ma come può essere morto?"
"Non si muove, era fermo e immobile." Lei mi guarda con un'espressione paonazza in viso.
"Luke è il tuo migliore non potevi ucciderlo neanche se avessi voluto."
"E Matt invece? Lui sì che morto!" Sto perdendo la calma, cosa cazzo mi è saltato in mente?
"Andiamo."
"Dove?"
"Da Mike, non può essere morto e se non lo vuoi vedere in quelle condizioni. Andiamo!" Mi prende per un braccio e quel gesto mi fa scorrere un brivido lungo la schiena. Mike potrebbe essere davvero vivo?

I'M NOT DANGEROUS ||LUKE HEMMINGS||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora