«Non la voglio quella nella mia cucina!»

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Gabriel fu un bel po' contrariato, quando vide le foto che Sam aveva piazzato nella sua cucina. È vero che gli aveva detto lui di farlo ma dannazione! Non immaginava che gliel'avrebbe infestata con le immagini di Jessica! Era come se Sam volesse dirgli: «Ora sto con te ma soltanto perché lei mi ha lasciato e se ricomparisse, tornerei subito da lei.»
L'aveva vista soltanto una volta ma gli sembrava proprio Jessica: bionda, capelli lunghi... Accidenti! Strano però: in nessuna era con Sam ma con un altro ragazzo, il fratello forse? Ne prese in mano una in cui compariva seduta sulla spiaggia con accanto quel ragazzo e due bambini, cercando di capirci qualcosa...
«Quella è stata la prima volta che papà ci ha portato al mare» disse Sam dietro di lui.
Era Mary, la madre di Sammy! Che stupido non esserci arrivato da solo! Sollevato, la esaminò meglio: Mary teneva in braccio un bambino di tre o quattro anni che sicuramente era Sammy: stesso sorriso fiducioso al mondo e stesse adorabili fossette; il padre John indossava gli occhiali da sole e le cingeva un braccio intorno alla vita con fare protettivo e accanto a lui, in piedi, l'altro bambino un po' più grande, senz'altro Dean, accigliato che fissava l'obiettivo stringendo i pugni.
Bizzarro però che Sam si fosse messo con una ragazza molto simile alla madre, qualche strizzacervelli avrebbe probabilmente parlato di "complesso d'Edipo irrisolto."
«Era molto bella... Si può sapere che cos'ha fatto il fotografo a Dean? Sembra che sia in procinto di prenderlo a cazzotti sul naso!» "Se da piccolo aveva quell'espressione, chissà che faccia farebbe adesso nel conoscermi..."
«Ma no! Ha detto che era la prima volta che vedeva una macchina fotografica e voleva capire come funzionasse.»
Vide la cornicetta che gli aveva regalato Charlie con dentro la foto del video. La prese in mano. «Ma guarda quanto siamo fotogenici!» esclamò contento. «Specialmente moi
«Sai?» gli confidò Sam. «Quando ero in quell'altro studio, ogni tanto la guardavo e vi pensavo... Mi mancavate così tanto, specialmente... Mr Flizzes!» concluse scoppiando a ridere.
Gabriel spalancò gli occhi e posò la foto. «Brutto ragazzino impertinente! Vieni qua che ti scotenno!» esclamò fingendosi offeso e lanciandosi al suo inseguimento.
Sam corse in camera, dove fu raggiunto da Gabriel che gli saltò addosso spingendolo sul letto. «La tua sfacciataggine dev'essere punita!» strillò mettendosi cavalcioni sopra e facendogli il solletico.
«No, ti prego basta!» supplicò Sam continuando a ridere, a contorcersi e a tirare calci al nulla, finché non colpì il comodino.
Sentendo che era caduto per terra qualcosa, entrambi si fermarono per vedere che cosa fosse.
«Non si sarà rotto il vetro!» esclamò Sam, quando capì che era una delle sue foto.
«Tranquillo, sei stato fortunato» rispose Gabriel raccogliendola ed esaminandola: si vedevano Sam e un altro ragazzo in una cucina con le piastrelle verdi a fiori seduti al tavolo che sorridevano verso l'obiettivo e facevano cin cin con delle bottigliette di birra. «Questo è Dean? Sembra simpatico...»
«E lo è! È il miglior fratello che uno possa desiderare. Non vedo l'ora di fartelo co...» Si bloccò imbarazzato.
«Davvero, Sam?» chiese inarcando un sopracciglio e posando la foto. «E quando me lo farai conoscere, posso dirgli di noi due oppure ti vergogni troppo?»
Il ragazzo ormai l'aveva capito: quando Gabriel lo chiamava "Sam", significava che era vicino ad arrabbiarsi, e perché non avrebbe dovuto? Se lui si fosse messo con una ragazza, l'avrebbe detto subito a Dean, perché stavolta doveva essere diverso?
«Io non mi vergogno di stare con te! Hai ragione, glielo dirò» decise. «Però... non so come...»
«Come vedi un'immagine vale più di mille parole... Dai, pasticcino, abbracciami e baciami» gli disse, mentre Sam eseguiva, scattò un selfie, anche se tra mille acrobazie per inquadrare la scena, le labbra di Sam finirono soltanto sulla guancia di Gabriel.

In quel momento Dean aveva appena finito di pranzare e stava per gustare una fetta di apple pie. Per una volta tanto sembrava che l'universo non fosse in combutta contro di lui per impedirgli di godersi quella delizia, l'aveva appena addentata quando sentì che gli era arrivato un SMS, lo guardò e vedendo che era di Sam, l'aprì subito. Appena vide l'immagine, la torta gli finì di traverso: c'era un tizio dall'aria vagamente inquietante che veniva abbracciato e baciato da suo fratello e il messaggio: "Sii felice per noi, Sam e Gabe".
Gabe... probabilmente era quel Gabriel, il capufficio burlone di Sam e quello era soltanto uno scherzo per rovinargli l'appetito, o forse Sam voleva soltanto fargli sapere che avevano vinto qualche altra causa ma doveva proprio mandargli una foto di quel genere?
«Dean, la torta non è buona?» chiese il padre, entrando in soggiorno e vedendo che il figlio non stava mangiando.
«Sì, sì... è buonissima, mi è soltanto venuto un attacco di tosse.» Porca miseria! Per una volta tanto che poteva prendersela comoda con la sua amata apple pie, quell'impiastro doveva rovinargli quel momento. Guardò i pezzi di torta che aveva sputacchiato ovunque. "Merda!"

Corse in officina approfittando che gli altri erano in pausa pranzo ed estrasse il cellulare dal taschino della tuta. «Sam! Si può sapere che diavolo significa quella foto?»
«Esattamente quello che sembra.» Il tono sembrava quasi di sfida.
No, non poteva essere vero! Il loro padre li aveva tirati su diritti! «Sam, non puoi! È un uomo
«Dici davvero, Dean? Ma sai che non me n'ero mai accorto?» E faceva anche lo spiritoso!
«Quello sarebbe il tuo capo, giusto? È lui la persona speciale che ti ha curato?»
«Proprio lui! Abbiamo scoperto che ci amiamo e ora conviviamo.»
Dean si passò una mano sulla faccia. "È un incubo, adesso mi sveglio e Sam è fidanzato con una donna." «Fammi capire: così un bel giorno ti sei svegliato e sei passato dalle patate ai cetrioli, eh? Cos'è non ci sono ragazze libere e carine dove vivi?»
«Sono finite la settimana scorsa» ridacchiò Sam.
«Cercavo di capire il perché di questa tua... scelta.»
«In realtà è anche merito tuo.»
«Cheee???» trasecolò Dean.
«Quando Gabriel mi ha dichiarato il suo amore, stavo per spiegargli che lo consideravo soltanto un amico, quando mi è tornata in mente una frase che mi avevi detto.»
«Ma sei fuori? Io non ti ho mai detto di fare il salto della quaglia! È vero che ti avevo consigliato di mollare Jessica e di rimanere con Gabriel ma parlavo del lavoro, che diavolo!»
«Hai detto che quando parlavo di lui, sembravo una fangirl e che se invece di un Gabriel fosse stata una Gabrielle, Jessica avrebbe avuto ragione a essere gelosa.»
«Ehi amico! Era soltanto una battuta! Adesso non sai più distinguere le spiritosaggini dai consigli per cuori solitari?»
«Ma avevi ragione! Mi sono reso conto che in realtà lo amavo da un pezzo, ma mi rifiutavo di ammetterlo soltanto perché era un uomo. Sai quanto Gabriel mi ha aiutato, in più mi mostra il suo amore in mille modi diversi ed è il mio migliore amico. Sa capirmi ed è divertente. Io lo amo e vorrei che almeno tu cominciassi ad accettarlo...» Abbassò la voce: «Le cose sono diverse, i tempi sono cambiati eppure ci sono ancora persone che non accettano un nostro legame come il nostro... Il modo in cui ci guardano, le battute che fanno... Prima di conoscerlo, non vi avevo mai dato peso... Ho bisogno che almeno tu mi dica che sei d'accordo che noi stiamo insieme.»
«Dirti che sono d'accordo non cambierà il mondo e non cambierà neanche papà, lo sai.»
«Lo so. Ma sarei più felice sapere che sei dalla nostra parte.»
«Io sono sempre dalla tua parte, se davvero pensi che sia la persona giusta, ti appoggerò ma per ora non dire niente a papà, almeno non fino a quando il mio legame con Lisa non diventerà più solido. Se mi vede accasato, forse non gli importerà troppo della tua inversione di rotta.» Fece una risatina. «In fondo, l'ho sempre saputo... Ci sarà un motivo per cui ti ho sempre chiamato Samantha.»
«Coglione!» ridacchiò Sam.
«Puttana!» e riattaccò.
Dean rifletté per molto tempo sulla rivelazione di Sam e ripensando ad alcune frasi, credette di aver trovato il bandolo della matassa: il suo fratellino non aveva mai avuto un amico del cuore, troppo nerd per coltivare amicizie, persino quando era alle elementari, e questo poteva spiegare perché credeva di essere innamorato di quel tizio che si era dimostrato gentile con lui, mentre la sua era, molto probabilmente, soltanto gratitudine. L'unica cosa certa era che questo Gabriel era riuscito a riportare l'allegria nella vita di Sam e di questo Dean gli era grato, anche se avrebbe preferito che fossero rimasti in panchina, invece di arrivare alla casa base.
"Se soltanto papà non avesse la fissa della dinastia!"
Nonostante l'avesse rassicurato, infatti, era un bel po' contrariato. Insomma era tutto perfetto: lui si sarebbe occupato dell'officina e avrebbe continuato a fare lo scapolo d'oro a suon di sesso, birra e rock'n' roll, e il fratellino avrebbe perpetuato il nome dei Winchester e invece quella mestruata di Samantha mandava tutto a puttane perché aveva deciso di giocare con l'altra squadra. E ora sarebbe toccato a lui, Dean Winchester, metter su famiglia. Ebbe l'orribile visione di se stesso inseguito da un esercito di spose urlanti che brandivano un lazzo cercando di accalappiarlo...
Scrollò la testa come un cane bagnato e compose un numero: «Lisa, ti va di uscire stasera?... Fantastico! Passo a prenderti alle 7.00!»


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